Ex dipendenti Rockstar protestano contro antisindacalismo

Oltre 30 ex dipendenti di Rockstar Games, licenziati all’inizio di questo mese con l’accusa di “grave cattiva condotta”, hanno organizzato una protesta fuori dagli uffici della compagnia a Edimburgo, in Scozia. Gli ex lavoratori hanno accusato l’azienda di antisindacalismo e di sfruttamento lavorativo, denunciando condizioni di lavoro “irragionevoli” e pratiche che definiscono “sistematicamente sleali”. Secondo i manifestanti, Rockstar, ormai una multinazionale che genera miliardi di dollari, beneficia di enormi agevolazioni fiscali a spese dei suoi dipendenti.

Un manifestante ha sottolineato che, nonostante l’anticipato successo di Grand Theft Auto 6, il “costo umano” di queste politiche è troppo alto: “Persone esaurite, carriere finite, vite distrutte” ha dichiarato. Tra i partecipanti alla protesta c’era anche un ex membro del reparto QA, Jack, che ha raccontato come, all’inizio della sua carriera, fosse “spaventato” all’idea di unirsi al sindacato, temendo possibili ritorsioni. Jack ha anche parlato delle difficoltà economiche e familiari causate dalla perdita del suo impiego.

Rockstar rischia azioni legali

La protesta è avvenuta a pochi giorni dalla richiesta dell’Independent Workers Union of Great Britain (IWGB), che ha chiesto la reintegrazione dei 31 dipendenti licenziati nel Regno Unito e dei 3 in Canada, oltre al risarcimento per le retribuzioni perse. Il sindacato ha avvertito Rockstar di azioni legali imminenti, mentre continua a lottare per i diritti dei lavoratori.

Questa vicenda solleva interrogativi sulla gestione delle risorse umane da parte di una delle aziende più influenti del settore videoludico, mentre gli ex dipendenti si preparano a portare avanti la loro battaglia per un futuro più giusto e sostenibile nel mondo del lavoro.