Resident Evil Requiem – Doppio scenario e tante altre novità svelate ai The Game Awards
Ai The Game Awards è stato presentato un nuovo trailer di Resident Evil Requiem, analizziamo insieme tutte le novità presentate.
Nella prestigiosa cornice dei The Game Awards, andati in scena la notte del 12 dicembre, Capcom ha monopolizzato l’attenzione offrendo un nuovo e spettacolare tuffo nell’orrore del prossimo capitolo di Resident Evil.
Tuttavia, il vero colpo di scena che ha infiammato la platea non è stato solo il trailer in sé, quanto la rivelazione cruciale sulla struttura dell’opera: la campagna tornerà a basarsi su una doppia linea narrativa.
È stato infatti confermato che vivremo l’incubo attraverso due prospettive distinte e parallele: da un lato vestiremo i panni dell’inedita e misteriosa Grace Ashcroft, che rappresenta il volto del “nuovo corso”, e dall’altro assisteremo al ritorno trionfale dell’iconico Leon S. Kennedy, creando così un mix esplosivo tra la freschezza della novità e la solidità di un veterano amatissimo.
Però andiamo con ordine ed analizziamo punto per punto queste novità.
Doppio scenario ma anche un doppio gameplay
La novità più dirompente emersa dal trailer è, senza dubbio, la conferma della struttura a doppio scenario.
Sebbene il parallelo con Resident Evil 2 Remake e l’alternanza tra Leon e Claire sorga spontaneamente, qui la divergenza tra le due campagne sembra molto più radicata e profonda. Non ci limiteremo infatti a vivere la storia da due punti di vista differenti, ma ci troveremo di fronte a una vera e propria bipolarità del gameplay.
Capcom ha scelto di scindere l’esperienza in due anime distinte: da un lato lo scenario di Grace Ashcroft, costruito sui canoni del Survival Horror puro, fatto di vulnerabilità, tensione e scarsità di risorse. E dall’altro quello di Leon, che farà leva sulla sua esperienza di veterano per offrire un approccio decisamente più action, dinamico e tattico.
In questo modo, il titolo punta a offrire una varietà di ritmo inedita, accontentando in un colpo solo sia i puristi dell’orrore che gli amanti delle sparatorie.
Siamo al cospetto di un unicum assoluto, un vero e proprio precedente storico per il franchise, sebbene la saga abbia fatto della narrazione a più voci uno dei suoi marchi di fabbrica, basti pensare ai fasti di Resident Evil 2 o all’intreccio corale di Resident Evil 6, mai prima d’ora si era osato tanto in termini di divergenza meccanica.
Fino ad oggi, le differenze tra i protagonisti si limitavano all’equipaggiamento o a variazioni sul tema; qui, invece, ci troviamo di fronte a due filosofie di gioco radicalmente opposte e inconciliabili.
Avere nella stessa opera due esperienze che si pongono agli antipodi dello spettro ludico, una di pura impotenza e l’altra di dominio militare, rappresenta una rottura totale con la tradizione, un esperimento di design audace che non ha eguali nella quasi trentennale storia di Resident Evil.

Finalmente vediamo l’uomo incappucciato
Il trailer ha avuto anche il merito di zittire definitivamente mesi di speculazioni selvagge, sgomberiamo il campo dai fantasmi del passato: l’antagonista che muoverà i fili dell’incubo non è né un redivivo Albert Wesker, né il subdolo Nikolai Zinoviev. Il volto della nuova minaccia risponde al nome di Victor Gideon, una figura inedita descritta come un ricercatore di alto profilo con radici profonde nel tessuto corporativo della Umbrella Corporation.
Sebbene le sue reali motivazioni rimangano per ora avvolte in una nebbia criptica, la sua presenza ha un significato che va ben oltre il semplice villain di turno: conferma inequivocabilmente che l’Umbrella tornerà finalmente a giocare un ruolo chiave nella trama.
Dopo anni di assenza o di ruoli marginali, la famigerata casa farmaceutica sembra pronta a riprendersi il centro della scena, tornando a essere il vero motore immobile dell’orrore biologico. Che possa avere qualche legame con l’Umbrella di Resident Evil 7?
Questo non lo sappiamo e sarà soltanto l’opera completa a dircelo.

Un ritorno alle origini sempre più marcato
Analizzando i fotogrammi nel dettaglio, emerge una volontà creativa cristallina: il trailer è un manifesto di un ritorno alle origini mai così marcato e consapevole. Capcom sembra voler compiere una vera e propria operazione di “restaurazione”, riportando al centro della scena i due pilastri fondanti dell’iconografia della serie: l’ombra corporativa dell’Umbrella e l’iconico inferno urbano di Raccoon City.
Questa inversione di rotta non è solo narrativa, ma si riflette prepotentemente nelle sezioni di gameplay che abbiamo potuto vedere.
La sensazione è che il titolo voglia prendere le distanze dalle sperimentazioni recenti (dall’action puro alle derive folk-horror di Village) per riabbracciare la coerenza stilistica e la tensione claustrofobica dei primi capitoli storici. Siamo di fronte a un riavvicinamento al DNA più puro del survival horror, quello fatto di cemento, virus e cospirazioni, che i fan della vecchia guardia chiedevano a gran voce, soprattutto dopo la deriva più action dell’ultimo capitolo.

Resident Evil Requiem è un’opera veramente interessante, che spero riesca a tener fede alle aspettative
In definitiva, questo trailer ha ottenuto l’effetto sperato: ha proiettato le mie aspettative verso la stratosfera. La promessa di una struttura così bipolare non è solo affascinante sulla carta, ma trasmette la sensazione di avere tra le mani quasi due giochi distinti fusi in un’unica opera monumentale, garantendo una varietà e una longevità potenzialmente infinite.
Se a questa ricchezza strutturale aggiungiamo il richiamo irresistibile della nostalgia, con il ritorno nelle strade lugubri di Raccoon City e un riavvicinamento così marcato alle atmosfere originali, è evidente che Capcom ha in mano tutte le carte per calare il poker d’assi definitivo. L’hype è reale, tangibile e, con le potenzialità di superare il livello già molto alto, toccato da Village.
Detto questo vi lascio il link per preordinare il gioco da Steam, ed il mio scorso editoriale su Resident Evil 3.