MGWCMX 2025: Intervista a Gin Zarbo

Intervista esclusiva con Gin Zarbo alla MGWCMX 2025. L'artista rivela come le radici dominicane e l'influenza dello shōnen plasmino le sue storie.

mgwcmx-2025-intervista-gin-zarbo-cover

L’industria del manga globale sta vivendo una trasformazione radicale, superando i confini geografici grazie a una nuova generazione di artisti che portano prospettive culturali inedite. Tra questi, Gin Zarbo si distingue come una delle voci più interessanti. Con radici italo-dominicane e una profonda fascinazione per la tradizione shōnen giapponese, Gin Zarbo ha costruito una carriera solida, pubblicata da importanti case editrici europee.

In occasione della MGWCMX 2025, abbiamo avuto l’opportunità di parlare con l’artista del suo processo creativo, dell’influenza delle sue radici multiculturali e della sfida di affermare il manga non giapponese in un mercato dominato dagli originali.

Identità ibrida e il battesimo dell’Horror

L’arte di Gin Zarbo è una sintesi di mondi, un’ibridazione che l’artista riconosce come la sua forza creativa. Alla domanda su come il suo background eterogeneo (italiano, dominicano e in qualche modo anche giapponese data la sua passione per il manga) influenzi le sue opere, l’autrice ci ha rivelato un legame profondo con l’horror e la narrazione popolare.

L’artista ha spiegato che la sua vena horror, evidente in opere come Undead Messiah, trae linfa vitale dalle sue radici dominicane e caraibiche. “Ascolto molte storie di tutti i paesi in cui sono stata,” ha raccontato. “Quando visito la mia famiglia, mi raccontano storie di fantasmi nella Repubblica Dominicana, nei Caraibi. Amano davvero le storie di fantasmi”.

Questi racconti, spesso condivisi in grandi riunioni familiari, sono stati una delle sue prime influenze. A questo si è unita l’esposizione precoce ai film horror grazie a sua madre, fin dall’età di sei o sette anni. Questa immersione nel genere da giovane ha plasmato le sue prime interazioni con la narrazione: “Il mio primo contatto con le storie, in termini di genere, è stato con l’horror”.

La decisione quindi di fondere le trame horror con lo stile grafico del manga shōnen è stata una conseguenza naturale di questa sua crescita ed esposizione al genere.

L’Emozione prima della Matita

Ogni mangaka di successo possiede una tecnica “segreta” per costruire la tensione e veicolare l’emozione nei suoi racconti. Quando abbiamo chiesto a Gin Zarbo quale fosse la sua “regola non scritta” o comunque la sua tecnica per costruire un impatto emotivo intenso in una vignetta o in una sequenza, la risposta si è concentrata sull’immedesimazione totale.

L’artista ha ricordato come il suo primo incontro con il manga l’abbia catturata proprio per il livello di espressione e di emozione che non trovava nei fumetti occidentali che leggeva da bambina. Desiderosa di replicare quella profondità, ha sviluppato un approccio quasi attoriale, mettendosi nei panni di ciò che scrive e che vuole trasmettere.

“È proprio così: quando scrivo una storia, e costruisco la trama del racconto, inizio innanzitutto con i personaggi,” ci ha spiegato. “Cerco di mettermi in prima persona nei loro panni. Mi chiedo: ‘Come ti sentiresti se ti trovassi in questa situazione?'”.

Questo processo di riflessione emotiva e immedesimazione è talmente intenso che alle volte la porta a provare le stesse emozioni dei suoi personaggi: “A volte piango anch’io quando provo tristezza per i miei personaggi”.

Gin Zarbo sente di non poter disegnare una storia se non prova in prima persona quello che stanno passando suoi personaggi. Il suo obiettivo primario è mettere tutta se stessa nel disegno per far sì che la reazione dei personaggi sia autentica per i lettori.

Il Futuro del Manga globale

Essendo una mangaka non giapponese di successo pubblicata anche in Europa, Gin Zarbo è rappresenta in qualche modo un pioniere in questo settore. Le abbiamo quindi chiesto qual è l’ostacolo più grande che gli editori europei e americani devono superare per garantire che i manga creati in Occidente possano raggiungere la stessa diffusione degli originali giapponesi.

L’artista ha espresso un grande ottimismo su questo tema, notando che le stesse case editrici giapponesi sono attivamente alla ricerca di artisti europei. “Questo perché (le case editrici giapponesi) trovano gli artisti e le loro storie diverse” ha osservato, indicando un apprezzamento per la diversità stilistica e narrativa.

La vera sfida, tuttavia, risiede nel pubblico: è necessario convincere il lettore della qualità. Sebbene le case editrici stiano infatti facendo il possibile, Gin Zarbo ritiene che il pubblico non abbia ancora pienamente riconosciuto che gli artisti non giapponesi possono produrre storie, e più in generale arte, di livello paragonabile ai mangaka giapponesi.

L’artista è convinta che in realtà la parità di abilità sia già stata raggiunta. “I giapponesi ci riconoscono già come bravi” ha affermato. La sua speranza quindi è che anche i lettori di tutto il mondo arrivino a questa consapevolezza, eliminando ogni distinzione: “Non dobbiamo fare questa differenza, sottolineare che il manga occidentale è diverso da quello orientale, che uno è migliore o peggiore”.

milan-games-week-cartoomics-2024-eventi-folla-gin-zarbo

Gin Zarbo conclude infine la nostra intervista con una nota di felicità e positività: il mercato del manga sta crescendo di anno in anno, e l’apertura di nuove iniziative sta dando maggiore visibilità ai creatori occidentali. L’obiettivo è che un giorno il manga in stile non giapponese venga distribuito su scala massiva, un traguardo che, secondo Gin Zarbo, è sempre più vicino grazie al lavoro instancabile degli editori e al talento delle nuove generazioni di artisti.

Ti è piaciuto quello che hai letto? Vuoi mettere le mani su giochi in anteprima, partecipare a eventi esclusivi e scrivere su quello che ti appassiona? Unisciti al nostro staff! Clicca qui per venire a far parte della nostra squadra!

Potrebbe interessarti anche