Gli sviluppatori di Limbo giudicano antiquati i giochi retail

I giochi retail proprio non piacciono a team di sviluppo come quello di Playdead Games, gli sviluppatori di Limbo. Abbiamo appreso di recente che il gruppo sarebbe al lavoro su un nuovo progetto, un titolo che arriverà sul mercato rigorosamente in via digitale. Ma perchè mai tanto astio nei confronti dell’universo retail?

Ce lo spiega Dino Patti, a capo del team, il quale giudica i giochi su supporti fisici antiquati e dannosi. Patti non riesce a comprendere come il fatto di dover distribuire il proprio prodotto in tutto il mondo, spedendo carichi e carichi di materiale, possa ancora essere considerato efficiente e possa procurare un qualche considerevole profitto per lo sviluppatore. Oggi esiste la rete, si sfrutti quella.

Patti asupica dunque una next gen in cui le console abbraccino in modo sempre più definitivo il digital delivery. D’altronde non può neanche negare che, quanto detto in passato da Kaz Hirai (boss di Sony Computer Entertainment) sia vero. Hirai aveva già specificato che la prossima console di Sony non sarebbe stata digital-only. A sostegno di questa posizione, Hirai aveva semplicemente fatto notare come i colossi videoludici facciano affari in parti del mondo in cui le infrastrutture dei network non sono ancora così robuste come si crede.

Comprendo il ragionamento di Hirai, dice Patti, ma sono convinto che l’industria debba dirigersi verso questa direzione. Il gioco fisico ha una serie indicibile di svantaggi, anche dal punto di vista del consumatore, eppure continua ad essere preferito. Questo perchè ha una migliore presenza, è tangibile. Da parte mia odio i giochi retail e li acquisto solo se voglio un determinato gioco per console. Altrimenti ho Steam e il mio PC.

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