Shadowgrounds – Recensione Shadowgrounds

I retrogamer che ci seguono probabilmente ricordano bene il nome Alien Breed, storico gioco in cui si comanda il protagonista dall’alto per guidarlo attraverso livelli labirintici popolati da orde di alieni. Il suo successo portò alla nascita di vari cloni che tentarono di eguagliarlo, e Shadowgrounds ne è un moderno esempio.

Escono dalle fottute pareti!

Se avete giocato Doom 3, la trama di questo titolo e il modo in cui si sviluppa vi suoneranno parecchio familiari: impersoniamo un meccanico in una colonia spaziale del futuro stanziata su una luna di Giove, e in un giorno qualsiasi veniamo chiamati al dovere per una manutenzione, e prima ancora di capire cosa stia succedendo ecco che si scatena l’inferno. Niente demoni, solo semplici alieni assassini la cui natura diviene nota lungo il gioco tramite diari ed e-mail che troverete in PDA e terminali sparsi in giro. Essenzialmente lo scopo è salvare la pellaccia e scoprire cosa sta succedendo, attraverso un discreto numero di missioni lineari con compiti piuttosto classici, del tipo raggiungi il punto X, salva lo scienziato X o distruggi X, ogni tanto in compagnia di qualche personaggio secondario. Una trama povera da cui non aspettatersi grandi stravolgimenti.


Fuoco incrociato in compagnia

La vecchia scuola

La carenza di una trama ricca è qualcosa di cui non si sente la necessità, dal momento che quello che conta davvero è l’azione concitata mentre corriamo e distruggiamo. Muoviamo il personaggio con i tasti W A S D e puntiamo e spariamo a 360 gradi con il mouse, osservando tramite un HUD ridotto all’essenziale, eccezion fatta per un radar di posizione in pieno stile Alien. La sopravvivenza dipende da ciò che troviamo sparso in giro, per terra o in casse, tra munizioni, medicine e armi. Di queste ultime se ne contano una decina, tutte potenziabili (ma non è possibile arrivare alla fine col massimo sviluppo di tutte), con cui uccidere i mostri che ci attaccano – mostri di varia natura, da insettoidi a bipedi biomeccanici che lanciano missili. Immancabile ovviamente la presenza di boss.
Il gioco tenta di incutere timore al giocatore tramite un ambiente perpetuamente scuro, da affrontare con una torcia che va esaurendosi, e con molti nemici piazzati strategicamente dietro angoli. Usiamo il verbo tentare in quanto, dato il tipo di gioco, è davvero difficile spaventarsi, anche a causa dello stile piuttosto bonario del titolo – e qui finiscono le analogie con Doom 3: niente urli disumani, niente simboli esoterici, niente violenza estrema. Non si può comunque criticare il lavoro fatto per dare mordente all’aspetto del gioco, piuttosto gradevole e con ambienti ricchi di elementi e dettagli.
Una nota di demerito: niente multiplayer, il massimo che potete avere è una cooperativa a due su schermo locale. 


La mitica friggitrice in azione

Conclusioni

Nulla di più e nulla di meno che un classico shoot’em up con vista dall’alto sulla falsariga di Alien Breed. Shadowgrounds può rappresentare un buon gioco per spezzare il ritmo dopo un titolo impegnativo o un acquisto obbligato per gli appassionati del genere, per chi invece volesse avvicinarsi alla categoria consigliamo di provare Alien Swarm, titolo indipendente e gratuito reperibile tramite Steam.

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