Terraria

Chi l’ha detto che per essere una killer application nella nuova generazione di console bisogna per forza sfoggiare un comparto tecnico da mascella spalancata? Noi no di certo, e la nostra tesi è sempre più confermata dall’uscita di titoli come Terraria: rilasciato inzialmente nell’ormai lontano 2011,  dopo aver positivamente mietuto fan su Pc, Playstation 3, PSVita e Xbox 360, il titolo indipendente sviluppato dal team Re-Logic è approdato anche su iOS e, finalmente, su Xbox One e Playstation 4. La versione per quest’ultima piattaforma è quella da noi provata.

Terraria 1

Non Chiamatelo Minecraft

A un primo approccio Terraria ha in effetti moltissimi punti in comune con il titolo di Mojang: la grafica old-style e lo stile sandbox-RPG possono trarre infatti in inganno. Bastano però pochi minuti di gioco per capire quanto siano profonde le differenze tra i due prodotti videoludici: innanzitutto, in Terraria vi ritroverete catapultati in un mondo interamente bidimensionale, dove potrete muovervi nelle quattro canoniche direzioni come nel più classico dei platform game. Con i pochi attrezzi inizialmente a vostra disposizione inizierete così a esplorare il mondo di gioco in lungo e in largo – potrete all’inizio dell’avventura decidere la dimensione massima della mappa che, nell’opzione più grande, richiederà un buon quarto d’ora per essere percorsa da cima a fondo – abbattendo alberi e raccogliendo oggetti. Questo mentre sopraggiungerà la notte, momento in cui vi accorgerete della pericolosità dei nemici che non si mostrano alla luce del sole: è in questo frangente che capirete l’importanza di costruire un rifugio che, seppur modesto quando eretto con i pochi oggetti fino a quel momento raccolti, vi garantirà protezione e fungerà da comodo punto di respawn in caso di morte prematura del proprio avatar.

Quanto appena detto è solamente il punto di partenza di quella che è l’avventura di Terraria: senza la presenza di una trama vera e propria l’intera esperienza di gioco si basa sulla raccolta di oggetti e sulla costruzione che, nelle fasi più avanzate, si trasforma in un vero e proprio plasmare il mondo virtuale in ogni suo più piccolo pixel, sia in locale che nelle partite online, nelle quali potrete mostrare agli altri giocatori le vostre creazione e far si che anche loro possano interagire con il vostro mondo. Il crafting è quindi – come in Minecraft – alla base del gioco, ma Terraria presenta comunque una componente ruolistica che, anche se fuori dal comune, è più evidente anche grazie alla scelta del 2D, che riportano la mente ai vecchi giochi di piattaforme visti su Game Boy: raccogliendo i giusti materiali è possibile forgiare armature e armi sempre più potenti, per equipaggiare così il proprio avatar e rendere possibile l’esplorazione dei dungeon più profondi. Ebbene sì, accanto al mondo che costruirete con le vostre mani gli sviluppatori hanno inserito una serie di dungeon popolati da mostri e, ovviamente, da imponenti boss (nella versione da noi recensita ne sono stati inseriti ben quattro ancora inediti), da evocare tramite la creazione di particolari oggetti, a loro volta da forgiare utilizzando materiali rari presenti nel mondo di gioco.

Terraria 2

Più definito, ma sempre pixel

Graficamente Terraria, oltre a essere come abbiamo già detto interamente in due dimensioni, presenta uno stile deliziosamente retrò, ricordando altri titoli indie visti su Playstation 4 nel corso degli ultimi mesi (impossibile non pensare a Spelunky o all’ottimo Fez). Rispetto alla prima versione Pc o a quella per Xbox 360 e PS3, però, l’ultima incarnazione del prodotto videoludico di Re-Logic beneficia di una risoluzione a 1080p che rende estremamente nitido e colorato ogni singolo pixel mostrato su schermo, rendendo il tutto una gioia per gli occhi. Perlomeno, quanto appena detto vale per i nostalgici e gli appassionati di questo trend che vuole il ritorno della grafica a 8 e 16 bit delle vecchie console: chi già storce il naso di fronte a Minecraft e non gradisce l’accostamento tra gameplay moderno e grafica old-style non apprezzerà certamente l’impatto visivo di Terraria, che a nostro parere resta comunque l’unico possibile per un titolo di questa tipologia.

Terraria 3

Niente mouse, niente touch

Chi non ha mai giocato a Terraria troverà i controlli su Playstation 4 precisi e più che reattivi: dal movimento del personaggio alla navigazione dei menu, fino ad arrivare alla più importante parte della creazione di oggetti e costruzione degli edifici, il Dualshock 4 si rivela tutto sommato un valido alleato del giocatore. Purtroppo, segnaliamo che giocare a Terraria su iOS o PSVita era decisamente un’altra storia, dal momento che in un gioco di questo tipo le possibilità offerte dall’interfaccia touch è sicuramente un valore aggiunto non indifferente. Stesso discorso per i giocatori Pc: mouse e tastiera, sopratutto il primo, durante la progettazione delle opere più complesse sono certamente ancora in grado di fare la differenza. Resta il fatto che, come già detto, la calibrazione del Dualshock 4 è stata curata fin nei minimi particolari e che, con un po’ di pazienza, chi si appassionerà al gioco riuscirà a padroneggiarne i comandi senza rimpiangere più di tanto l’impossibilità di interagire con un tap sullo schermo o con il puntatore di un mouse.

[signoff predefined=”Signoff 1″ icon=”quote-circled”]Terraria è un titolo indipendente d’avanguardia, tanto particolare e strano da poter vantare milioni di fan in tutto il mondo: il crafting, la costruzione di tutto quello che passa per la mente del giocatore e la totale libertà lo rendono in parte simile a Minecraft, ma un particolare stile grafico e il suo camuffarsi da Platform RPG vecchio stile gli permettono di differenziarsi quel tanto che basta per dimostrare tutto il carattere e l’unicità dei Re-Logic. Si tratta di un prodotto videoludico difficile da raccontare a parole: a nostro parere sicuramente da provare, a meno che non siate totalmente indifferenti al genere. Ai fan di vecchia data diciamo solamente che le novità rispetto al passato sono tante e che giocare a Terraria sul televisore del salotto, sfidando i nuovi boss in full-hd, è un’esperienza che spinge a ricominciare da capo e in men che non si dica tiene incollati allo schermo oggi come nel 2011.[/signoff]

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