A Plague Tale: Innocence – Recensione

Recensito su PlayStation 4

Fate una prova: avvistato un banco di pesci, lanciate nell’acqua un pezzo di pane. Vedrete decine, centinaia di pesci grandi e piccoli avventarsi sul pezzo di pane, attaccarlo, se volete, con una furia quasi ancestrale. Vedrete nel corso del tempo il pezzo di pane consumarsi e diventare sempre più piccolo fino a scomparire del tutto. Non c’è nulla di male, ovviamente: è un pezzo di pane e sono solo dei pesci innocui tra le risa dei bambini. Ma se i pesci avessero denti aguzzi e non fosse il pane a essere consumato, ma una persona… non sarebbe più divertente.

Gli animali, come sappiamo, non conoscono la malizia come gli esseri umani e seguono il proprio istinto di sopravvivenza. Nel regno carnivoro, la parola “sopravvivenza” implica di riflesso la morte di un altro esemplare, sacrificatosi volente o nolente al perdurare di un altro. È la natura. È il cerchio della vita. Quanto può essere ingiusta, a volte, la natura. E quanto può essere ingiusta, a volte, la Storia.

Le pagine dei libri di Storia, infatti, sono scritte con il sangue. Oltre all’uomo, da sempre protagonista, la palma del più grande assassino della storia va alle malattie. “Nessuno ama la malattia”, diceva Mater Morbi a Dylan Dog. È dannatamente vero: possiamo dire che fino al ‘900, epoca di scoperte rivoluzionarie in campo medico, non vi erano farmaci efficaci, ma incerti decotti, e le condizioni igieniche erano scarse. La gente cadeva in giovane età, puntuali come le foglie in autunno. Tutto questo è A Plague Tale: Innocence, la promessa di Asobo Studio, che personifica la malattia facendo agitare insieme convulsamente più di 5.000 ratti portatori di peste.

A Plague Tale Innocence Amicia protagonista
La protagonista del gioco, Amicia, è pronta a tutto pur di salvare il fratellino.

Fa molto riflettere sperimentare la dura vita del 1300 in A Plague Tale: Innocence seduti comodi nel 2019. Durante l’E3 2017, dove il gioco fu ufficialmente presentato, la sua inconcepibile crudezza e il rapporto fraterno che ne scaturiva aveva acceso l’interesse di molti videogiocatori. Il gioco si sarebbe svolto in Francia durante la Guerra dei Cent’Anni tra l’ondata di Peste Nera che travolse il paese e la Santa Inquisizione che si muoveva tra le pile di cadaveri, molti di essi provocati proprio dalla Chiesa cattolica.

Due anni dopo Asobo Studio (casa sviluppatrice francese) grazie a Focus Home Interactive porta un gioco molto diverso rispetto quella che è la produzione-tipo dello studio, fatta di molti giochi Disney/Pixar più o meno seri, rispettando quella promessa estiva e portando su PlayStation 4, Xbox One e PC il gioco più interessante di questo maggio videoludico.

A Plague Tale Innocence Francia '300
Nelle terre di Francia tutto sta decadendo in una spirale di morte.

In A Plague Tale: Innocence si controllano due fratelli, Amicia e Hugo De Rune, con cui è destinato affezionarsi. Di famiglia nobile, la loro esistenza è destinata a diventare presto rocambolesca, in fuga dall’Inquisizione che non si ferma davanti a nulla pur di catturare Hugo, un dolce bambino di soli cinque anni che non è mai uscito dalla sua stanza per motivi di salute. Amicia, la giovane e intraprendente protagonista, è come se non avesse mai conosciuto il fratellino, tenuto al riparo dal mondo dalla madre, che vede le campagne francesi giocoforza per la prima volta. Tenerlo per mano sembra strano, ma quella stretta diventa via via sempre più salda e confortante fino a diventare fondamentale. A Plague Tale: Innocence è un gioco di crescita e anche un gioco in crescendo, in cui la curiosità diventa attenzione dopo pochi capitoli di gioco.

Una piccola puntualizzazione da fare è che la nostra esperienza di gioco è stato il più possibile vergine da trailer e speciali in cui Asobo Studio ha investito le loro energie con fede incrollabile nel proprio progetto (che sarà un piacere vedere in un secondo momento). Essendo un gioco fortemente improntato sulla narrazione, seguire la storia senza sapere cosa aspettarsi è, ad oggi, da considerarsi un privilegio. Una produzione molto affine a un gioco tripla A – pur non essendolo –, il cosiddetto “presentimento da videogiocatore” navigato che ripone grandi speranze in un titolo senza lasciarsi travolgere per forza dalla pubblicizzazione è stato soddisfatto a più riprese.

A Plague Tale Innocence Ratti
Gli ormai iconici ratti di A Plague Tale: Innocence e le loro nidificazioni.

È difficile, infatti, non lasciarsi ammaliare dal mondo di gioco, dai tanti dettagli presenti su schermo in A Plague Tale: Innocence e anche sorridere a goffe stupidaggini come il soldato che si asciuga il sudore dalla fronte… dall’elmo. Tutto nel titolo ci comunica un appassimento generale del paese, plagiato da non una, non due, ma ben tre minacce: l’Inquisizione, i cui cavalieri investiti di una missione sacra dal Grande Inquisitore sono stati incaricati di recuperare Hugo De Rune a qualsiasi costo (senza farsi problemi nell’uccidere Amicia in maniere brutali) e i Ratti, dalla “r” maiuscola per la loro onnipresenza, un’ondata che divora la carne umana in pochi secondi come se fossero pezzi di pane, appunto, e portano con sé il Morso, malattia mortale che altro non è che la peste nera arrivata (si dice) oltreoceano.

Sullo sfondo, l’esercito inglese, estranei cantanti della Marsellaise, che si scontrano contro il Regno di Francia in un conflitto che dura più di cent’anni (1337-1453).

A Plague Tale Innocence Nicholas
Il minaccioso Sir Nicholas è incaricato di recuperare Hugo per conto del Grande Inquisitore.

Lo scopo dei giovani borghesi Amicia e Hugo, dunque, è pura sopravvivenza. Vestire i panni della sorellona e proteggere Hugo a tutti i costi, conoscerlo davvero per la prima volta, è una responsabilità di cui sentiamo (volentieri) il peso, perché è difficile non caldeggiare per l’ardore di Amicia e l’innocenza di Hugo, e proteggere un bambino indifeso e malaticcio.

Innocenza è anche la parola chiave del gioco, presente nel titolo del gioco e anche nel corso dei capitoli che lo dividono. Asobo Studio mostra com’è difficile mantenere l’innocenza in un luogo di morte, di come avremmo voluto coprire più e più volte gli occhi al piccolo Hugo. Lo studio francese ha optato per una terapia d’urto durissima: molte scene sono permeate da un impatto emotivo e visivo, e la crudezza e la crudeltà del gioco non risparmia due creature cresciute nell’ignoranza (o innocenza?) come Amicia e Hugo.

A Plague Tale Innocence morte e peste nera
Non avete visto ancora nulla.

Corpi esangui, fosse comuni, scheletri, carcasse di animali e sangue: le foreste e le città d’oltralpe sono costellate di morte e di scene via via sempre più traumatizzanti – la cosiddetta era oscura in tutto il suo splendore. Non ci aspettavamo tale livello di “realtà”, terribile nella sua schiettezza. A Plague Tale: Innocence ci dà una scelta, se far parte o meno di questa carneficina. Non è un caso se uno dei titoli che più hanno ispirato questo videogioco sia stato The Last of Us, gioco che ha spremuto il potenziale tecnico e narrativo della PlayStation 3 che anche metteva in gioco la nostra moralità.

A Plague Tale Innocence potenziamento
Il sistema di crafting di A Plague Tale: Innocence agevola molto il viaggio di Amicia e Hugo.

Amicia, come Ellie, è una ragazza semplice costretta a crescere in fretta: l’unica cosa che avrà tra le mani per difendersi sarà una fionda con cui sarà possibile distrarre e colpire i nemici umani, mostrando come anche una fionda possa essere letale. Amicia la maneggia con maestria ed essa può essere potenziata in varie stazioni attraverso i materiali sparsi per tutto il mondo di gioco, come zolfo, alcol, cuoio e attrezzi, questi ultimi fondamentali per potenziare la fionda o la borsa di Amicia che le permette di conservare più materiali o munizioni. Attraverso la fionda e un’iniziazione (piuttosto veloce) all’alchimia, altro elemento importante nel titolo, Amicia potrà lanciare proiettili alchemici per accendere fuochi da lontano o addormentare un nemico da vicino (Somnum).

A Plague Tale Innocence gameplay
Poche possibilità in questo caso: dovremo addormentare la guardia con l’alchemico Somnum.

La gestione delle risorse è quasi fondamentale in certi punti: una sola carica di Somnum, per fare un esempio, costerà parecchio e non ci permetterà molto probabilmente alla prossima stazione di potenziare la fionda. Creo il materiale o cerco di aggirare il problema per creare poi un potenziamento? Più volte ci siamo posti questa domanda, anche se c’è da dire che nella Francia di A Plague Tale: Innocence i materiali non scarseggiano. Allo stesso tempo, essi sono ben dosati alla capacità di materiali che Amicia può portare con sé.

Per questo il gioco punta molto sullo stealth, sul lanciare rocce o vasi per attirare altrove le guardie e sgattaiolare sotto i loro elmi. Nonostante ciò, se i nemici verranno allertati e Amicia verrà scoperta e avvicinata sarà quasi impossibile difendersi e nel caso più comune sarà uccisa violentemente. Un’altra componente che sembrava primaria ma che si è rivelata non esserlo assolutamente è il non lasciare Hugo solo, ma tenerlo per mano. Se lasciato nelle retrovie, Hugo inizierà a preoccuparsi, a urlare e a farsi notare dalle guardie per un preventivo game over. In realtà non c’è mai alcun bisogno reale di lasciare Hugo da solo e andare in avanscoperta senza di lui: tutto quello che Amicia può fare senza Hugo può farlo anche con: non ci siamo mai trovati nel corso dell’avventura a doverlo lasciare da qualche parte, ma solo a volerlo fare per curiosità. Il risultato è che non cambia niente, tranne che non ci si può allontanare troppo nel secondo caso. Tale meccanica – che se fosse stata preponderante sarebbe stata percepita come pesante, ce ne rendiamo conto – non viene mai incoraggiata nel gioco, ed è un peccato perché dalle premesse sembrava avere più peso e forse avrebbero potuto osare di più su questo fronte.

A Plague Tale Innocence gameplay con Hugo
I soldati hanno una soglia di attenzione ma possono essere facilmente attirati.

Un’altra cosa con cui bisogna scendere a patti è l’esplorazione, presente ma limitata. I checkpoint non sono sempre felici e spesso non è possibile tornare indietro, anche quando sarebbe stato possibile senza alcun problema. È stato uno dei grattacapi iniziali della nostra prova prima di entrare nello “spirito” del gioco e capire che predilige la narrazione, e l’esplorazione è una componente di contorno (certamente incoraggiata) che migliora con l’avanzare dei vari capitoli: nelle mappe sono infatti disseminati oggetti di curiosità storiche, doni e l’erbario di Hugo, composto da fiori che spesso il bambino metterà dolcemente tra i capelli della sorella più grande a scopo solo estetico.

Questi oggetti, nascosti e spesso anche costosi in risorse da recuperare, arricchiscono molto il mondo di gioco e provano, insieme a tante altre piccole minuzie, come Asobo Studio ci abbia tenuto a inserire dati storici per dare credibilità e fondamento alla Francia del 1340 circa.

A Plague Tale Innocence curiosità
Le curiosità sono ben sparpagliate nel mondo di gioco e molto interessanti.

Sebbene rimanga sempre fedele al suo scheletro, i capitoli di A Plague Tale: Innocence (che sommati evidenziano una buona durata complessiva) tentano di rinnovarsi ogni volta, con piccoli cambiamenti e aggiunte: Amicia potrà contare su più proiettili nel suo arsenale e ben presto di amici, come Lucas, alchimista in erba, o Mélie, ladra con la lingua biforcuta, creando un gruppetto di sopravvissuti che si alterneranno con il susseguirsi dei capitoli e che sposeranno la causa della giovane della casata De Rune affermando A Plague Tale come gioco corale, fatto di diverse motivazioni ma con un unico fine, trovare una cura per Hugo e non permettere all’Inquisizione di sfruttarlo per i loro sinistri scopi.

Ciò non significa che Amicia non finirà per ritrovarsi da sola e non potremo che contare su nessun’altro se non noi stessi, mischiando sessioni di stealth, puzzle e fasi più concitate a una trama galoppante e che infittisce sempre più una variegatura voluta e ricercata da Asobo Studio.

A Plague Tale Innocence fiori
I fiori sono un tema della fatica di Asobo Studio.

Come i nostri eroi, anche gli antagonisti si evolveranno di pari passo. I ratti, che sono di sicuro l’elemento più distintivo del titolo, costituiscono un’orda così massiccia che ci si aspetterebbe almeno un calo di frame, e invece A Plague Tale: Innocence fila liscio come l’olio dall’inizio alla fine. Legati a doppio filo con i giovani De Rune ma implacabili, essi saranno l’ostacolo più diabolico e allo stesso tempo i più grandi alleati da utilizzare contro i cavalieri nemici. L’unica loro debolezza, forti (invincibili) nel loro numero è il fuoco e guardandosi intorno ci sarà sempre un modo per evitarli – almeno per un momento. Se affrontati senza l’ausilio della luce, i ratti non lesineranno a divorare orrendamente chiunque capiti a tiro, che siano Amicia, Hugo e i loro compagni, o le guardie se dovessimo distruggere la loro fonte di luce con un colpo di fionda ben piazzato.

Nel gioco è presente la lingua italiana (testo e sottotitoli) con doppiaggio inglese, francese e tedesco. Il doppiaggio inglese è di buona fattura e soprattutto caratterizzato da accenti non madrelingua ma dai leggeri influssi francesi. Per quanto concerne la localizzazione italiana nessuno strafalcione da segnalare a parte l’espressione “uscire la fionda” nel menù di potenziamento, di uso ormai più intenzionale e ironico ma di sicuro non corretto (dato che uscire è un verbo intransitivo).

Senza ombra di dubbio, A Plague Tale: Innocence riesce a restituire perfettamente il senso di orrore verso le nefandezze della cosiddetta Santa Inquisizione e l’amarezza provocata dalle tante scene forti e dai tanti colpi al cuore provocati dalla malattia, che si esplica in una innaturale contaminazione dell’innocenza dei protagonisti. Crediamo, però, che il messaggio dello studio francese, facendoci trovare fiori quasi congelati, intatti nello spazio decadente della Francia del ‘300 sia che, alla fine, i fiori che sbocciano nelle avversità sono davvero i più rari e preziosi di tutti.

A Plague Tale Innocence Abbraccio tra Amicia e Hugo


Una storica pubblicità italiana degli anni ’60 recitava “il primo sorso affascina, il secondo strega”. Destreggiandosi abilmente tra Inquisizione, peste nera e alchimia, A Plague Tale: Innocence è l’opera in cui Asobo Studio ha riversato il proprio cuore. Probabilmente il titolo più stimolante di questo maggio videoludico, seguire le vicende di Amicia e Hugo De Rune risulta emozionante, forte di una narrativa radicata nella storia ma anche fantastica nella sua esecuzione finale, in cui abbiamo ritrovato tutte le ispirazioni svelate dagli sviluppatori. Poche pecche, come la povera implementazione del piccolo Hugo nel gameplay e un’esplorazione che sarebbe potuta essere più audace. Un gioco dalle diverse sfaccettature che lascia (volutamente?) diverse domande in sospeso, forse in vista di un sequel che può solo essere caldeggiato, A Plague Tale: Innocence non è che una prematura tomba delle lucciole: bisogna sempre tenere alta la speranza e nuotare contro banchi di pesci (o ratti) per proteggere chi amiamo perché i legami, in fondo, sono tutto ciò che abbiamo.

8.5

Pro

  • Emozionante
  • Il più possibile variegato
  • Accuratezza storica mischiata al videogioco
  • Rigiocabile per i collezionabili

Contro

  • Hugo poteva essere implementato meglio
  • Posizionamento dei checkpoint
Vai alla scheda di A Plague Tale: Innocence
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