[E3 2016] Dropzone – Hands on
Giochi come League of Legends e Dota 2, ovvero i cosiddetti MOBA, sono tra i primi responsabili della rinascita di popolarità del PC Gaming grazie alle loro decine di milioni di giocatori all’attivo ogni giorno. La formula del successo risiede nell’immediata fruibilità di questi titoli le cui dinamiche sono facili da apprendere ma difficili da padroneggiare. Tuttavia non tutti nel mondo apprezzano tale genere a causa della quantità di tempo che richiede ogni match (mediamente intorno ai 45 minuti) e per l’eccessiva semplicità rappresentata dal dover controllare una sola unità: molti giocatori professionisti di RTS come Starcraft infatti, considerano i MOBA “gli RTS per chi non sa controllare più di un’unità alla volta”.
Sparkypants, team di sviluppo composto da personaggi dietro allo sviluppo di molti RTS tripla A, ha deciso di creare una risposta a tutto questo: Dropzone.
Dropzone si presenta simile ai MOBA: ci sono personaggi con caratteristiche uniche, una mappa simmetrica e NPC in punti definiti della mappa che permettono di raccogliere esperienza, tuttavia ha due caratteristiche fondamentali che lo rendono unico: la prima è che ogni giocatore controlla tre differenti unità con personaggi che possono appartenere a tre classi differenti (essenzialmente tank, ranged e support), la seconda è che ogni match ha un tempo limite di quindici minuti.
Lo scopo di ogni match (rigorosamente uno contro uno) è distruggere i cosiddetti “nidi” di mostri controllati dall’IA e raccogliere i core per poi portarli al centro della mappa e “uploadarli” per ottenere punti, ma ci sono anche obbiettivi secondari assegnati casualmente a ogni giocatore all’inizio della partita (come ad esempio uccidere un determinato numero di un tipo specifico di mostri) che permettono di ottenere punti senza dover necessariamente entrare in conflitto diretto con l’avversario. Arrivati al termine di quindici minuti chi ha fatto più punti vince.
La personalizzazione degli eroi naturalmente ricopre un aspetto fondamentale: ogni personaggio ha a disposizione quattro slot di abilità attive e tre di abilità passive, almeno una delle quali influenza l’intero team, inoltre ognuno di loro ha un particolare parametro o effetto che si applica a tutte le abilità scelte, rendendo di fatto ogni abilità unica per ogni personaggio. Come anticipato si scelgono tre unità fra tre differenti classi, ma nulla impedisce al giocatore di usare tre unità della medesima classe e combinare differenti abilità passive e attive per adeguarli al proprio stile di gioco.
La presenza di tre personaggi da controllare, unita alla breve durata della partita, configura Dropzone come uno dei giochi competitivi multiplayer più intensi di sempre, tuttavia riteniamo che la definizione di RTS sia errata: tutti gli elementi del gioco uniti al fatto che sarà free to play, lo rendono molto più simile a un MOBA che a un qualsiasi RTS. Nonostante ciò ci vuole molta abilità per poter gestire efficacemente tre personaggi molto diversi fra di loro, e ogni partita offre molte possibilità di vittoria che non necessariamente richiedono ai giocatori di inseguirsi e scontrarsi, rendendolo di fatto più semplice di un qualsiasi RTS ma molto più complesso di qualsiasi MOBA.
Due parole infine sul sistema economico: si tratterà di un gioco free-to-play con la classica doppia valuta (a pagamento e non) che si potrà spendere sullo store interno per acquistare abilità ed equipaggiamenti vari ed eventuali, tuttavia gli sviluppatori promettono che tutti i potenziamenti potranno essere acquisiti senza dover spendere nulla e il matchmaking metterà a confronto giocatori di pari livello evitando quindi scomode situazioni pay-to-win.
Dropzone sarà disponibile in open beta entro fine anno esclusivamente su PC, e siamo sinceramente curiosi di vedere se la sua immediatezza e complessità lo renderanno un nuovo punto di riferimento per gli e-sports.
