Resident Evil 9 Requiem Provato

L'horror di Capcom più in forma che mai

Inutile dirvi quanto Resident Evil 9: Requiem abbia scatenato l’entusiasmo dei fan, e il mio, durante l’annuncio al Summer Game Fest di quest’anno. I motivi, a mio avviso, sono molteplici. In primis, il ritorno a Raccoon City che, per quanto sia un’evidente operazione nostalgia, rappresenta un’idea che funziona. In secondo luogo, c’è il ritorno a un’atmosfera horror più pura, fatta di corridoi bui e silenziosi, sangue, gore, mistero e, soprattutto, una terribile creatura che perseguita il protagonista di turno.

Parlando proprio del protagonista, troviamo l’elemento che ha reso questo capitolo particolarmente interessante: niente Leon, forse, niente Jill, niente fratelli Redfield e niente Ethan. È il momento di Grace Ashcroft, figlia di Alyssa Ashcroft, che abbiamo conosciuto nella serie Outbreak.

Resident Evil 9 Requiem – Un orrore “nuovo”

La demo che ho provato presso gli uffici di Plaion per conto di Capcom inizia con la nostra cara agente dell’FBI legata misteriosamente a testa in giù, mentre un macchinario le preleva del sangue. Una volta liberatasi, l’obiettivo è guidare Grace fuori da quella che sembra una magione situata in un luogo a noi sconosciuto. Il tutto avviene in prima persona, ma solo perché ho scelto io di iniziare con la visuale soggettiva. Il gioco, infatti, all’avvio chiede se si desidera giocare in terza persona, ricordando però che l’esperienza è stata pensata e progettata per la prima. Della visuale in terza persona parlerò più avanti, ma vorrei prima soffermarmi sui contenuti della demo.

La sensazione provata durante i 15 minuti della prova è stata quella di vivere un’esperienza che fonde il prologo di Resident Evil 7, la Casa Beneviento di Resident Evil 8, con un tocco di Resident Evil 1 e 2. Si tratta di una sessione inizialmente molto incentrata sull’esplorazione, nella quale bisogna cercare di aprire porte, trovare oggetti e chiavi per accedere a nuove aree. Il tutto nei panni di un personaggio, almeno in questa fase, privo di armi, del tutto incapace di difendersi, se non lanciando bottiglie per distrarre il nemico.

Graficamente l’ho trovato piuttosto incredibile. Nonostante il RE Engine abbia ormai qualche anno sulle spalle, la sua resa visiva è a dir poco impressionante. I dettagli del volto di Grace e le sue espressioni di terrore sono assolutamente convincenti, enfatizzati da elementi come il sudore che le cola sul viso. Il lavoro più grande, però, è senza dubbio quello sull’illuminazione, soprattutto nei momenti in cui Grace si muove al buio con un semplice accendino come unica fonte di luce, creando un’atmosfera incredibile.

Se siete fan della serie Resident Evil, non avrete alcuna difficoltà ad abituarvi ai controlli e, soprattutto, alla logica degli enigmi, anche nei momenti più tesi in cui farà la sua comparsa l’entità che, in questo capitolo, assume il ruolo di “Stalker”, in stile Mr. X o Nemesis.

A proposito di questa creatura, posso garantirvi che incute davvero timore, non solo per i suoi movimenti o per la capacità di apparire nei momenti meno opportuni, ma anche per la sua presenza visiva. Si tratta di una deformità talmente disturbante da risultare inedita persino per Resident Evil, forse solo la Casa Beneviento ci si era avvicinata. E se avete giocato Village, sapete esattamente a cosa mi riferisco.

Nonostante la tensione e il senso di paura, sono stato ormai temprato da anni di horror, abbastanza da non farmi prendere dal panico e, soprattutto, da riuscire a concentrarmi sugli enigmi e portare a termine la demo senza problemi. Il PR di Capcom è rimasto persino impressionato dalla velocità con cui ho concluso la prova, tanto da permettermi una seconda run, mentre altri erano ancora a metà della prima.

Questa seconda run mi ha dato la possibilità di vivere il prologo con la già citata visuale in terza persona, e da qui sono emersi due dettagli interessanti, uno positivo e l’altro meno. Il lato positivo è che la terza persona permette di assistere a momenti che in soggettiva non si percepiscono, come le reazioni fisiche di Grace nei momenti di panico durante le fughe dalla creatura. La nostra eroina corre affannata, inciampa, striscia, aumentando il senso di vulnerabilità e coinvolgendo emotivamente il giocatore. L’aspetto negativo, però, è che alcune animazioni non sono affatto riuscite, soprattutto quelle durante la corsa. Sembrano posticce e raffazzonate, più o meno allo stesso livello di quelle viste in Resident Evil Village. Dopo tutto questo tempo, forse, da Capcom era lecito aspettarsi qualcosa di meglio. Tuttavia, per chi mal tollera la visuale in prima persona, resta comunque un’opzione molto gradita. Va anche detto che è possibile cambiarla dal menu in qualsiasi momento.

Ovviamente, 15 minuti non bastano per farsi un’idea completa del gioco, anche perché è evidente che questo prologo nasconda qualcosa di molto più grande, proprio come accaduto in altri capitoli della serie. Sappiamo che ci saranno sessioni di combattimento, una “vecchia” Raccoon City da esplorare, forse nuovi personaggi pronti ad aiutare Grace, si vocifera perfino di Leon, e chissà cos’altro ancora. I dubbi e le domande si moltiplicano. Riusciranno a mantenere questa tensione per tutta la durata del gioco? Come verrà gestito il nuovo stalker? Sarà l’unico o ce ne saranno altri? Quali creature ci ritroveremo ad affrontare? Torneranno gli zombi? E per quanto riguarda la trama, perché Grace è stata rapita? Perché le stavano prelevando il sangue? Dove si trovava esattamente il luogo in cui si risveglia Grace?

Tutte domande che troveranno risposta a febbraio 2026, quando il gioco arriverà nei nostri negozi. Nel frattempo, prendo e porto a casa quanto ho visto con grande positività e soddisfazione. Il prologo è d’impatto, e sembra davvero il risultato di tutti gli elementi migliori dei precedenti Resident Evil. Penso non si potesse chiedere di meglio.Resident Evil 9: Requiem non reinventa la formula, la affina. E se il prologo è solo l’inizio, allora Capcom ha già colpito nel segno.

Resident Evil 9 REQUIEM rischia di essere un altro centro per CAPCOM

Inutile dirvi quanto Resident Evil 9: Requiem abbia scatenato l'entusiasmo dei fan, e il mio, durante l’annuncio al Summer Game Fest di quest’anno. I motivi, a mio avviso, sono molteplici. In primis, il ritorno a Raccoon City che, per quanto sia un’evidente operazione nostalgia, rappresenta un’idea che funziona. In secondo luogo, c’è il ritorno a un’atmosfera horror più pura, fatta di corridoi bui e silenziosi, sangue, gore, mistero e, soprattutto, una terribile creatura che perseguita il protagonista di turno.

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