Assassin’s Creed: Origins – Gli occulti – Recensione

Recensito su Xbox One X

Sebbene la storia dei DLC di Assassin’s Creed racconti spesso di come Ubisoft abbia provato a “shakerare” la formula del titolo principale, cambiando protagonista, setting, periodo storico o anche meccaniche, con Origins e il primo contenuto scaricabile Gli Occulti, il team canadese ha invece pensato di proporci semplicemente una continuazione diretta del main game.

Gli occulti

Venduto a 9.99€ o incluso nel Season Pass, Gli Occulti ci cala di nuovo nei panni di Bayek, il simil-sacerdote/poliziotto di quartiere egiziano nella sua lotta contro i malvagi Romani e il misterioso Ordine, il tutto spostandosi nella nuova regione del Sinai, a quattro anni di distanza dal termine delle vicende di Assassin’s Creed: Origins.

SPQR: Sono Pericolosi Questi Romani

Come detto, Gli Occulti è semplicemente “more Assassin’s Creed”, ma data le qualità innegabili (qui la nostra recensione di qualche mese fa) di Origins, tutto ciò non è assolutamente un difetto. In ogni caso in questo DLC c’è abbastanza carne al fuoco per soddisfarci appieno e una nuova storyline che riserverà più di una sorpresa e coinvolgerà inaspettatamente qualche personaggio conosciuto.

Gli occulti

È innanzitutto praticamente obbligatorio terminare le missioni principali di Origins prima di buttarsi in questo DLC. Per prima cosa, le missioni richiederanno un livello di esperienza molto alto, attorno al 40 (in Gli Occulti il level cap viene alzato a 45) e le vicende partiranno dall’epilogo del gioco, con Bayek e Aya separati dal Mediterraneo, Giulio Cesare nella tomba e quello che diventerà il Credo degli Assassini appena fondato. Sebbene le 5/6 ore circa che vi serviranno per portare a termine il tutto non riservino chissà che sviluppi narrativi – paradossalmente sono alcune missioni secondarie a rubare la scena – seguire la storia di questi primissimi anni degli Assassini si rivela interessante, con Bayek sempre di più al livello dei migliori protagonisti della serie.

Un mondo tutto nuovo. O quasi.

Storia che si ambienta nella nuova regione del Sinai, raggiungibile via imbarcazione da Alessandria e separata appunto dalle acque dalla zona esplorabile nel gioco principale. Dalle dimensioni equiparabili a circa 3-4 regioni della mappa originale, questa nuova area offre un paesaggio montagnoso e laboriose cave di marmo, ricche di operai e strumenti per l’estrazione, i quali offrono possibilità di imboscate dall’alto e donano una forte verticalità al gameplay.

Gli occulti

Sebbene non necessariamente si soffra di una sensazione di déjà vu, pensiamo che Ubisoft avrebbe potuto caratterizzare questa nuova regione in maniera più decisa. Il Sinai sembra un po’ un riassunto di tutte le aree di Origins: a nord una città – Arsinoe – con pianure intorno, a sud un deserto e natura incontaminata e al centro la base degli Assassini e villaggi/fattorie/installazioni militari.

Anche dal punto di vista architettonico, dopo aver terminato il contenuto scaricabile, ci ritorna in mente solo la bellissima meridiana e il relativo tempio di Arsinoe, o al massimo il più difficile e intricato forte romano del gioco. Tutto qui: il resto scorre via al ritmo delle più che ispirate missioni, accompagnati da qualche nuova arma leggendaria, senza fare caso al paesaggio, per molti versi “già visto”.

Gli occulti

Se, come noi, avete apprezzato Assassin’s Creed: Origins, non possiamo che consigliarvi di investire qualche euro per Gli Occulti, nonostante una certa prevedibilità di fondo. Se in questo caso siamo stati in fondo soddisfatti dall’idea del team di sviluppo di giocare sul sicuro, ci attendiamo grandi novità e sconvolgimenti ne “La Maledizione dei Faraoni”, la seconda espansione in uscita il 6 marzo, la quale prevede elementi soprannaturali e forti influenze della religione egizia, il tutto nella molto più promettente area della Valle dei Re.

7.2

Pro

  • Stesso livello di qualità – alto – del gioco principale
  • Nuove e potentissime armi
  • Narrazione senza punti morti

Contro

  • La nuova area è piccola e poco interessante
  • Non presenta nessuna novità di rilievo
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