Darkest Dungeon – Recensione

La più antica e potente emozione umana è la paura e la paura più antica e potente è quella dell’ignoto“. Non a caso usiamo le parole di Howard Phillips Lovecraft come preludio al viaggio verso il quale ci stiamo accingendo, carichi di speranza e paura e circondati dall’ignoto e dalla follia in un atmosfera elegantemente vittoriana e lugubremente carica d’ansia.

È raro ritrovare in un videogame delle atmosfere che, pur senza citarlo direttamente, riescono a richiamare in maniera cosi forte e accentuata quello che da sempre è un mito e una pietra miliare dell’horror, quello di Cthulhu. Non indugiamo oltre sulla soglia di Darkest Dungeon, opera indie dei Red Hook Studios che tanto successo ha riscosso su Steam e che finalmente approda su PS4 e PS Vita.

Darkest Dungeon

“Congratulazioni, ora hai fatto un passo verso il fondo”T. Durden

Darkest Dungeon

Sempre più spesso vengono alla luce produzioni indie dall’elevato potenziale, ma raramente troviamo titoli che riescono a esprimere la loro tetra natura così bene come Darkest Dungeon. Il titolo dei Red Hook prende vita dall’accorata lettera di un padre anziano e ossessionato dai suoi demoni che scrive al figlio lontano. In queste poche righe il genitore rammenta al figlio lontano la bellezza e l’opulenza della magione a cui al tempo suo diede i natali.

Dalle immagini e dalle parole risulta immediatamente chiaro come la villa abbia vissuto epoche di sfarzi, di lusso sfrenato e di bagordi come solo può succedere a chi vive nell’agiatezza e nella benevolenza della fortuna. Ma niente dura per sempre e si insinua il dubbio che vi sia qualcosa di più profondo, potente e grande, qualcosa di oscuro e malvagio in questo caso. L’anziano genitore è ossessionato dall’idea che la sua sua vita agiata sia principalmente dovuta a un energia che permea dalla villa di famiglia, o meglio da qualcosa di antico che risiede sotto di essa.

Darkest Dungeon

Con il sangue e il sudore degli operai assoldati, ma sopratutto con la caparbietà che solo un uomo follemente ossessionato possiede, viene al fine rinvenuto un antico portale sotto la dimora, un varco verso un altro mondo presidiato da una divinità che forse sarebbe stato meglio aver lasciato riposare in pace. Il genitore è l’unico a riuscire a uscire dall’antro appena scoperto, correndo sopra i cadaveri in preda a una frenetica follia, e riesce finalmente a scrivere al figlio domandandogli aiuto e chiedendogli di venire a reclamare la sua eredità.

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“La sanità mentale è un imperfezione”  C.Bukowsky

Darkest DungeonDarkest Dungeon è un GDR rogue like indie che merita davvero una menzione d’onore. È riuscito a incantare il pubblico che ha potuto apprezzarne ogni sfaccettatura su Steam e ora torna alla carica con un porting magnificamente trasposto su PS4 e PS Vita. Nell’addentrarsi nel gioco non si può fare a meno di notare il comparto grafico, che pur nella sua semplicità, riesce a trasmettere l’atmosfera carica di ogni male che l’intera esperienza dona costantemente.

Un esempio sono senza ombra di dubbio le tavole raffiguranti le varie tipologie di personaggi che ritrovate qui nei paragrafi, frutto della passione dei fan e della collaborazione con i Red Hook Studios. Poche animazioni, un finto effetto 3D ben sfruttato e un ottimo gioco di luci e ombre sono infatti sufficienti da soli a trasmettere ansia e paura durante tutta l’avventura. Qualche effetto pop-up improvviso, a cui non ci si abitua facilmente, accompagnato da una colonna sonora curata è sicuramente in grado di farvi balzare sulla sedia anche dopo diverse ore di gioco.

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Se a questo poi unite un’ottima caratterizzazione dei personaggi e una componente GDR davvero molto ben sfruttata il risultato ottenuto non può che essere sorprendente. Basti pensare che tutto parte da una piccola campagna Kickstarter a cui non sono venuti meno i fondi neppure dopo il lancio del progetto, né le collaborazioni con schiere di volontari che hanno sottoposto agli studios le loro traduzioni e i loro artwork permettendo al titolo di crescere.

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“Anche la follia merita i suoi applausi” – Alda Merini

Darkest DungeonI titoli del genere GDR sono spesso e volentieri caratterizzati da un ritmo ragionato, lento e da scenari statici e sempre uguali, così come quelli appartenenti alla categoria rogue like hanno come caratteristica la velocità e la diversità di scenario. Un unione di questi generi sembra impossibile ma non è quello che devono aver pensato i ragazzi di Red Hook. quando hanno dato vita a un titolo che comincia, dopo le scene iniziali,  in un villaggio da cui partiranno le nostre spedizioni all’interno dei dungeon scoperti da nostro padre.

In realtà assolderemo soldati e avventurieri per farlo al posto nostro: a quattro alla volta partiranno alla conquista di dungeon procedurali generati casualmente e contenenti oggetti, e avversari sempre diversi. Ogni membro del gruppo ha caratteristiche ben precise e un equipaggiamento che di volta in volta può essere modificato. Inoltre ogni categoria di personaggi ha caratteristiche ben precise di cui tenere conto quando ci si avventura in battaglia: oltre a forza e velocità dovremo tener conto delle tipologie di attacchi effettuabili e della portata degli stessi, tenendo conto che il nostro party si muoverà in fila indiana e che posizionare un esperto di attacchi a lunga distanza davanti e un cavaliere dotato di scudo dietro può non essere una mossa intelligente.

Darkest Dungeon

Il roster di personaggi tra cui scegliere conterà molti più membri ma dovrete tener contro delle caratteristiche peculiari di Darkest Dungeon prima di pensare di avere sempre una vasta scelta a disposizione. Infatti una delle componenti più riuscite e originali del gioco è quella che si occupa degli stati d’animo, dello stress e delle malattie mentali dei vostri avventurieri. Con l’aumentare dello stress, cosa che avviene con estrema facilità, si faranno avanti le tare mentali dei protagonisti rivelando pericolose perversioni ognuna delle quali con caratteristiche ed effetti precisi:

  • Paranoico
  • Egoista
  • Irrazionale
  • Pauroso
  • Senza speranza
  • Abusivo
  • Masochista

Ognuna delle patologie sopra indicate porterà i vostri mercenari inevitabilmente ad avere atteggiamenti quali la riluttanza a essere guarito o il rifiuto di eseguire gli ordini ma può anche portare il malcapitato alla fuga in fondo al party di gioco o la follia nello spingersi al cieco attacco e allo spostamento verso il pericolo, mandando immediatamente a farsi benedire tutte le vostre strategie di guerra e spingendovi sempre più vicino all’orlo della follia.

Darkest Dungeon

Come in ogni rogue like che si rispetti infatti, la morte è una condizione permanente che vi porterà alla perdita di tutto il tempo e il denaro spesi per il potenziamento del personaggio in questione, e la difficoltà tarata verso l’alto e le follie del vostro team non aiutano certo il videogiocatore a portare a casa la vittoria.

Il villaggio può essere d’aiuto grazie alle strutture in cui i guerrieri potranno trovare la pace dalla follia che li pervade pregando, auto flagellandosi, ubriacandosi o rilassandosi nella casa del piacere secondo i gusti personali del soggetto. Sono inoltre presenti una casa di cura dove curare le vostre menti malate dai vizi acquisiti, un cimiteri che tiene memoria dei caduti, un carrozzone per il reclutamento e naturalmente le botteghe per migliorare e acquistare equipaggiamenti e skill.

Darkest Dungeon

All’inizio di ogni partita dovrete fare i conti con il poco denaro a disposizione per acquistare ciò che è necessario per la vostra spedizione, come cibo, torce (stare al buio aumenta lo stress), attrezzi per scavare chiavi e molto altro ancora. Potrete quindi equipaggiare reliquie e amuleti e cercare prepararvi al meglio. Studiare ogni singola mossa e pensare a come comporre in maniera accurata il vostro team nonostante le difficoltà del caso non sarà un’impresa semplice, sopratutto dato il poco denaro a disposizione e il tempo impiegato dagli avventurieri per riprendersi dalle fatiche dei viaggi.

Imperativo è bilanciare cure e attacco, magia e armi da fuoco, potenza e velocità il tutto per ottenere la vittoria. Come premio per la vostra bravura e intelligenza otterrete una caratteristica permanente per il vostro personaggio, positiva o negativa dipenderà da come avrete affrontato il percorso. Ne esistono oltre trenta e ognuna ha caratteristiche con cui dovrete fare i conti.

Darkest Dungeon

“Follia sarebbe non giocarci”M. Cadeddu

Darkest Dungeon è un esempio ottimamente realizzato di come si possa ottenere tanto da una grande idea anche se non si dispone di un budget milionario. Le major dovrebbero pensare di più a creare e meno a sfruttare infinite potenze grafiche tralasciando la passione e la cura per il dettaglio che invece permea dal lavoro dei ragazzi dei Red Hook Studios. Facile perdersi nelle cupe atmosfere lovecraftiane, e ancor più facile ricominciare una partita dopo l’altra, nonostante la frustrazione di una morte che ci attende sempre dietro l’angolo. Si sente il bisogno di giochi così e anche se non siete propensi al genere vi consigliamo di dare una possibilità a Darkest Dungeon.

9

Pro

  • Originale e ben curato in ogni dettaglio;
  • Elevata rigiocabilità;
  • Ottima la grafica e il comparto audio;
  • Elevata componente GDR e Roguelike;
  • Interamente tradotto;

Contro

  • Su PS Vita alcuni comandi sono un po' ostici;
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