Back in Time – Bleach: Soul Resurrección

Salviamo il Hueco Mundo su PlayStation 3. O almeno, proviamoci.

Quest’estate si celebra il ventesimo anniversario di Bleach, uno degli shonen più famosi, uno di quelli che è poi riuscito con successo a “fare il salto” dalla terra del Sol Levante sino a quelle occidentali, fino a essere tradotto, pubblicato e amato anche in Italia. Abbiamo pensato di ricordarlo con un bel (nemmeno tanto, lo scoprirete leggendo – N.d.R.) gioco su licenza, Bleach: Soul Resurrección per PlayStation 3, che a sua volta spegne in questi giorni la sua decima candelina.

Moltissimi di voi saranno familiari con le avventure di Ichigo Kurosaki, “Fragolino” per gli amici, il protagonista di Bleach. La sua vita cambia completamente dopo l’incontro con Rukia Kuchiki, una ragazza che nasconde un lavoro non certo convenzionale: è una dea della morte (shinigami). Nel mondo parallelo creato da Kubo, infatti, per permettere alle anime sperdute di trovare la via per la Soul Society (una sorta di rifugio per le anime) e per tenere lontani gli spiriti maligni (Hollow) esistono gli Shinigami, guardiani della Soul Society, anime pure, coraggiose e potenti che lavorano per mantenere l’equilibrio tra i due mondi, rimanendo completamente invisibili alle persone normali.

Ichigo però non è mai stato una persona ordinaria, essendo stato in grado, sin da piccino, di vedere fantasmi, sentire voci e comunicare con esseri eterei. È solo dopo aver incontrato Rukia che Ichigo scopre di possedere i poteri per diventare uno shinigami, proteggere i suoi cari e combattere gli Hollow al fianco degli dei della morte.

Soul Resurrección

Questo è un breve incipit della molto più complessa storia di Bleach, resa poi unica non tanto dai combattimenti a furia di energia spirituale (Reiatsu) e spade (Zanpakuto) o dagli splendidi disegni, ma soprattutto dai suoi personaggi indimenticabili e dalla trama intricata ma stimolante. Dovevamo parlare di Soul Resurrección, direte voi, ennesimo videogioco tratto dal manga/anime e invece abbiamo divagato sulla storia di Bleach stesso. Bene, risponderemo noi, è proprio qui che volevamo partire, dato che il gioco fallisce nel ricreare ciò che ha reso un fenomeno il lavoro di Kubo, focalizzandosi invece, senza troppo successo poi, sui combattimenti, lasciando la storia e i personaggi come elementi di contorno, poco approfonditi e mal realizzati.

In Bleach: Soul Resurrección non capirete nulla della storia, a meno che non siate esperti dell’opera originale e aggiornati quantomeno fino al numero 47/48 del manga. Lo Story Mode, diviso in quattordici episodi, racconta le vicende che si svolgono dall’arrivo di Ichigo e compagni nello Hueco Mundo, in pratica il mondo delle anime malvagie che si trova a metà tra la Soul Society e quello normale, nel quale uno Shinigami ribelle, tale Aizen, si è rifugiato in attesa di mettere in atto i suoi piani di conquista, alla guida di un esercito di ibridi Hollow/Shinigami chiamati Arrancar. Insensato, giusto? Il bello è che gli sviluppatori non hanno cercato in nessun modo di risolvere il problema con una bella introduzione o lunghe schede ricche di informazioni sui personaggi, per almeno cercare di introdurre i neofiti al mondo di Bleach. Conoscere la storia di Ichigo è obbligatorio, dunque, per seguire le vicende, ma anche chi fosse aggiornato farà fatica a ritrovarsi, in quanto tutta la trama di Soul Resurrección è raccontata in cortissime cutscene e in tristissimi riassunti che precedono i livelli, stringati e confusi. Senza contare poi che il gioco non è tradotto in italiano! Riassumendo: per godervi la storia di questo titolo dovrete conoscere l’inglese, avere quantomeno un’infarinatura sui personaggi e il mondo del fumetto di Bleach e farvi comunque in quattro per decifrare i pochi scampoli di narrazione che vi verranno proposti…

Soul Resurrección

I combattimenti fungono da elemento cardine di Soul Resurrección, strutturato similmente a un Dynasty Warriors, nel quale ci troveremo a farci strada per brevi livelli smazzando centinaia di nemici prima dell’immancabile boss finale. Tristemente, sia nelle 14 parti della modalità storia principale, sia nelle 28 missioni della Mission Mode (che propone livelli con obbiettivi o modificatori particolari, slegati dall’intreccio degli eventi) il canovaccio sarà praticamente sempre lo stesso: avanzare, ammazzare i poveretti, avanzare ancora, fino a raggiungere un nemico più forte e terminare il livello, per poi ricevere una valutazione e un resumé delle nostre prestazioni.

Quantomeno, pur nella ripetitività della formula di base, le diverse abilità dei combattenti e il sistema di combo sono interessanti e garantiscono varietà anche riaffrontando gli stessi stage: ogni Shinigami o Arrancar che impersoneremo avrà infatti le sue forze peculiari e si giocherà certamente in maniera diversa rispetto a un altro, pur se dobbiamo riportare come alcuni risultino proprio poco divertenti o fedeli ai poteri del personaggio al quale sono ispirati.

Soul Resurrección

Il battle system è semplice ma può dare soddisfazioni, soprattutto volendo registrare punteggi record. Con il pulsante quadrato si userà l’attacco base, diverso per ogni eroe, con cerchio invece le diverse abilità speciali, che consumano energia spirituale, mentre gli attacchi da lontano sono affidati al triangolo. In aggiunta a questi comandi, i tasti dorsali gestiranno il volo, le parate e – soprattutto – la possibilità di entrare in modalità “Ignition”, all’interno della quale i nostri poteri saranno notevolmente aumentati e potremo anche usare una mossa finale potentissima e spettacolare.

Sbloccare materiale come altri personaggi (sono 21 in tutto), nuove missioni o modelli in tre dimensioni dei protagonisti è una delle ricompense che ci verranno donate cercando di migliorare i nostri punteggi o affrontando i livelli a difficoltà Hard o Very Hard, ma non l’unica, in quanto il vero fulcro dei livelli consiste nei Soul Point, una sorta di Punti Esperienza che serviranno per far crescere i nostri alter ego digitali, potenziandoli a nostro piacimento. Dopo averli guadagnati in battaglia potranno essere spesi tramite un sistema simile alla sferografia di Final Fantasy X, il quale gestirà l’avanzamento nei livelli, importantissimo nel caso voleste padroneggiare le Missioni più impegnative alle difficoltà più esigenti. Ogni personaggio può crescere di più di 100 livelli, ma vi sfidiamo ad avere veramente voglia di riaffrontare gli stessi, noiosi, stage decine di volte per potenziare tutti i PG al massimo. E non ci si venga a dire che così la longevità è ampia.

Soul Resurrección

Non tutto è male in Soul Resurrección, sia chiaro. Se i combattimenti, come detto, sono simpatici ma ripetitivi, è nel settore tecnico che i complimenti si sprecano, in particolare per quanto riguarda la grafica. Siamo ai livelli di Naruto Ultimate Ninja Storm 2, un luminare nella maestria del portare l’anima dell’anime (scusate, non l’ho fatto apposta – N.d.R.) sui nostri schermi grazie alla potenza delle console HD e a un cel shading tra i migliori di sempre.

Certo, UNS 2 ha probabilmente più varietà – in Bleach i fondali e i tipi di mostri si contano sulle dita di una mano – ma come modelli di personaggi e boss siamo a livelli simili e altissimi: i capelli arancioni di Ichigo, il mantello di Ishida, il drago di ghiaccio di Hitsugaya, tutto messo a schermo veramente con sapienza, condito da effetti particellari spettacolari, evidenti in particolare negli attacchi Ignition. Pure le musiche sono orecchiabili, ed è anche da rimarcare il doppiaggio (non troppo utile in fondo viste le poche scene recitate), con gli stessi doppiatori dell’anime originale, dotato di opzione per scegliere tra lingua giapponese e inglese.

Soul Resurrección


In fin dei conti però, se in un titolo dedicato a un manga così famoso e dalla storia così intrigante alla fine è la grafica il punto di forza, che risalta sopra il resto, non è certo un grandissimo segnale. Soul Resurrección ricorda un po’ Dynasty Warriors Gundam 2, un titolo hack and slash su licenza, prettamente rivolto ai fan dell’anime/manga a cui è ispirato, ripetitivo, dalla buona realizzazione grafica ma dallo scarso mordente. In più in questo caso ci si può scordare l’incredibile numero di missioni e di opzioni del titolo dedicato ai robottoni spaziali, visto che, oltre a una ventina di lottatori nel cast, qualche modello 3D e una serie di livelli tutti simili tra loro (vi sono anche delle leaderboard online), Soul Resurrección si basa tutto sul superarsi per raggiungere valutazioni migliori o catturare tutti i trofei e potrebbe stancare in fretta.

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