Back in Time – Crimson Dragon

Cremisi mediocrità.

La scorsa settimana il nostro viaggio indietro di una generazione ci ha portato a esplorare la natura con Zoo Tycoon e Kinect; questa settimana esploriamo il cielo con Crimson Dragon e, ancora una volta Kinect, o meglio, quello che avrebbe dovuto regalarci Kinect, come diremo subito. Annunciato come Project Draco nel lontano 2011 al Tokyo Game Show, nonostante un certo pedigree, annoverando tra i suoi developer il creatore di Panzer Dragoon, Yukio Futatsugi, nasce come un titolo minore in digital delivery. Dedicato a Kinect per Xbox 360, tra l’altro. Alla fine uscì su Xbox One con supporto Kinect solo vocale (o quasi).

Crimson Dragon è, proprio come Panzer Dragoon, uno sparatutto su rotaie in cui guideremo un umano a cavallo di un drago armato fino ai denti, nel tentativo di liberare i livelli di gioco da tutti gli orrendi mostri che li abitano. Esiste anche una trama: l’umanità è da generazioni fuggita dalla Terra per salvarsi dal declino del pianeta, stabilendosi sul selvaggio mondo di Draco, un luogo selvatico al centro dell’universo, abitato da ogni genere di strana creatura e leggermente assimilabile alla Pandora di Avatar, come varietà e spettacolarità delle ambientazioni. Nel tempo gli uomini, tra mille avversità, si sono adattati, creando un legame forte con i draghi che abitano il pianeta e addomesticandoli per le loro volontà. Come per Jake Sully nel capolavoro di James Cameron, l’obbiettivo del gioco sarà dominare i cieli e scoprire come combattere un’epidemia dovuta alla misteriosa Scaglia Cremisi. La trama non è un elemento centrale, ma va apprezzato il tentativo di Grounding Inc in questo senso.

Crimson Dragon è diviso in livelli, dai quali si accede da una classica sala di controllo, nella quale si può selezionare anche il negozio (per acquistare power-up) e il Giaciglio dei Draghi, una sorta di Giardino dei Chao dove nutrire, personalizzare e far evolvere le nostre bestie alate. Il gioco offrirà infatti una manciata di cavalcature diverse, ognuna con le proprie caratteristiche, abilità elementali e livello, come in un classico JRPG. La gestione del Giaciglio e le sue opzioni sono tra le parti meglio riuscite del gioco. Visto il non esiguo tempo che dovremo spendere a ritentare vecchie missioni per far acquisire EXP ai nostri compagni di battaglia o a ricercare oggetti nascosti, è difficile quantificare esattamente la durata di Crimson Dragon, ma vi possiamo dire che la quantità di possibili ore di divertimento a disposizione è l’ultimo dei problemi della produzione Microsoft Studios. Poco dopo l’uscita, inoltre, è stata aggiunta una modalità cooperativa per tre giocatori.

Crimson Dragon

Dove il lavoro di Grounding Inc si distingue è nello stile di draghi e degli ambienti di gioco, davvero di grande livello artistico. Per quanto riguarda la grafica nuda e cruda, in termini di pulizia e quantità e qualità di texture e poligoni, il titolo non fa gridare certo al miracolo, dimostrando chiaramente le sue origini travagliate su Xbox 360. Certi elementi però, come la draw distance e la definizione di draghi e certi scenari di gioco sono davvero ottimi e forse su 360 non avrebbero offerto la stessa resa.

È spostando infine la lente d’ingrandimento sul gameplay che vengono a galla sfortunatamente i difetti di Crimson Dragon. I controlli sono davvero semplici e imperniati sulle note meccaniche twin stick: con l’analogico sinistro muoveremo il rettilone, con quello destro il reticolo del mirino, sparando con il grilletto destro e cambiando abilità con quello sinistro. Il classico barrel roll alla Star Fox è poi assegnato ai due bumper. Gli altri pulsanti sono largamente inutilizzati, fatta eccezione per quando ci faremo accompagnare in battaglia da un alleato, di cui dovremo in maniera molto intuitiva gestire i movimenti e scatenare un attacco combinato premendo X. Tutto molto semplice, tutto abbastanza blando.

Crimson Dragon

Gli scontri di Crimson Dragon verranno combattuti quasi costantemente contro le stesse razze di nemici e all’interno delle stesse arene, solo visitate in ordine sparso. La conformazione su rotaie aiuta a rendere ogni visita un pochino più interessante, ma quando per la quinta o sesta volta vi ritroverete sopra alle cascate a sparare ai soliti insettoni arrabbiati, la noia potrebbe sopraggiungere. Il team di sviluppo ha cercato di mescolare le carte in tavola offrendo parecchie abilità diverse per i draghi, oltre a proporre obbiettivi secondari e temporanei durante i livelli, quali sopravvivere al fuoco incrociato o raccogliere dispositivi in volo, ma niente che riesca ad aumentare la carica di adrenalina in una partita.

Vuoi per la grafica solo decente, i banali effetti sonori e visivi e il gameplay ripetitivo, nemmeno nei momenti in cui il nostro drago prende velocità Crimson Dragon è riuscito a trasmetterci qualcosa. Non funziona male, ma dimostra le sue origini da Kinect, una periferica dove questo genere di videogiochi funziona sì molto bene (Child of Eden, The Gunstringer), ma dove i ritmi sono notevolmente più compassati rispetto alle fantastiche sessioni di volo dei primi Panzer Dragoon e di Kid Icarus: Uprising. Persino le sfide contro i boss risultano poco coinvolgenti e anzi, la modalità volo libero alla Star Fox 64 introdotta per l’occasione non funziona a dovere, scombinando l’altrimenti solida telecamera.

Crimson Dragon


Crimson Dragon è un titolo poco ispirato: per raccogliere l’eredità di Panzer Dragoon e regalare un must have ci voleva ben altro. Non è indecente, ma il gameplay lo penalizza. Peccato.

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