Back in Time – Fire Emblem Fates: Conquista

Fire Emblem per veterani?

La settimana scorsa vi abbiamo proposto la recensione di Retaggio, una delle versioni del quattordicesimo episodio della serie di Intelligent Systems. Si tratta di un buon tattico, adatto soprattutto ai neofiti e a quanti si siano avvicinati a Fire Emblem solo con Awakening. Fire Emblem: Conquista, invece, si è posto su un piano diverso, rivolgendosi principalmente ai fan di vecchia data.

Confrontiamo le due versioni.

Abbiamo visto che Retaggio segue la storia di Corrin (nome ufficiale del personaggio creato dal giocatore) nel caso in cui decida di schierarsi con l’Hoshido nel sesto capitolo del gioco; Fire Emblem Fates: Conquista si sofferma sull’opzione opposta, l’alleanza con il Nohr. Ciò ha numerosissime ripercussioni su trama, dialoghi, personaggi, classi e quant’altro, anche se non si può dire che i contenuti delle due versioni siano completamente diversi: alcune conversazioni di supporto e una parte dell’esercito sono comuni, così come alcune mappe, inclusa buona parte di quelle delle missioni secondarie; anche le classi non risultano del tutto separate, nel senso che Fire Emblem Fates: Conquista include personaggi con classi dell’Hoshido e, specularmente, Retaggio include personaggi con classi del Nohr.

Chi scrive ha trovato migliore la trama di Conquista, più elaborata e meno piatta pur nella sua linearità. In un certo senso – ma non preciseremo l’affermazione che segue, onde evitare spoiler – non si può dire che la scelta fra Conquista e Retaggio determini un radicale mutamento nello svolgersi degli eventi, quindi alcuni episodi “cardine” restano (ovviamente con variazioni), così come l’antagonista; ciò detto, va riconosciuto che Fire Emblem Fates: Conquista approfondisce alcune questioni toccate anche da Retaggio ma da quest’ultimo non sviluppate, rivelandosi, dunque, più godibile sotto questo punto di vista, per quanto non impeccabile.

Fire Emblem Fates COnquista

Fire Emblem Fates: Conquista si rivela la versione più ricca anche nell’ambito del gameplay, grazie ad un tocco di “fantasia” che, deliberatamente, manca in Retaggio. Le sfide si rivelano nel complesso più articolate, in parte per un level design talvolta più elaborato e in parte per la presenza di obiettivi diversificati e anche di obiettivi secondari, che rendono la pianificazione – e anche l’aggiustamento della propria strategia in seguito ad alcuni game over – davvero importante; chiaramente, il giocatore può disinteressarsi a queste sfide ulteriori, soprattutto quando la ricompensa lo interessi poco o la difficoltà si riveli soverchiante.

La pianificazione si rende necessaria anche per la quasi totale impossibilità di grindare, dal momento che, al di fuori della main quest, solo le side quest e le invasioni consentono di accumulare punti esperienza: le prime si sbloccano nelle fasi avanzate, richiedendo alti livelli di affinità fra i personaggi, mentre le seconde sono davvero poche. Quando ci si trova bloccati in una missione, dunque, non si può pensare di tagliare la testa al toro allenandosi qualche ora, ma bisogna sfruttare al meglio la propria squadra e le risorse che si possono ottenere, come le pietre che consentono di forgiare armi più forti di quelle di ordinanza, o i cibi che aumentano le statistiche nella battaglia successiva, se non gli oggetti che garantiscono stat boost permanenti. Abbassare il livello di difficoltà deve essere considerato un’extrema ratio, soprattutto per quanti decidano di non giocare nel modo classico, cioè con morte permanente.

Fire Emblem Fates Conquista

Visto che abbiamo citato le invasioni, è il caso di parlarne. Sono una novità che si lega a My Castle, la base personalizzabile in cui si incardina la componente multiplayer di Fire Emblem Fates. Il giocatore ha a disposizione una fortezza, di cui può decidere (tra opzioni limitate) l’aspetto e collocare negozi o altri elementi, potenziabili con punti che si ottengono in battaglia o visitando castelli di altri giocatori, in cui è possibile reperire materie prime o acquistare oggetti che magari nella propria base non esistono, o anche affrontare la squadra dell’ospite o scambiarsi accessori. Gli scontri funzionano secondo le regole dell’invasione, cioè l’ospite difende la sala del trono dagli avversari, i quali possono anche distruggere (non in modo permanente) parte delle strutture presenti nel castello. Ebbene, man mano che la main quest si svolge, il gioco mette a disposizione poche invasioni in cui il giocatore non fronteggia squadre di altri giocatori, ma semplici nemici come un incontro casuale.

Parliamo di una manciata di schermaglie in trenta ore di main quest, quindi è chiaro che non si tratta di una grossa fonte di esperienza. Va notato, infine, che le invasioni online contro altri giocatori non danno punti exp.

Fire Emblem Fates Conquista

Avendo analizzato separatamente Retaggio e Conquista, abbiamo operato continui confronti, in modo che i due testi si completino a vicenda. Ora, dunque, ricapitoliamo i motivi che possono portare a preferire Retaggio a Conquista o viceversa, oppure a comprarli entrambi.

La summa divisio fra casual e hardcore gamer, uno dei presupposti dichiarati dagli sviluppatori, va compresa nei giusti termini: non è una questione di difficoltà, ma di attitudine nei confronti del gioco. Entrambe le versioni consentono di selezionare fra tre livelli di difficoltà e altrettante modalità, quindi anche Fire Emblem Fates: Conquista sa essere “amichevole”: basta affrontarlo con i settaggi più adeguati alle proprie abilità, tenendo conto che è possibile scalare verso il basso a gioco iniziato. Conquista si rivela più ostico in altri modi, con mappe più articolate, obiettivi secondari e ridottissime possibilità di grinding. Chi scrive, tuttavia, non ritiene che questi elementi siano in grado di scoraggiare i giocatori meno esperti, dal momento che i primi arricchiscono il gameplay senza appesantirlo e l’ultimo va valutato nell’ambito di un gioco che, come la maggior parte dei Fire Emblem più antichi, non è fatto per grindare. Il vero inconveniente è dato dalla difficoltà nell’allenare le riserve, ma è un’attività tutt’altro che necessaria; chiaro che quanti giungano da Awakening, con ampie possibilità di power playing, potrebbero sentirsi a disagio.

Fire Emblem Fates Conquista

Sotto il profilo contenutistico, entrambi i giochi offrono 27+1 capitoli e un discreto corredo di missioni secondarie, atte a reclutare la prole dei protagonisti (con un espediente narrativo davvero infelice…); Conquista propone sfide più articolate, quindi il tempo di completamento potrebbe essere più vicino alle trenta ore (se non superiore) che alle venticinque sufficienti per la main quest di Retaggio; non vi sono gradi differenze, comunque. Uno dei principali criteri di scelta è la trama, con il suo corredo di personaggi, diversi a seconda della scelta fatale. La storia di Retaggio è molto classica, in linea con le dinamiche della serie, mentre Conquista osa di più, schierando Corrin con i “cattivi” nonostante non ne condivida la crudeltà. Entrambe le vicende non sono eccezionali, quindi potrebbe valere la pena di considerare il gameplay come la variabile più importante.

Fire Emblem Fates Conquista


E comprare sia Retaggio sia Conquista? Tralasciando i fan sfegatati, i “comuni” giocatori potrebbero ben accontentarsi di una sola versione, se la scelgono bene. Se io avessi dovuto scegliere, avrei puntato su Fire Emblem Fates: Conquista, che trovo complessivamente migliore, ma riconosco che prima o poi avrei messo le mani anche su Retaggio, magari a distanza di qualche mese, trattandosi comunque di giochi che hanno moltissimo in comune e che quindi vanno debitamente “distanziati”. La domanda che ci si può porre è se proprio fosse necessario realizzare due versioni, o, quantomeno, se siano state diversificate nel modo corretto, ma è un argomento che è meglio affrontare quando analizzeremo Rivelazione la prossima settimana.

Vai alla scheda di Fire Emblem Fates: Conquista
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