Back in Time – Q.U.B.E.: Director’s Cut

Quick Understanding of Block Extrusion.

Q.U.B.E è un puzzle game che debuttò su Desura, piattaforma di digital delivery appartenente a Bad Juju Games, nel lontano dicembre del 2011. Un indie game talvolta originale, basato sullo sfruttamento coatto di blocchi e modificatori vari, una produzione che faceva decisamente leva sulla sostanza e sul brillante game design che lo contraddistingue, più che sulla narrazione o sulla disperata ricerca dell’orpello grafico. Nel 2018 è giunto un buon sequel, offerto poco dopo fra i Games with Gold.

In occasione del decimo anniversario della serie, oggi vi parliamo della versione definitiva, definitivissima del capostipite della serie, la Director’s Cut del 2015.

Sembra di essere nei laboratori di Aperture Science, pare di sentire, in lontananza, echi di GLaDOS. E invece no, non è Portal. Q.U.B.E: Director’s Cut si palesa, solo inizialmente, con rimandi audiovisivi al capolavoro targato Valve, assumendo sin dalle battute immediatamente successive tutti quei connotati precipui in grado, da soli, di elevarlo ad epopea della mossa ragionata, dell’effetto domino, a paradigma di digital ludibrio introiettato attraverso una serie di livelli compatti e pieni di indovinelli.

Una rapida occhiata alle modalità disponibili mette in evidenza la saggia scelta degli sviluppatori, votata a foraggiare mediante pochi ma selezionati contenuti gli insaziabili appetiti dell’homo ludens.

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In primo piano lo Story Mode, una tavola apparecchiata mediante prelibate sezioni rompicapo, intervallate da preziose intarsiature narrative. È qui che il giocatore inizia a prendere confidenza con i meccanismi che regolano l’universo di Q.U.B.E., nel tentativo di arrivare sano e salvo alla fine dello schema, apprendendo i rudimenti relativi all’utilizzo di speciali guanti che permetteranno di estrudere i particolari poliedri cui fa riferimento il titolo del gioco, nonché di gestire la fisica deputata a sostenere le interazioni tra l’ambiente e il protagonista. Un’analisi introspettiva, una fuga verso la libertà point-to-point definita per mezzo di livelli talvolta parecchio ostici, che porterà il fruitore a prendere confidenza con cubi di vario colore, ognuno dei quali dotato di caratteristiche uniche e decisamente utili, indispensabili ai fini della risoluzione dei differenti enigmi proposti.

Nell’ambito di un articolo che vuole essere il più possibile spoiler-free, vi basti sapere che ogni schema è denso di elementi con i quali relazionarsi, che permetteranno di modificare, talvolta pesantemente, la struttura di ciascuno di essi. Un’avventura avvincente, descritta da una curva di difficoltà (quasi) perfettamente calibrata, in grado di fornire, da sola, tre o quattro ore di adorabile divertimento.

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L’altra opzione ludica consiste in un edulcorato time trial, votato più allo speed-run che alla ponderata risoluzione di enigmi. In ogni stage il giocatore verrà chiamato a correre contro il tempo nel tentativo di cogliere l’agognata medaglia d’oro. Ad aiutarlo concorre tutta una serie di power-up, elementi che, insieme ad una strutturazione dei livelli abbastanza compatta, forniscono una boccata d’ossigeno tra un indovinello e l’altro della campagna principale.

Tecnicamente il gioco compie il suo dovere in maniera egregia, saturando lo schermo di tonalità neutre, lasciando ai vari elementi interattivi dell’ambiente il delicato compito di punteggiare qua e là il tutto con colorazioni decisamente acide. Da rimarcare, inoltre, il buon utilizzo di una voce fuori campo, in Inglese, in grado di accompagnare il giocatore nelle proprie peripezie.

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Q.U.B.E. è il puzzle game che non ti aspetti. Un concentrato di puro divertimento, distribuito ed organizzato in tante piccole micro aree, dedicato a tutti coloro i quali adorino il gioco ragionato. Dura poco, ma rimane comunque un ottimo titolo, ancor migliore nella versione Director’s Cut.

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