Back in Time – The Legend of Zelda: Ocarina of Time 3D

Una leggenda che non vuole finire mai.

C’era una volta, nel regno di Hyrule, una bellissima principessa di nome Zelda. Discendente al trono, la fanciulla viene strappata dal castello dalla sua guardia del corpo personale, in modo da sfuggire a Ganondorf, unico esponente maschio della razza dei Gerudo, abitanti del deserto. L’obiettivo di Ganondorf è la conquista del mondo, ragione per cui ha bisogno del potere di un artefatto, chiamato Triforza, il cui segreto e l’ubicazione sono custoditi dai membri della famiglia reale. Hyrule venne creata eoni prima da tre divinità venute dai cieli: Farore, dea del coraggio, Din, divinità di grandissimo potere, e Nayru, dotata di grande saggezza.

Abbandonando il pianeta dopo aver compiuto il proprio destino, le tre dee lasciarono a Hyrule la Triforza, che fu poi divisa in tre parti, ognuna dedicata a una delle tre entità e a uno dei tre poteri: Saggezza, Coraggio e Potere, appunto.

Ganondorf è alla ricerca di questo miracoloso oggetto, in grado di esaudire qualsiasi desiderio. Qualcuno però opporrà la sua resistenza. Un ragazzo vestito di una tunica verde, arrivato dalla foresta, dal fatato reame dei Kokiri: Link, l’eroe del tempo, viaggerà negli anni, dotato di una magica Ocarina, per salvare il mondo dalla distruzione.

Ogni titolo di The Legend of Zelda, pur con ambientazioni, personaggi o complicazioni diverse, ha sempre seguito questo canovaccio classico, nato su NES, evolvendo, ma senza abbandonare la leggenda che parla di Zelda, dell’eroe del tempo e della Triforza, ormai entrata nei cuori di milioni di videogiocatori. In questa occasione parleremo dell’episodio più conosciuto e amato, quell’Ocarina of Time che nel 1998 cambiò il mondo videoludico. In occasione del venticinquesimo anniversario della serie giunse The Legend of Zelda: Ocarina of Time 3D, riedizione completa dell’originale. Sicché abbiamo deciso di proseguire così il nostro ciclo dedicato a 3DS.

Ocarina of Time 3D

I fan Nintendo, si sa, sono tradizionalisti. Vogliono l’autobus in orario e la pasta al sugo in tavola quando ritornano da un’estenuante giornata di lavoro come idraulici, ma soprattutto vogliono i loro Zelda, Mario e Metroid come se li ricordano. A volte ciò è una cattiva notizia, in quanto Nintendo non può (o non vuole) innovare come potrebbe le sue serie storiche; altre volte permette ai suoi titoli di astrarsi dalla massa e regalarci ancora quelle fantastiche avventure che sempre più di rado si vedono in questi ultimi anni.

Nel caso di Ocarina of Time 3D, il dilemma era d’attualità: da un lato la voglia di mostrare i “muscoli” di 3DS e migliorare quelle parti dell’originale – poche in verità – che mostravano di essere “invecchiate” peggio in 13 anni, dall’altro la volontà di non tradire l’essenza del gioco e far sentire tutti noi Kokiri di allora ancora a casa nell’entrare nel Bosco Perduto ad ascoltare la mitica Canzone di Saria. Grazie al lavoro congiunto di Nintendo e Grezzo, Ocarina of Time 3D riesce splendidamente a bilanciare questo trade-off tra tradizione e innovazione, cesellando una splendida opera d’arte che oseremmo definire squisitamente retrò, senza scontentare sia gli irriducibili sia i nuovi utenti.

Ocarina of Time 3D
Dotato di una trama classica (vedi primo paragrafo) ma avvincente, personaggi ormai entrati nel mito, ambientazioni fantastiche e ricche di vita, un level design ancora oggi inarrivabile, enormi innovazioni dal punto di vista del gameplay (inventò lo Z-Targeting, ossia la possibilità di fissare la telecamera su un obbiettivo per poi girarvici intorno, usato da migliaia di giochi in seguito) e tutta la magia che la Nintendo di una volta riusciva a regalare, Ocarina of Time è considerato dalla maggioranza dei videogiocatori uno dei pilastri dell’industria e con la sua uscita si identifica uno dei momenti più importanti della storia del settore. Perciò, anche se su 3DS fosse uscito un mero port, staremmo qui a elargire lodi. Grezzo ha mantenuto tutti gli asset che rendevano Ocarina of Time un capolavoro ed è allo stesso tempo riuscita a inserire il tutto in un handheld, condendolo con alcune succulente novità.

In primis, la veste grafica, ritoccata e rifinita in quasi tutti i suoi aspetti. Hyrule appare più “rotonda” e viva, basti vedere, nei primi minuti di gioco, come sono scomparsi quegli oggettivamente inguardabili “muri di alberi” che circondavano il Villaggio Kokiri, rimpiazzati da modelli poligonali di querce secolari che si intravedono in lontananza. Qui e là si trovano ancora texture vecchie, ma, fidatevi, Ocarina of Time non è mai stato così bello.

Ocarina of Time 3D

Il tempo e i ricordi possono giocare strani scherzi, sicché ad alcuni di voi vedere questa edizione azione avrà fatto pensare “beh, non è poi cambiato molto dal Nintendo 64”. Comprensibile, ma sbagliato; benché non si stia parlando di un mostro di potenza grafica, il lavoro di Grezzo è stato encomiabile e ha migliorato praticamente tutto, dal modello di Link stesso, mai stato così espressivo, al negozio di Castle Town, ora finalmente ricco di oggetti in vendita, affiches e scaffali, senza parlare delle cascate della città degli Zora o delle pendici del Monte Morte.

Tutto ciò senza citare la grande novità: il 3D stereoscopico, che dona tutta un’altra vita alla terra di Hyrule: le filanti scie visibili nell’aria della foresta Deku, gli ambienti interni alle case, gli effetti degli esplosioni o degli agenti atmosferici guadagnano credibilità grazie alla profondità di campo e ai giochi di prospettive donate dalle tre dimensioni. Sì, è possibile finire Ocarina of Time 3D lasciando lo slider spento (guadagnando un leggero aumento di antialiasing), ma non ci sono ragioni per fare ciò, in quanto l’effetto 3D è una delle novità più succulente di questa riedizione.

Ocarina of Time 3D

Le novità non si esauriscono sul piano grafico: lo sfruttamento delle peculiari caratteristiche della portatile Nintendo ha permesso ulteriori interventi persino nella giocabilità, usando in particolare il touch-screen e il giroscopio. Se il secondo viene impiegato simpaticamente (come mero optional) per mirare in prima persona con arco e frecce o semplicemente per guardarsi intorno, al primo vengono delegate tutte quelle operazioni che prima necessitavano del menu pausa, rompendo il ritmo del gioco. Visualizzazione della mappa, gestione dell’armamentario, degli oggetti e dell’equipaggiamento sono ora a portata di dito. Due oggetti saranno affidati come in passato ai tasti X e Y, mentre altri due (in aggiunta all’Ocarina, anch’essa suonabile pure con lo schermo a tocco e allo switch per la visione in prima persona) avranno invece una loro zona dello schermo inferiore nella quale appariranno.

Molti di voi ricorderanno il terribile Tempio dell’Acqua, un dungeon che ancora oggi si dice faccia perdere il sonno a miriadi di appassionati e anche al suo creatore Eiji Aonuma, per la sua intricatezza e l’obbligo di equipaggiare un particolare oggetto (scoprirete a tempo debito di che si tratta) più e più volte con precisione passando così ogni santa volta dal menu, perdendo tempo e rallentando il ritmo; bene, per la gioia di tutti e grazie al touch-screen, anche questa pecca è risolta!

Ocarina of Time 3D

Non solo il gameplay ha visto aggiunte: anche in termini di contenuti Nintendo si è data da fare, inserendo nella cartuccia due modalità aggiuntive, sfortunatamente sbloccabili una a circa metà della storia principale (la quale, vi diciamo, dura circa una ventina di ore senza contare tutte le side-quest e i collezionabili) e l’altra solo dopo i titoli di coda. La prima è totalmente inedita e porta il poco originale nome di Sfida i Boss: senza grosse sorprese, si tratta di poter riaffrontare in sequenza cronometrata i vari mostri di fine dungeon. Un’aggiunta di discreto appeal, anche se, senza leaderboard online, le classifiche lasciano il tempo che trovano.

Decisamente più succulenta è la seconda modalità: la redidiva Master Quest, che ritorna in una veste aggiornata e “specchiata”! Per chi non lo sapesse, la Master Quest consiste in un’edizione speciale della modalità Storia principale di Ocarina of Time, nella quale la difficoltà è aumentata e la disposizione di oggetti e puzzle è stata cambiata. In questa ultima versione il mondo di Master Quest sarà anche specchiato (un oggetto che prima si troverà a destra, sarà a sinistra e viceversa), donandole così con poco sforzo un’aria di freschezza che spingerà i giocatori ad affrontarla con maggior curiosità.

Ocarina of Time 3D

Prima di tirare le somme, non possiamo non parlare almeno brevemente della musica, uno degli elementi più importanti del gioco. Oltre alle meccaniche legate all’Ocarina, che ci aiuterà in più occasioni durante la nostra avventura, non si può non citare la colonna sonora, opera del maestro Koji Kondo. Le musiche di Ocarina of Time sono universalmente riconosciute come alcune delle migliori mai scritte per un videogame: sarà impossibile anche per i nuovi adepti non trovarsi a fischiettare il tema dei titoli o della Piana di Hyrule passeggiando per strada o al lavoro.

Alcuni sperarono che Ocarina of Time 3D avrebbe visto il comparto sonoro godere dell’upgrade che quello visivo ha avuto, magari riarrangiando tutte o quasi le tracce in musica orchestrale, ma, sfortunatamente, ciò non è avvenuto. Ci si deve accontentare del brano che trovate qui sotto, unico effettivamente suonato da una vera orchestra, che ascolterete durante il finale della modalità Storia.


The Legend of Zelda: Ocarina of Time 3D riesce nel suo intento perfettamente e arriva ad affinare un classico del videoludo, a tredici anni di distanza dall’uscita dell’originale.

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