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Back in Time – Transistor

Luglio 22nd, 2019 Giacomo Quadrio

La seconda perla di Supergiant Games.

A cura di Giacomo Quadrio pubblicata il 27/07/2019

La settimana scorsa Back in Time vi ha parlato di Bastion, in occasione del suo ottavo compleanno. Ci è sembrato doveroso parlarvi questa volta di Transistor, seconda opera di Supergiant Games, anche perché più di qualcuno potrebbe averlo nella sua libreria Epic Games Store, visto che tre mesi fa è stato offerto gratuitamente.

Il gioco è uscito appena cinque anni fa e in questa generazione, quindi è il titolo più recente di cui si è mai occupata la nostra rubrica. Non preoccupatevi, abbiamo fatto un’eccezione; torneremo presto a parlarvi di giochi ben più antichi!

Una ragazza senza voce, una voce senza corpo

La storia di Transistor si svolge a Cloudbank, una città futuristica nella quale vive Red, cantante di successo nonché vero e proprio idolo delle masse. Al termine di un suo concerto Red viene attaccata da quattro misteriosi individui, gli Orchestrali, che tentano di assassinarla utilizzando una bizzarra spada, la Transistor. Il fidanzato della ragazza però si trova nei paraggi al momento dell’aggressione e le fa da scudo umano, venendo così trafitto al posto suo. Lo shock è grande e ben presto Red fa altre due sconcertanti scoperte: la voce le è stata portata via dagli Orchestrali e l’anima del suo ragazzo è rimasta intrappolata all’interno della spada. Inizia così la sua avventura, da cantante a eroina, che da sola deve fronteggiare un esercito di inquietanti robot, denominati “Il processo”, che sembrano essere manovrati dagli Orchestrali.

Transistor

Come in Bastion, anche in Transistor la protagonista è muta e l’unica voce che udiremo è quella del fidanzato della ragazza, il quale intavolerà discussioni di vario tipo che andranno ad arricchire il background non solo dei vari personaggi, ma anche della città di Cloudbank. Il risultato ottenuto da SuperGiant Games è ancora una volta molto suggestivo e in grado di creare un’atmosfera unica nel suo genere; anche se a tratti la trama ci è sembrata un po’ confusionaria e poco chiara, dobbiamo comunque ammettere che è buona e intrigante.

Un RPG tutto d’un pezzo

Uno degli aspetti che colpisce maggiormente di Transistor è senza dubbio il gameplay. Il titolo, a differenza del suo predecessore, è un RPG in tutto e per tutto, che abbandona la via dell’action in favore di una struttura molto più tattica. Il giocatore sarà chiamato innanzitutto ad esplorare le varie location e, una volta entrato in contatto con i nemici, dovrà sconfiggerli per poter proseguire nella zona successiva. Durante questi istanti il personaggio si potrà muovere liberamente nel campo di battaglia nonché sferrare uno dei quattro attacchi disponibili in tempo reale. C’è però da dire che questo tipo di tattica è alquanto controproducente: per riuscire a prevalere sui nemici è spesso necessario utilizzare il Turn, una modalità di pianificazione nella quale è possibile tracciare un percorso e programmare un numero limitato di azioni che verranno poi eseguite a super velocità. Al termine della sequenza la barra del Turn si sarà scaricata e saranno necessari alcuni secondi perché ritorni ad attivarsi; durante questo tempo Red non potrà attaccare e dovrà quindi difendersi dai nemici schivandone i colpi.

Transistor

Molto profonda la gestione delle abilità, chiamate Funzioni, che Red otterrà salendo di livello o raccogliendole da alcune vittime de Il Processo. Tutte le funzioni possono essere assegnate a tre tipologie di slot e a seconda di dove le collocheremo produrranno effetti differenti: le funzioni nello slot attivo vengono utilizzate direttamente durante gli scontri e solitamente sono di attacco o difesa; le Funzioni negli slot potenziamento vanno ad aggiungere effetti ad altre funzioni; infine le funzioni nello slot passivo forniscono un supporto costante durante gli scontri. Come avrete capito, le combinazioni possibili sono davvero tante e ben studiate, denotando una certa attenzione da parte degli sviluppatori per questo particolare aspetto. Molto ingegnoso il meccanismo tramite il quale è determinato il livello di difficoltà: potremo infatti attivare a nostro piacimento dei blocchi chiamati limitatori, che andranno a fortificare i nemici offrendo però come ricompensa un maggior numero di punti esperienza.

Una cura maniacale

Eccoci finalmente all’altro grande cavallo di battaglia di SuperGiant Games: il comparto audiovisivo. Sotto il versante grafico Transistor ripropone la medesima formula già largamente apprezzata e collaudata con Bastion, ovvero un 2D isometrico nel quale i fondali sono minuziosamente riprodotti attraverso coloratissimi disegni. Il risultato è ancora una volta sbalorditivo, con ambientazioni molto variegate nelle quali l’attenzione per i dettagli raggiunge livelli quasi maniacali. La mera tecnica però non serve a niente se non c’è lo stile a sorreggere il tutto: Transistor, sotto questo punto di vista, ne ha da vendere e risulta essere uno dei titoli sci-fi più ispirati e originali di sempre. Molto buone anche le animazioni della protagonista e dei nemici, fluide e precise nella loro semplicità. Monumentale il lavoro anche sotto il versante della colonna sonora: i brani che la compongono sono estremamente evocativi e d’atmosfera e ben si adattano alle ambientazioni futuristiche che il giocatore andrà ad esplorare.

SuperGiant Games è riuscita in un difficilissimo compito ovvero quello di creare, attraverso grafica ed audio, delle atmosfere uniche e coinvolgenti, che immergono il giocatore nel mondo di Transistor comunicandogli tutte le emozioni che in quel momento i personaggi a schermo stanno vivendo.

Transistor

Superare sé stessi è un’impresa non da poco, eppure SuperGiant Games ci è riuscita: Transistor è uno degli indie game più interessanti e belli degli ultimi anni, forse addirittura migliore dello stesso Bastion. Il fulcro del gioco, più che nell’esplorazione, risiede nelle sequenze di combattimento, profonde e molto tattiche, che ne fanno un RPG di tutto rispetto, questo grazie anche al complesso sistema di abilità che permette un livello di personalizzazione altissimo. Molto buono anche il comparto grafico, che regala al giocatore scorci di un mondo sci-fi da lasciare a bocca aperta. Se siete amanti del genere non potete assolutamente farvi sfuggire Transistor che, seppur con qualche difettuccio, riesce a brillare di luce propria e a guadagnarsi un posto nell’Olimpo degli indie game.

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Giacomo Quadrio

Nonostante io abbia iniziato a giocare a metà degli anni 90 sono comunque riuscito a vivere gli albori dell’informata consumer grazie ai vecchi PC che hanno sempre girato in casa. Tutto iniziò con il Commodore 64, dopodiché passai ai PC Dos e Windows 3.1 per poi approdare definitivamente nel mondo console grazie a Nintendo ed il suo piccolo Game Boy. Da quel momento sono entrato in un vero e proprio vortice che mi ha portato, ormai dieci anni fa, ad avvicinarmi al mondo delle testate videoludiche online. Durante questo tempo ho rivestito i ruoli più disparati, da semplice redattore a coordinatore di un’intero staff, oggi però mi limito a scrivere recensioni, speciali e news a causa di mancanza di tempo. I videogiochi e la scrittura però rimangono e rimarranno sempre le mie due più grandi passioni. Gioco preferito: Metroid Prime

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