Cavalchiamo insieme: Red Dead Redemption 2 e il genere Western

Un mese fa iniziava “Cavalchiamo Insieme” (titolo omaggio al celebre film del 1969 di John Ford “Cavalcarono insieme” ambientato nel Far West), rubrica mensile nata per condurvi tramite una serie di approfondimenti all’uscita di Red Dead Redemption 2. In questo secondo episodio lasciamo i temi storici che ci hanno fatto scoprire la genesi della conquista della Frontiera e scopriamo assieme come il tema del Far West è stato trattato nei media adiacenti al videogioco per capire quale potrebbe essere l’ispirazione dal punto di vista registico e della narrazione del prossimo titolo Rockstar.

Red Dead Redemption 2

Il Far West in ambito cinematografico (dovremmo chiamarlo genere Western per essere più precisi) è probabilmente uno dei temi più usati e abusati di sempre. Grazie a pellicole come il qui citato Cavalchiamo Insieme, quelle celeberrime di Sergio Leone ma anche grazie ad attori del calibro di John Wayne (Marion Michael Morrison), abbiamo potuto vivere un grande Far West cinematografico che ha rappresentato, chi più chi meno, la condizione di libertà incondizionata e il conflitto tra uomini di legge e cowboy protagonisti della realtà americana di quell’epoca. Le caratteristiche di un film Western sono ben note a tutti e risiedono nella presenza di elementi comuni immediatamente riconoscibili dal pubblico al fine di farlo immedesimare il più celermente possibile. Quindi carovane, nativi americani, cowboy, bande di fuorilegge e saloon costituiscono la base di una pellicola Western. Oltre a tutto ciò però, si aggiunge l’incredibile importanza del giusto setting. L’ambientazione in un film Western (al di là del recentissimo filone revisionista che punta molto sui dialoghi) è forse l’elemento di maggior rilievo vista la scarsa importanza affidata ai dialoghi che per lo più si riducevano a qualche battuta prima di una sparatoria ben coreografata. Così la Monument Valley, i deserti del Colorado o gli ambienti dello Utah hanno svolto un ruolo fondamentale nel caratterizzare le pellicole per favorire quell’immersione degli spettatori sopracitata.

Parlando quindi del genere Western più nello specifico possiamo raggruppare le pellicole in due grossi filoni: quelli più classici quasi documentaristici nella loro forma e gli Spaghetti-western. Il filone classico, che è anche quello che ha dato inizio al genere Western, trova in The Great Train Robbery (di Edwin S. Porter, proiettato per la prima volta nel 1903) il suo punto di origine: un film muto capace con la sola interpretazione del corpo di raccontare il West meglio delle parole. Trentanni dopo invece, iniziò la vera era gloriosa del cinema Western ovvero l’era delle pellicole di Ford e Hawks con capolavori del calibro di Ombre Rosse (1939), Un dollaro d’onore (1959) ed El Dorado (1966). Con Ombre Rosse si aprì dunque quel mondo fatto da eroi e personaggi riconoscibili che fino ad allora non esisteva in questa tipologia di cinema, portando alla ribalta storie di uomini di legge, di cowboy e di banditi che rappresentavano fedelmente la dura vita della Frontiera. Il cinema Western si era dunque aperto a temi sociologici, estetici e morali che negli anni avrebbero esaltato il genere. Il secondo filone invece è rappresentato dagli Spaghetti-western: genere nostrano, caratterizzato non solo dall’italiano come lingua originale ma anche da una maggiore concentrazione di violenza all’interno di tutta la pellicola rispetto al Western classico americano.

Il termine Spaghetti deriva dalla metafora del sangue versato nei film al pari del sugo sugli spaghetti. Negli anni ’60 dunque, le pellicole del celebre Sergio Leone iniziarono a spopolare portando il genere e il regista alla totale consacrazione negli anni ’80. La trilogia del dollaro (Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più e Il buono, il brutto, il cattivo) divenne dunque il pilastro del genere non solo grazie alla regia del maestro Leone ma anche grazie alle interpretazioni di Clint Eastwood e alle colonne sonore di Ennio Morricone. Senza dimenticare Bud Spencer e Terence Hill, gli Spaghetti-western divennero quindi una grottesca esaltazione dei problemi di un’epopea, quella del West, che negli anni ha sempre affascinato per le sue tematiche.

Red Dead Redemption 2

Se dunque il tema del West nel cinema ha avuto una notevole cassa di risonanza, un medium dove tale tema è spesso poco citato è la musica. Il West e la musica sono molto più legati di quello che si pensa; la Western music ora branca della musica Country, è nata proprio nel periodo del Far West nelle lunghe notti in cui i cowboy attorno al focolare facevano la veglia alle mandrie. “Streets of Laredo” è il primo grande esempio di musica Western: riconducibile alle sonorità folk inglesi, scozzesi e irlandesi dei pionieri americani, questa canzone racconta le gesta di un cowboy che in punto di morte si confessa ad un altro cowboy. Col passare degli anni la voglia di raccontare la storia dei cowboy e le sonorità del West è stata proprietà delle String Band. ovvero gruppi composti esclusivamente da musicisti di strumenti a corde con l’unica eccezione della presenza dell’armonica.

Le melodie negli anni sono rimaste invariate, con l’intenzione dei musicisti di riprodurre le sonorità folk classiche delle ballate dei pionieri; quelle che invece si sono evolute sono state le tematiche delle canzoni che così come nel cinema, hanno visto un incremento di argomenti a sfondo sociologico, morale e soprattutto politico. La prima grande band di musica Western ad effettuare un tour anche nell’Est dell’America fu la Otto Gray’s Okhlahoma Cowboys creata da William McGinty, un pioniere americano. Successivamente proprio negli anni del boom del genere Western cinematografico, si ebbe un aumento della popolarità globale della musica Western con cantautori del calibro di Gene Autry e Roy Rogers che nei film iniziarono anche a cantare le loro canzoni. Il genere poi cadde in declino a causa del successo del Rock & Roll e del sound country di Nashville più legato alle ballate pop che al folk americano. Solo pochi cantautori resistettero a tale declino: uno di questi, il più famoso, è stato sicuramente Johnny Cash.

Red Dead Redemption 2


Ma cosa tutto ciò c’entra con Red Dead Redemption 2? La volontà di Rockstar è sicuramente quella di riprodurre un Far West veritiero, crudo e brutalmente reale. Nel suo racconto però, così come nel primo capitolo, realismo e finzione si intersecano per creare un connubio di sensazioni che portano a vivere un’immersione totale in chi fruisce del gioco. Proprio la volontà di tale immersione la possiamo ritrovare nelle motivazioni che hanno spinto John Ford, Sergio Leone o gli stessi cantautori di musica Western ad ampliare il loro spettro visivo e cercare temi di più ampio respiro. E allora non ci sorprenderebbe vedere in Red Dead Redemption 2 la stessa cura della narrazione di Ford, la stessa grottesca esaltazione dei problemi dell’epoca di Leone e la voglia di contestualizzazione di McGinty, per creare una narrativa esplicita (la trama e la regia) e una silente (la colonna sonora) che in maniera dinamica accompagnando le scelte del giocatore immerga quest’ultimo in un mondo vivo e nella sua finzione estremamente reale.

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