Clair Obscur: Expedition 33, ti rivedo molto in Xenoblade Chronicles 3
Le trame, la dualità vita-morte, il Ritorno, il Gommage. Prepariamoci a un viaggio mirabolante in questo abbraccio fra le due opere di Monolith Soft e Sandfall Interactive.

No, il titolo così scritto non è uno scherzo e ti dico il perché. Quando ho letto la prima volta il plot narrativo di Clair Obscur: Expedition 33, qualcosa si è acceso nella testa. La lampadina dentro di me ha attivato il mio solito volo pindarico di pensieri, facendomi atterrare dritto su Aionios, il mondo teatro degli eventi di Xenoblade Chronicles 3.
Su queste pagine penso di aver parlato molto poco del mio più grande affetto degli ultimi anni, ossia la saga di Xenoblade Chronicles di Monolith Soft e Tetsuya Takahashi, tra l’altro illustre autore di opere del calibro di Xenogears e della trilogia di Xenosaga che spero un giorno di recuperarli (ad ogni modo, ho trattato giusto di Xenoblade Chronicles X: Definitive Edition nella mia recensione).
Tornando sul discorso principale, di Expedition 33 se n’è parlato parecchio nei mesi post lancio. Il suo impatto è stato davvero fragoroso, una meteora che ha messo in discussione le certezze dei grandi colossi dell’industria in pieno stile “Davide contro Golia”.
Non si sono risparmiate poi le analogie del suo sistema di gioco a turni con altri esponenti videoludici. Final Fantasy e Persona sono stati i più gettonati, ma si è detto pure che ci sono un po’ d’influenze “sekirose” per quanto riguarda il meccanismo della parata in fase difensiva. E poi, un fulmine a ciel sereno, arriva il sottoscritto con Xenoblade 3.
[ATTENZIONE: da qui in poi ci saranno dei SPOILER. Non sono così tanto grossi e non menzionano gli eventi più significativi, ma lo riporto in ogni caso per una ragionevole avvertenza. Sta a te decidere se proseguire o meno la lettura]
Due gruppi e un ciclo di morte da rompere
In apertura ho lanciato un primo amo in acqua, il plot narrativo di Clair Obscur: Expedition 33 e il metaforico volo pindarico verso Xenoblade Chronicles 3. Senza riportare le descrizioni ufficiali, riassumo le rispettive trame con la seguente sintesi:
«Un gruppo di persone s’incammina in un viaggio per fermare un male superiore, responsabile di un ciclo di distruzione che sta ponendo fine all’esistenza delle vite degli esseri umani, in un mondo prossimo al baratro».
Al di là delle ovvie distinzioni, in realtà questa sintesi è esattamente la descrizione delle trame di Xenoblade Chronicles 3 e di Clair Obscur: Expedition 33.
In Xenoblade 3, quando il gruppo Agnus di Miyo, Sena e Taion si scontra con quello Keves di Noah, Yunie e Lanz nella Valle d’Alfeto, entrambi si trovano poi a tu per tu con un Moebius dopo aver compreso una cruda verità da Guernica Vandham. Consci dell’accaduto, i sei futuri Uroboros s’incamminano con lo scopo di sconfiggere la principale mente dietro le macchinazioni portate avanti per anni su Aionios.
Nella parte iniziale di Expedition 33, il momento in cui la Pittrice dipinge il numero 33 sul Monolito generando il fenomeno del Gommage, la scena di Sophie che si dissolve in tanti petali di rosa davanti gli occhi di un impotente Gustave dà poi il via al viaggio della Spedizione 33. Essa sarà chiamata a fermare il moto distruttivo della Pittrice, in un’impresa dove le altre spedizioni hanno fallito.

Pur con i propri ritmi, le trame sono talmente tanto simili da permettere un abbraccio armonico tra le due opere. Grazie alle intenzioni di due gruppi c’è la volontà di sovvertire le carte in tavola per sperare un domani migliore a Aionios e Lumière. Bisogna tornare a vivere, letteralmente, anche per il bene di tutti gli altri.
Il cammino non sarà così facile e spesso i protagonisti vengono costantemente messi alla prova, fra le paure di non farcela, l’eterogeneità dei caratteri in gioco e, ovviamente, i nemici ostacolanti. Alternati a questi ci sono poi i momenti più soft, quelli che smorzano i timori e approfondiscono il background dei personaggi e i legami attivi in campo, che sia davanti a un fuoco acceso o in uno specifico punto del viaggio.
Il fatto di voler vivere senza preoccupazioni resta ad ogni modo il centro dei pensieri dei protagonisti di Xenoblade Chronicles 3 e Clair Obscur: Expedition 33. Serve coraggio affinché il male venga sdradicato, nonostante le tante paure. E per citare una frase di Elma di Xenoblade Chronicles X, tanto per rimanere nei confini di Monolith Soft:
«Il coraggio non è l’assenza di paura. Il coraggio è aver paura, ma non farsi fermare da essa».
Gli Uroboros e la Spedizione 33 ne hanno da vendere, sebbene consci delle innumerevoli avversità che li attendono. Da Sena a Sciel, da Lanz a Verso, passando per Lune, Yunie, Taion, Maelle, Monoco, Miyo, Noah, Esquie e Gustave. Una macedonia di caratteri distinti per sfumature, spinti dall’unico desiderio di liberare Lumière e Aionios da un fardello maligno apparentemente insormontabile.

Il Gommage e il Ritorno, le barriere a un’esistenza piena e duratura
Come non parlare del Gommage di Clair Obscur: Expedition 33, di cui Lumière è vittima di questa maledizione da 67 anni. La Pittrice, visibile oltre il mare, dipinge su un enorme monolite un numero decrescente di anno in anno, dove qualsiasi persona avente un’età superiore a quel numero svanisce nel nulla sgretolandosi in tanti petali di rosa.
Questo fenomeno comporta l’abbassamento dell’aspettativa di vita degli umani, motivo per cui ogni anno vengono organizzati dei gruppi di guerrieri in partenza per arrestare il moto distruttivo della Pittrice. Tra essi c’è appunto la Spedizione 33, protagonista principale dell’opera di Sandfall Interactive, che dovrà adempiere al difficile obiettivo.
Quando ho visto la prima volta il fenomeno del Gommage, oltre alla forte emozione della scena di Sophie mi ha anche qui ricordato qualcosa di familiare: la cerimonia del Ritorno di Xenoblade Chronicles 3.
Si tratta di un processo in cui qualsiasi individuo, raggiunto il decimo Periodo (l’equivalente dei nostri anni), si dissolve in piccole sfere di luce ricongiungendosi con il flusso d’Etere, la principale fonte d’energia di Aionios. La cerimonia avviene davanti agli occhi della Regina Agnus o Keves, a seconda della fazione d’appartenenza, con i Tramandanti che incantano sonoramente una melodia solenne e profondamente emozionante.
Coloro che invece muoiono prima del decimo Periodo sono destinati ad alimentare la Cronofiamma di una delle fazioni rivali. Anche qui il processo è il medesimo della cerimonia del Ritorno, ma senza le Regine e con i Tramandanti che suonano una malinconica melodia dinanzi ai corpi esanimi dei soldati caduti in battaglia, così da consentirgli un sereno riposo.
[Per i riferimenti al tramandamento dei caduti vai al minuto 7:40 del video sottostante, mentre per la cerimonia del Ritorno è al minuto 19:30]
Diciamo che la cerimonia del Ritorno e la maledizione del Gommage rappresentano lo stesso principio, non solo di forma ma anche di significato. Impediscono agli umani di estendere le loro esistenze, come se fossero una barriera oltre il quale non è ammesso oltrepassare.
Si vive entro una certa età, ma solo perché c’è qualcuno che lo stabilisce e non c’è stato nulla che sia riuscito a demolire tale concezione. O almeno, così era solo agli inizi degli eventi delle opere di Monolith Soft e Sandfall Interactive.
In Xenoblade 3 sappiamo che si vive in soli 10 Periodi. Tuttavia, Guernica Vandham lancia il suo centesimo quando mostra agli Uroboros il suo volto e la sua pelle raggrinzita in segno di un’età avanzata, suscitando nei protagonisti stupore e tanti dubbi. Da qui gli Uroboros giungono a una conclusione, un pensiero che apre le porte alla possibilità di allungare le vite di tutti. Via la rivalità Agnus-Keves, dentro l’unione delle forze e in marcia verso un nuovo obiettivo.
In Expedition 33, invece, è tutto alla luce del sole. L’aspettativa di vita cala ogni anno a causa della Pittrice. Le spedizioni precedenti alla numero 33 hanno fallito nel tentativo di distruggere il male dalla radice, con le speranze che vengono ora relegate al gruppo di Maelle, Lune e compagnia bella, i quali scopriranno altri segreti preziosi su quanto sta accadendo a Lumière e tanto altro.
Eterni e ineluttabili: la vita e la morte
Sulla base di quanto detto fino adesso, Monolith Soft e Sandfall Interactive hanno aggiunto al piatto un ingrediente speciale che mette in moto il corso degli eventi di queste storie, ma con modalità differenti: il significato della vita contrapposta alle ombre della morte.
Xenoblade 3 affronta questo dualismo ispirandosi al mito dell’Uroboro, l’immagine di un drago o serpente che si morde la coda nonché il simbolo della ciclicità infinita. Non è un caso che l’intero sistema costruito dagli antagonisti prenda spunto da tale mito.
Infatti, per vivere in eterno, i Consul (guidati da Moebius Z) devono alimentarsi dell’energia vitale degli esseri umani morti in battaglia, la quale viene raccolta dalla Cronofiamma di ogni colonia che funge da serbatoio.
Qualora gli umani giungono indenni al decimo Periodo, c’è il teatrino della cerimonia del Ritorno che li riporta nel flusso d’Etere, e rinascendo nei “grembi” delle Regine possono ottenere una nuova vita tornando ad esistere, generando quindi un ciclo eterno di vita e morte. Anche gli umani che non ce l’hanno fatta rinascono in quei grembi, incentivando ancor più questo ciclico scenario.

Dall’altra parte, Expedition 33 si poggia su una visione semplice ma realistica, almeno secondo quello che mi ha trasmesso la trama. Ogni anno nel mondo vediamo un quantitativo esorbitante di decessi per cause di varia entità, e purtroppo non esiste una soluzione per sventare l’infausto destino.
Consideriamo questa visione applicata all’interno dell’opera di Sandfall Interactive. La Pittrice e la maledizione del Gommage sono esattamente lo scenario appena descritto, pronti a mietere nuove vittime a ogni nuovo ciclo annuale.
L’unico rimedio al problema sono le spedizioni, ma si sa che sconfiggere la morte, l’unica cosa assolutamente vera del nostro mondo dopo la nascita, è alquanto impossibile. E nonostante tutto, la Spedizione 33 tenterà il colpaccio, anche se poi il viaggio prenderà delle pieghe piuttosto insolite, con dei colpi di scena che faranno ricredere di tante cose date per scontate dall’inizio della storia.

Expedition 33 e Xenoblade Chronicles 3, l’inaspettata somiglianza
Avranno pure le loro distinzioni, dalle meccaniche di gioco alla diversità delle ambientazioni proposte, fino al ritmo dei racconti e alle ispirazioni. Eppure, sugli aspetti legati alla trama, le similitudini fra l’opera di Sandfall Interactive e quella di Monolith Soft mi hanno presentato lo stesso gusto al palato.
Quello che ho raccontato è solo una parte di ciò che propongono. Ho considerato solo il plot narrativo dato che l’elemento principale di questa personale argomentazione riguarda esattamente quello. Per il resto non voglio aggiungere ulteriori spoiler e lascio la parola a te, e a voi che state finendo l’epopea degli Uroboros o della Spedizione 33.
Prima di concludere c’è un altro aspetto importante che rende le due esperienze così intense: la colonna sonora, con i brani musicali curati da Yasunori Mitsuda (Xenoblade Chronicles 3) e da Lorien Testard (Clair Obscur: Expedition 33) che, per il mio gusto, rientrano fra i più belli dell’intero pantheon videoludico (provare per credere).
Ricordo che Xenoblade Chronicles 3 e la relativa espansione “Un Futuro Riconquistato” sono disponibili su Nintendo Switch 1 (con aggiornamento gratuito su Switch 2). Mentre Clair Obscur: Expedition 33 è disponibile su Xbox Series X|S, PC e PlayStation 5.