Diablo IV, la vita da endgame e la prima stagione

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Diablo IV è una vera e propria droga. Lo voglio ammettere senza troppi giri di parole, anche perché, stando alle stime della mia PS5, ho già maturato sui server circa 217 ore di gioco.

In fase di recensione, del resto, vi avevo già esternato tutta la mia felicità e il mio desiderio di voler continuare a esplorare, massacrare demoni e diventare sempre più forte, lasciandomi trasportare dalla “nuova” Sanctuarium e da tutto ciò che riesce a offrire. Ebbene, circa un mese dopo, mi sono accorto che quella voglia e quel bisogno impellente di tornare a bussare alle porte del nuovo prodotto di punta di casa Blizzard non è in alcun modo scemato, anzi.

Diablo IV in questo contesto ha centrato appieno uno dei suoi principali obiettivi. Da buon “MMO”, il gioco è diventato una parte pulsante della mia quotidianità, un pezzo fondamentale di una routine che, ormai, non può prescindere da esso.

Ho ricominciato il gioco già diverse volte, anche per provare a variare le classi e per comprendere quale fosse la più adatta a me, scoprendo dei mondi sempre “nuovi”. La varietà, del resto, è sempre stata il fulcro dell’esperienza di gioco e questo quarto capitolo numerato lo sa molto bene.

E, ovviamente, quale occasione migliore avrei potuto trovare per ricominciare l’avventura (saltando la campagna, si intende) se non l’inizio della prima Stagione? Ve ne voglio parlare in questo piccolo recap dei primi mesi passati in compagnia di Diablo IV.

Diablo IV
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Diablo IV: una vita da guerriero

Diablo IV, come ho detto poc’anzi, è riuscito a far definitivamente evolvere la serie in un vero e proprio MMO. In passato, al netto delle buone intenzioni, mancava qualcosa e la formula di gioco non riusciva a tenere il passo, finendo col diventare monotona e stringente.

Con Diablo IV, invece, Blizzard ha saputo fare centro: grazie alla gestione più massiva e aperta dei contenuti e alla forte carica cooperativa data alla produzione, così come la più oculata distribuzione delle attività giornaliere, il gioco è riuscito a liberarsi definitivamente dalle spoglie di prodotto più casual, diventando una vera e propria parte di ogni videogiocatrice e videogiocatore.

Per farla breve, durante questo primo mese e mezzo di vita di Diablo IV ho sempre sentito il bisogno di giocarci almeno per qualche ora al giorno. Diablo IV è infatti un titolo che non ha stravolto la formula ludica dei suoi predecessori, ma l’ha saputa (ri)plasmare in maniera intelligente, tanto da rendere la nuova esperienza di gioco un qualcosa di pressoché quotidianamente irrinunciabile, per tutti.

Diablo IV
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D’altronde la mole di contenuti, anche e soprattutto quelli endgame, è davvero impressionante. Questo primo mesetto di vita del titolo ha sottolineato ancora una volta il fatto che Blizzard voglia puntare molto sulla longevità e sul bisogno di vivere l’esperienza con continuità e coinvolgimento per poterla apprezzare davvero, con risultati molto convincenti.

Ciò si nota anche analizzando il ritmo e la velocità con cui si livella e con cui si riesce a portare a casa un loot speciale: potenziarsi e migliorarsi, infatti, non è semplice e non è immediato, ed è anche giusto così. Questo particolare, ovviamente, spinge chi gioca a fare sempre di più, a cercare sempre e comunque di rimanere attivo e riesce nel suo compito, tanto da rendere lo spettro della ripetitività una figura per il momento sbiadita e che si intravede soltanto in lontananza.

Il bilanciamento e la difficoltà

Negli ultimi giorni, non si fa altro che parlare della patch 1.1, che ha stravolto parecchio l’esperienza di gioco. Il necessario nuovo bilanciamento delle classi non ha convinto tutti quanti. Blizzard si è esposta parecchio, ha rivoluzionato e ha stravolto alcuni aspetti di alcune di esse, e per quanto questo sia un passaggio inevitabile, le tempistiche e le modalità con cui il cambiamento è avvenuto non hanno convinto più di tanto l’utenza.

Io personalmente non ho dato particolarmente peso a queste modifiche, anche perché i bilanciamenti in questione toccano da vicino alcune classi che non fanno parte della mia rotazione.

Al netto di tutto ciò voglio comunque spendere due paroline sul bilanciamento delle classi e sulla relativa difficoltà nel procedere nella storia in base a quella tra esse selezionata. Durante questo mese ho provato in particolare due classi: il Druido, il primo personaggio, e poi il Tagliagole, quello che ad oggi è il mio main.

Durante l’esperienza, condivisa con lo schermo locale con la mia ragazza, ho avuto modo anche di valutare un’altra classe, l’Incantatore, e mi sono fatto un’idea del bilanciamento che Blizzard ha costruito intorno a questa sua creatura.

Diablo IV è un titolo molto intelligente, sotto questo aspetto. Grazie alla formula più aperta dei potenziamenti mi sono divertito a modificare e a sperimentare build in continuazione, specialmente con il Tagliagole, con risultati più che soddisfacenti.

Diablo IV
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Al di là dell’ovvio discorso relativo alla grande differenziazione che esiste tra una build e un’altra, quello che mi ha più colpito è il livello di sfida che mi è sembrato veramente cambiare parecchio in base al preset utilizzato per sgominare le orde di demoni capeggiati da Lilith.

Per fare un esempio, ho provato negli ultimi giorni una build “full boss”, che mi ha garantito un danno abnorme contro i nemici speciali ma mi ha anche esposto a risultati piuttosto mediocri negli scontri “normali”, ossia quelli contro le numerose ondate di nemici tipici della serie.

Questi parametri mi hanno aiutato a comprendere che Blizzard, al netto degli scivoloni delle ultime ore, ha svolto un lavoro tutto sommato positivo e intelligente. Diablo IV del resto è un GAAS, e va compreso e gestito come tale. I bilanciamenti e gli stravolgimenti sono e saranno all’ordine del giorno, ma trovo che per ora il team di sviluppo abbia saputo fare un buon lavoro.

La Stagione degli Abietti

Nelle ultime ore Blizzard ha inaugurato la Prima Stagione, che durerà fino al 17 ottobre. Con questo primo blocco di contenuti completamente nuovi l’azienda californiana ha lanciato sui server di gioco tante nuove cose, pensate sia per andare in contro ai veterani sia per catturare l’interesse dei più “giovani”.

Ovviamente anche io mi sono lasciato trasportare dal desiderio di scoprire l’offerta contenutistica del nuovo percorso stagionale, e devo ammettere che il primo contatto è stato decisamente positivo. Per muovermi nel percorso Stagionale di Diablo IV ho iniziato un nuovo viaggio, in compagnia di una classe che ho sempre amato e che volevo a tutti i costi provare: il Necromante.

Il primo impatto, come dicevo poco fa, è stato molto positivo. Con l’arrivo della prima stagione, Blizzard ha inserito diverse nuove attività nella formula ludica, che vanno ad arricchire in maniera continuativa e non troppo estranea la struttura della produzione.

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Una volta scesi in campo la nuova linea narrativa fa da guida a chi gioca e sono sicuro che anche tu rimarrai alienata/o dalla voglia di andare a caccia di abbietti, i nuovi nemici potenziati di Diablo IV.

L’inizio della stagione, insomma, ha fatto respirare al meglio le tante idee che ruotano dietro alla creatura creata da Blizzard, anche sul piano dei contenuti. Tra obbiettivi dinamici, eventi, completamenti e sfide sempre più complesse da portare al termine, senza contare un corposo pass stagionale da vivere, Diablo IV ha il potenziale di tenere seriamente attaccati allo schermo tutti gli appassionati.

Io dal mio punto di vista sento ancora il bisogno, come al day one, di fare un giro sui server almeno una volta al giorno, e l’arrivo della Season, per quanto possa aver generato anche diversi dubbi nella community, è un motivo ancor più valido e sono contento del modo, almeno per ora, con cui è stata progettata.


I primi mesi in compagnia di Diablo IV sono stati a dir poco esaltanti. Al netto dei tanti problemi di cui già siamo un po’ tutti a conoscenza, è innegabile che il lavoro svolto da Blizzard sulla sua produzione di punta sia a tratti meraviglioso. Certo, bisogna capire come verranno gestiti gli update e i vari bilanciamenti, che tanto stanno facendo discutere i fan, ma la formula ludica imbastita dagli sviluppatori ha tutto il potenziale per garantire un futuro a dir poco scoppiettante a tutta la serie.

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