Gamesource intervista David Dague di Destiny
In occasione dell’E3 di Los Angeles abbiamo posto qualche domanda a David Dague, Community Manager di Bungie.
Destiny è descritto come un gioco da “scoprire nel tempo”, grazie all’alternanza di fasi action e di fasi esplorative tra le affascinanti ambientazioni spaziali. Al di là di come la varietà di gameplay possa portare a un aumento della longevità, si può spiegare meglio questo concetto legato alla lunga durata?
David: Quello che vogliamo che i giocatori sperimentino in Destiny è apprezzare il viaggio che faranno nel tempo. Potranno percepire di aver fatto molta strada, di aver esplorato nuovi mondi e vedere il proprio personaggio evolversi attraverso il progresso delle sue abilità, armi e stili di combattimento che acquisiranno durante la loro permanenza nel mondo di Destiny. L’esperienza e l’esplorazione fantasy di questa avventura rappresenteranno il viaggio che forgerà il guerriero che risiede in loro.
In Destiny il giocatore vestirà i panni dell’ultimo guardiano terrestre, il quale potrà essere personalizzato sin dall’inizio dell’avventura attraverso la scelta di una classe. Tra queste abbiamo il Titano, lo Stregone e il Cacciatore. Ce ne sono altre ancora da svelare? E in che modo si differenziano tra loro?
Stiamo parlando delle tre classi principali di Destiny: l’Hunter che sopravviverà con le sue armi a lungo raggio, il Titan dalle parvenze di guerriero con un’armatura pesante che risolverà i problemi con la sua arma e il Warlock, maestro delle arti arcane che usa la luce come arma. Tutte le classi potranno sviluppare più di una singola abilità in modo da poter personalizzare il proprio guerriero nel modo che ritengono più opportuno. Ci sono infinite possibilità di personalizzazione. Ogni Titan, ogni Warlock, ogni Hunter sarà unico perchè avrà sempre qualcosa di diverso dagli altri e ognuno di questi sarà reso speciale dalla rappresentazione della personalità di colui che sarà al di là dello schermo. Anche gli equipaggiamenti scelti, le abilità che utilizzeranno, le armi che sceglieranno e i modi di combattere che adotteranno, garantiranno massima espressione di gioco in questo mondo.
Tra le caratteristiche forti del titoli vi è l’ambientazione che parte da un mondo reale, ovvero quello del sistema solare, per poi svilupparsi attorno ad affascinanti fantasie come la colonizzazione di altri pianeti da parte dell’uomo. Il tema, per quanto ricco di fascino, all’apparenza non sembra originale. Come avete cercato di lsciare la vostra impronta sia nel concept di gioco che nella trama?
Vogliamo che la storia di Destiny sia un insegnamento sul mondo in cui sbarcherete e sul personaggio che impersonificherete. L’inizio di Destiny è molto umile, entrerete in questo mondo misterioso e fortunatamente avrete una guida, potrete poi utilizzare una sfera che illuminerà il vostro cammino in questa terra e che vi mostrerà la strada per proseguire e passo dopo passo comprenderete cosa sta dietro “l’età d’oro” e il perchè della caduta dell’umanità.
Il nome di Bungie è strettamente legato a quello di Halo, una saga che ha coinvolto milioni di videogiocatori. Nel lavorare a Destiny avete avvertito il peso e l’apprensione delle aspettative dei videogiocatori?
Siamo spesso sotto pressione e quasi sempre siamo proprio noi di Bungie a metterla su noi stessi così che si possa dare il massimo: lo facciamo per essere sicuri che i giochi siano davvero emozionanti. Il nostro obbiettivo ultimo non è solo il marketing, creiamo giochi a cui noi stessi vorremo poi giocare. Ed è così che lavoriamo, questo è il nostro credo, lasciamo spazio alla nostra fantasia e cerchiamo di creare qualcosa che sia davvero entusiasmante e d’ispirazione per la comunità e soprattutto per noi. Vogliamo che questi lavori siano di alto livello poichè coloro che ci lavorano sono veri talenti e il tempo impiegato per crearli è enorme. Vogliamo essere sicuri che tutte queste risorse siano utilizzate nel migliore dei modi con l’obbiettivo ultimo di dare vita a titoli unici.
