GOTY 2025: I nostri migliori giochi dell’anno
La nostra redazione ha decretato i migliori giochi di questo 2025
Al termine del 2025, la redazione di Gamesource si è riunita per eleggere i GOTY 2025, ovvero i giochi che più hanno saputo distinguersi nel corso dell’anno appena concluso. Anche questa volta, la selezione riflette esclusivamente i gusti, le sensibilità e le discussioni interne alla redazione, premiando le esperienze che ci hanno coinvolto maggiormente.
Il 2025 verrà ricordato come un anno emblematico per la rivalsa delle produzioni indie e doppia A, capaci di imporsi grazie a idee chiare, forte identità autoriale e una competenza spesso sorprendente, pur partendo da budget contenuti. Al contrario, molti tripla A hanno faticato a lasciare un segno duraturo, schiacciati da formule conservative e da aspettative sempre più difficili da soddisfare. In questo contesto, creatività e passione hanno avuto la meglio sulla mera potenza produttiva.
Quella che segue è quindi una lista eterogenea di giochi che per noi hanno rappresentato al meglio lo spirito del 2025, culminando nel titolo che abbiamo scelto di incoronare come miglior gioco dell’anno, il nostro GOTY 2025.
Kingdom Come: Deliverance II
Il rapporto con Kingdom Come Deliverance, e di conseguenza con Kingdom Come Deliverance II, affonda le proprie radici in un legame profondo, quasi ancestrale. Fin dal primo capitolo si è instaurato un feeling immediato con la serie, accompagnato però da una convivenza forzata con numerose spigolosità, alcune delle quali oggettivamente difficili da digerire, se non addirittura insormontabili.
Proprio per questo, Kingdom Come Deliverance II si presenta come un piccolo sogno a occhi aperti, un’oasi in cui molte aspettative trovano finalmente compimento. Warhorse Studios ha dimostrato di aver imparato dai propri errori, dando vita a un gioco di ruolo sontuoso, per certi versi quasi inarrivabile. Le storture non sono del tutto scomparse, ma risultano decisamente più comprensibili e meglio integrate nell’esperienza complessiva. Un’opera che, senza troppi giri di parole, avrebbe meritato un riconoscimento ai recenti “Oscar” dei videogiochi.
Blue Prince
Blue Prince merita di essere in questa lista perché riesce a fondere in modo sorprendentemente elegante narrazione, gameplay e direzione artistica in un’esperienza che non somiglia a nessun’altra. La sua struttura ludica premia la curiosità e l’intelligenza del giocatore, trasformando ogni passaggio in un tassello significativo di un puzzle molto più grande, che si svela lentamente e con grande soddisfazione. La voglia di fare sempre “un’altra partita” nasce in modo naturale: ogni volta che si conclude una giornata, il desiderio di tornare a esplorare cresce, spinti dalla necessità di comprendere sempre più a fondo gli intrighi e i segreti di questa villa enigmatica e affascinante.
Quest’anno è stato un vero tripudio per le produzioni indipendenti, con ben tre nomination ai The Game Awards di Geoff Keighley, tutte meritatissime e capaci di monopolizzare l’attenzione del pubblico e della critica. In questo contesto estremamente competitivo, Blue Prince è forse passato un po’ in sordina, ma ciò non significa affatto che sia un titolo minore o trascurabile. Al contrario, è un gioco che richiede tempo, attenzione e sensibilità, e che ripaga ampiamente chi decide di immergersi nella sua proposta. Sono convinto che, in assenza di Clair Obscur: Expedition 33, avrebbe avuto tutte le carte in regola per vincere il premio come miglior indie di debutto, confermandosi come una delle sorprese più raffinate dell’anno.
Hollow Knight: Silksong
Sono passati ben 7 anni da quanto Team Cherry ha annunciato il sequel del suo titolo metroidvania Indie Hollow Knight, creando inconsapevolmente uno dei meme più grandi di internet, che ha riempito le chat di Nintendo Direct, Summer Game Fest, The game awards e tutti questi tipi di eventi con lo stesso messaggio in chat: “Silksong When?”, che tradotto è “Quando arriverà Silksong?” Ma dopo tutti questi lunghi anni Team Cherry ha rotto il silenzio e fatto uscire il metroidvania, ne sarà valsa la pena aspettare?
La risposta breve è Sì, il titolo è immenso: pieno di aree da esplorare, oggetti da scoprire, affrontando nemici e Boss completamente animati a mano dagli artisti di Team Cherry. Nelle mie 65 ore di gioco continuavo a sorprendermi nello scoprire cose nuove e più volte mi sono detto “Sì, sono alla fine”, per poi scoprire che il realtà ero tipo al 30% del gioco, e continuava a sorprendermi vedendo cosa un team di creativi può fare con tutto questo tempo tra le mani a lavorare non-stop alla loro opera. E se non ci fosse stato Clair Obscur: Expedition 33, probabilmente sappiamo che avrebbe vinto il Goty al posto suo.
Finiamo dicendo che Hornet da giocare è un grandissimo personaggio, super espressiva, e grazie alle meccaniche dei Crest e alle Silk Skill è anche iper personalizzabile, dando la possibilità anche ai giocatori e agli speed runner di rigiocare il gioco ancora e ancora, per provare tutti i giocattoli che Team Cherry ha fornito loro e che fornirà loro. Perchè pensavate di aver smesso di aspettare Silksong? Beh vi sbagliavate di grosso, perchè nel 2026 arriverà il primo DLC gratuito intitolato Silksong: Sea of Sorrow, che porterà Hornet in nuovi posti da scoprire con nuove sfide ad attenderla.
Silent Hill f
Il fatto che nel 2025 si discuta ancora di cosa sia un vero Silent Hill dice molto non solo sulla complessità della serie, ma anche sulle enormi difficoltà incontrate da qualunque team di sviluppo chiamato a raccoglierne l’eredità dopo l’uscita del secondo capitolo. Silent Hill f rientra tra i nostri giochi dell’anno proprio perché rappresenta il primo tentativo realmente consapevole di spezzare questo circolo vizioso, evitando di inseguire l’ombra ingombrante di Team Silent e scegliendo invece una strada autonoma e coraggiosa.
Piuttosto che replicare stilemi, simbolismi e soluzioni narrative ormai cristallizzate, Silent Hill f costruisce un’esperienza horror che conserva il peso emotivo e psicologico tipico della serie, ma lo declina attraverso un immaginario nuovo, disturbante e profondamente personale. È un’opera che non cerca rassicurazioni né compromessi, consapevole di non poter e non voler piacere a tutti. Proprio per questo riesce a colpire con forza, toccando corde emotive raramente esplorate persino nel panorama videoludico contemporaneo, dimostrando come Silent Hill possa ancora evolversi senza rinnegare la propria anima.
Hades 2
Hades II è uno di quei giochi che inizialmente rischiano di essere fraintesi. L’idea che possa trattarsi di un semplice “more of the same” rispetto all’eccellente primo capitolo è quasi inevitabile, ma basta metterci le mani sopra per rendersi conto di quanto sia, in realtà, un’evoluzione profonda, lucida e sorprendentemente ambiziosa della formula originale, al punto da riuscire persino a superarla.
Il nuovo sistema di combattimento, incentrato sulla stregoneria, rinnova in modo deciso il ritmo degli scontri, rendendoli costantemente freschi e, allo stesso tempo, ancora più tattici rispetto al passato. La progressione delle abilità è gestita con grande intelligenza e riesce a mantenere un senso di gratificazione continuo, anche dopo le sconfitte più frustranti, trasformando ogni run in un passo avanti tangibile.
In Hades II traspare chiaramente tutta la passione di Supergiant Games per il genere e per questa IP. La si avverte nei dialoghi, nella costruzione delle mappe e in ogni singola traccia di una colonna sonora di altissimo livello. Sul piano artistico, infine, il gioco è semplicemente magnifico, capace di regalare scorci di rara bellezza e un’identità visiva immediatamente riconoscibile.
In conclusione, Hades II si impone senza esitazioni come uno dei titoli più rilevanti del 2025 e merita pienamente un posto d’onore nella nostra classifica.
ARC Raiders
Può un titolo multiplayer sorprendere davvero nel 2025? ARC Raiders riesce nell’impresa diventando in poco tempo una vera e propria dipendenza per moltissimi giocatori, attirando l’attenzione anche di chi, per indole o per esperienza passata, tendeva a evitare il genere multiplayer e, ancor di più, quello degli extraction shooter come se fossero dotati di un naturale repellente.
Divertente, veloce, dinamico e con quel pizzico di “italianità” che fa sempre piacere ritrovare in un videogioco, pur essendo sviluppato da uno studio svedese. Del resto, parliamo di sviluppatori che arrivano direttamente dalla scuola DICE dei tempi d’oro, quella di Battlefield Bad Company 2 e Battlefield 3. Un team che si è messo in proprio e che, prima, ha dato vita a uno degli FPS più brillanti degli ultimi anni con The Finals, e poi ha contribuito a sdoganare il genere degli extraction shooter, portandolo con convinzione anche su console grazie ad ARC Raiders.
Il motivo per cui funziona è semplice e al tempo stesso potentissimo: il cuore dell’esperienza è lasciato nelle mani dei giocatori, che a ogni raid scrivono una storia diversa, unica e spesso memorabile.
Donkey Kong Bananza
Donkey Kong Bananza rappresenta un gradito e potente ritorno per l’iconico gorilla, riprendendo con maestria il filo narrativo e ludico tracciato da Returns e Tropical Freeze. Questa volta al suo fianco troviamo una Pauline minuta ma straordinariamente talentuosa, capace di conquistare con le sue doti canore, che aggiungono profondità e personalità alla storia. Il gioco riesce a fondere con naturalezza platform 3D, collectathon, leggere sfumature sandbox ed elementi action basati sulla distruttibilità ambientale, mantenendo ogni livello dinamico e pieno di sorprese. La colonna sonora è un ulteriore punto di forza: mescola sapientemente richiami nostalgici ai capitoli storici della serie con brani originali, vivaci e immediatamente memorabili, completando così un’esperienza che intrattiene e diverte sia i veterani sia i nuovi arrivati, senza mai perdere freschezza e identità.
Bye Sweet Carole
Bye Sweet Carole, creato dai catanesi di Little Sewing Machine in collaborazione con Chris Darril, noto per la serie Remothered, è un’avventura interattiva che coniuga un gameplay tradizionale con una forte personalità narrativa. Il viaggio di Lana Benton tra i segreti inquietanti dell’orfanotrofio Bunny Hill è un percorso che sa lasciare il segno, grazie a una scrittura attenta e a momenti di tensione calibrati con cura. La straordinaria direzione artistica, ispirata ai classici Disney, contrasta magnificamente con le atmosfere horror e gotiche del gioco, creando un mix visivamente sorprendente e affascinante. A completare l’esperienza interviene una colonna sonora impeccabile, capace di sottolineare emozioni e tensioni senza mai risultare invasiva, rendendo Bye Sweet Carole un titolo unico, originale e profondamente memorabile.
Cronos: The New Dawn
Se siete alla ricerca di un survival horror che segua con rigore la struttura classica di titoli come Resident Evil e Dead Space, Bloober Team è ormai uno studio da osservare con grande attenzione. Dopo avere dimostrato una notevole padronanza del level design e della costruzione di dungeon estremamente efficaci con Silent Hill 2 Remake, Cronos The New Dawn conferma la capacità del team di affinare e rendere più maturo questo specifico linguaggio ludico. Il panorama indie è saturo di produzioni apertamente ispirate ai primi tre capitoli di Resident Evil, spesso limitate a una riproposizione superficiale delle stesse meccaniche, ma sono pochissimi gli studi realmente in grado di padroneggiare il survival horror con camera in terza persona, mantenendo ritmo, tensione e identità. Cronos The New Dawn si distingue proprio per questa consapevolezza progettuale e per l’ambizione di elevare un modello classico senza snaturarlo, rendendolo un titolo imprescindibile per chiunque senta la mancanza di esperienze survival horror strutturate, solide e fedeli alla tradizione.
VINCITORE GOTY 2025 – CLAIR OBSCUR: EXPEDITION 33
Il successo di Clair Obscur: Expedition 33 rappresenta una delle sorprese più significative del 2025, anche se, osservandolo con il senno di poi, appare quasi inevitabile. Ci troviamo di fronte a un JRPG dai toni maturi e consapevoli, sorretto da un immaginario artistico che guarda al fotorealismo dei tripla A moderni senza rinunciare a una forte identità visiva, e da un sistema di combattimento a turni capace di fondere con intelligenza la libertà di build tipica di Final Fantasy IX con la tensione e la gratificazione della parata perfetta resa celebre da Sekiro.
Clair Obscur non si limita a reinterpretare formule note, ma colma un vuoto che nel panorama videoludico si avvertiva da anni. È, a tutti gli effetti, quel tassello mancante che molti giocatori attendevano: un Final Fantasy ideale, figlio spirituale dell’epoca guidata da Hironobu Sakaguchi. Pur con una saga Square Enix ancora viva e produttiva, è innegabile che una parte consistente del pubblico storico sentisse la mancanza di esperienze capaci di evocare l’anima e l’ambizione creativa dei capitoli che hanno segnato l’era PlayStation 1 e PlayStation 2.
Il merito di Sandfall Interactive è stato quello di intercettare questo desiderio latente e trasformarlo in qualcosa di concreto, senza mai scadere nel semplice esercizio di nostalgia. Expedition 33 guarda al passato per ispirarsi, ma costruisce un linguaggio proprio, moderno e coerente, dimostrando come passione, visione e competenza possano dare vita a un’opera capace di dialogare con la memoria dei giocatori e, allo stesso tempo, di affermarsi non solo come uno dei JRPG più rilevanti degli ultimi anni, ma anche come il migliore gioco del 2025.