Intervista a Giancarlo Esposito al Comicon Bergamo 2025

Abbiamo intervistato Giancarlo Esposito, attore di fama mondiale noto per le sue interpretazioni intense e i suoi personaggi indimenticabili, ospite d'onore al Comicon Bergamo 2025.

intervista-giancarlo-esposito-comicon-cover
Giancarlo Esposito al Comicon Bergamo 2025.

Il Comicon Bergamo 2025 ha recentemente ospitato Giancarlo Esposito, attore di fama mondiale noto per le sue interpretazioni intense e i suoi personaggi indimenticabili. Durante l’evento, ho avuto modo di intervistare l’ospite d’onore del festival, che ha condiviso pensieri illuminanti sulla sua carriera, la sua filosofia artistica e la sua visione del mondo.

Le sue risposte, ricche di saggezza e passione, hanno assolutamente superato le mie aspettative, dipingendo un ritratto affascinante di un artista che cerca costantemente la crescita e l’autenticità in tutto ciò che fa.

Il Fascino Oscuro dei Villain

Giancarlo Esposito è celebre per aver interpretato alcuni dei “cattivi” più memorabili del cinema e della televisione, e non è un caso che ami particolarmente questi ruoli. “Ogni personaggio che ho fatto, beh, prima di tutto, amo i cattivi,” ha affermato con enfasi. “Penso che i cattivi siano davvero interessanti, e che la gente li ami. Penso che i cattivi che creo siano molto diversi dalla maggior parte degli eroi

Per Esposito, i “villain” non sono semplicemente antagonisti, ma figure complesse che offrono opportunità uniche per il lavoro di un artista. “Il cattivo fa le cose più eccitanti: ha le battute migliori, l’azione migliore in scena” ha spiegato. “L’eroe è interessante, ma è sempre un bravo ragazzo. Il cattivo invece ha più carattere, è imprevedibile.” Questa imprevedibilità è ciò che lo affascina, permettendogli di creare personaggi dinamici e sfaccettati.

L’attore ha poi sottolineato l’importanza cruciale del “villain” per la riuscita di una narrazione. “Se non hai un buon cattivo in un’opera, allora non sarai interessato all’opera, l’opera non può sopravvivere con solo un grande eroe. Deve essere contrapposta alla figura di un cattivo, ed è per questo che mi piace. Questa dicotomia tra bene e male, luce e ombra, è ciò che mantiene il pubblico coinvolto.

La sua preparazione per tali ruoli non si limita a imparare le battute; si immerge nella psicologia del personaggio, cercando di comprenderne le motivazioni più profonde e di dargli una dimensione umana, rendendolo non solo malvagio ma anche affascinante e, a volte, persino comprensibile.

intervista-giancarlo-esposito-comicon-breaking-bad
Giancarlo Esposito in Breaking Bad.

Un Viaggio tra Mondi Diversi: Dal Teatro ai Videogiochi

La carriera di Giancarlo Esposito è un vero caleidoscopio di esperienze, spaziando dal teatro al cinema, dalla televisione ai videogiochi e persino agli anime. Questa versatilità è, per lui, una fonte costante di crescita e ispirazione. “Credo che nella vita, se non sfidi te stesso a fare qualcosa di diverso da quello che hai sempre fatto, non puoi crescere” ha dichiarato. “Questo mi permette di amare quello che faccio.”.

Esposito cerca sempre l’ignoto, il non familiare, come stimolo per la sua evoluzione artistica. Ha raccontato infatti come ogni “villain” che ha interpretato, pur condividendo la categoria, sia stato unico. “Se continuo a fare la stessa cosa, non posso crescere. Ad esempio, mi avete visto interpretare quello che chiamate un cattivo più di una volta, ma nessuno di loro è uguale. Tutti hanno qualità diverse.

La sua avventura nel mondo dei videogiochi, in particolare con Far Cry 6, è un esempio lampante di questa ricerca di nuove sfide. “La ragione per cui ho fatto Far Cry è perché non conoscevo il mondo dei giochi e mi è stato chiesto di farlo,” ha rivelato. Ha accettato la sfida con l’intenzione di esplorare nuove modalità di performance.

Ho indossato una tuta verde con tutti questi sensori su ogni parte del corpo, con un casco e diverse telecamere sul casco, e tutto nella stanza era verde e c’erano 100 telecamere sul soffitto. Tutto è irrealistico e ho dovuto recitare in questo strano mondo.” L’interesse quindi non era solo nel risultato finale, ma nel processo artistico e tecnologico che lo rendeva possibile. “Era quel processo artistico che mi interessava.

Il teatro, d’altra parte, offre un’esperienza completamente diversa. “Il teatro è molto diverso. Sul palco devo creare un mondo e mostrarlo all’interno di una stanza, molto simile a quanto fatto con Far Cry 6, ma qui con costume e scenografia.” Ha riflettuto quindi sulla necessità di evocare l’immaginazione del pubblico e la sua stessa, specialmente quando si trova di fronte a schermi e proiezioni che creano ambienti virtuali.

Ho dovuto riflettere e proiettare su me stesso quello che stava succedendo e che alla fine avreste visto anche sullo schermo, anche se in quel momento lì non c’era nulla. Dovevo usare l’immaginazione, ed è stato un po’ come tornare bambino, essere libero di giocare ed “esplorare” quel mondo.

intervista-giancarlo-esposito-comicon-far-cry
Giancarlo Esposito in Far Cry 6.

L’Importanza della Cultura

Durante l’intervista, Giancarlo Esposito ha toccato un tema di grande risonanza: l’importanza di eventi culturali come il Comicon Bergamo 2025 per il ruolo della cultura in generale. Ha contestato l’idea di “città minore”, affermando con forza: “La cultura è importante ovunque… Mi oppongo a quella parola minore… Penso che ogni luogo sia per me maggiore a causa delle persone che ci vivono e di quello che pensano.

Per Esposito, ogni comunità, indipendentemente dalle sue dimensioni, possiede un potenziale intrinseco che si manifesta attraverso eventi e iniziative culturali. Ha elogiato la capacità di Bergamo di ospitare un evento di tale portata, vedendolo come un’estensione del Comicon di Napoli e un ponte tra nord e sud Italia. “Questo è un’estensione di questo che è nato a Napoli, quindi state effettivamente estendendo una relazione tra nord e sud che cambierà il modo in cui le persone guardano non solo Bergamo, ma il mondo.

L’attore ha poi condiviso un’esperienza personale che ha rafforzato la sua convinzione nel potere delle comunità locali. L’anno precedente, visitando la regione delle Marche, è rimasto colpito dalla dedizione e dall’ingegno degli artigiani locali. Ha visitato piccole fabbriche dove venivano prodotte etichette per marchi di lusso, scarpe e persino palloni da baseball, tutto “Made in Italy”.

Ha descritto come intere strutture fossero dedicate alla produzione di scarpe per bambini, uomini o donne, circondate da fattorie un tempo abbandonate e ora rivitalizzate dalle nuove generazioni. “I nonni avevano abbandonato le fattorie, che erano rimaste vuote, e ora le generazioni più giovani sono tornate. Hanno reclamato la proprietà dei loro genitori, trasformandola in un bed and breakfast, una proposta redditizia non solo per loro, ma per l’intera città.

Questa osservazione lo ha portato a riflettere sulla profonda cultura del “fare” che caratterizza l’Italia. “Mio padre Giovanni mi diceva sempre che tutto è meglio in Italia, che facciamo tutto meglio, e non lo sapevo finché non ho iniziato a girare per il paese e a capire che è una cultura di persone che agiscono, che fanno le cose e le fanno funzionare bene.

Fede, Bene e Male

L’intervista ha toccato anche temi più profondi, esplorando la spiritualità di Giancarlo Esposito e la sua visione del bene e del male nel mondo. Alla domanda sulla sua fede, ha risposto con un deciso “Sì, credo“. Cresciuto nella Chiesa Cattolica nonostante il padre agnostico, ha maturato una sua personale comprensione della divinità. “Credo che Dio viva dentro di te come te“.

La sua visione del mondo non ignora ovviamente le sfide e le sofferenze, ma mantiene una prospettiva di speranza. “La guerra sarà sempre una parte della nostra società, perché non tutti credono, non tutti credono nella bontà, non tutti credono nella grazia. C’è chi persegue il denaro, chi il potere, e questo è il problema maggiore della nostra società.

Tuttavia, se credi in Dio, come faccio io, non lascio che tutto ciò mi scuota, perché il bene esisterà sempre e sarà più potente del male, la luce sarà sempre parte di te e sarà più forte dell’oscurità.

Esposito si concentra quindi sul lato positivo, credendo che il bene prevarrà. “Sì, molte cose brutte stanno accadendo nel mondo. Ma il bene prevarrà, non c’è dubbio nella mia mente. Se io sono la luce e anche tu lo sei, allora diffondiamo la nostra luce a tutti, in modo che prendano questa stessa luce, anche fosse solo per pochi secondi.“.

Ha infine espresso il suo dolore per le sofferenze in Ucraina, Palestina e Israele, ma ha ribadito la sua speranza nella bontà intrinseca dell’umanità. Ha criticato l’avidità e la ricerca sfrenata di denaro e potere: “Non puoi portare niente con te alla fine della tua vita. Non importa quanti numeri hai nel tuo conto in banca, quante case o macchine hai. Niente di tutto ciò importa.

Ha infatti citato il suo desiderio di possedere una Porsche, un sogno che ha avuto fin da ragazzo, e che ora, alla sua età, non sente più come una necessità. “Il problema è che prendiamo più di quanto abbiamo bisogno, è questo che ci sta uccidendo, perché il nostro desiderio è maggiore della nostra necessità.

Per Esposito infatti la vera ricchezza risiede nella connessione umana e nella condivisione tra le persone. “È più importante connettersi. La connessione tra le persone è importante, ma te ne rendi conto solo se credi in Dio.” L’intervista si è conclusa con un messaggio molto potente: “Tutto ciò che abbiamo è l’amore. L’amore è Dio, questo è tutto ciò che abbiamo e di cui abbiamo bisogno.

intervista-giancarlo-esposito-comicon-star-wars
Giancarlo Esposito in The Mandalorian

Intervista Giancarlo Esposito: Conclusione

L’intervista al Comicon Bergamo 2025 con Giancarlo Esposito è stata molto più profonda di quanto mi aspettassi. Non è stata infatti solo un’occasione per parlare di recitazione e della sua incredibile carriera, ma un’opportunità per condividere una profonda riflessione sulla vita, sulla cultura e sul potere dell’amore in contrapposizione alla ricerca di fama e denaro.

Il “villain” per eccellenza si è dimostrato una persona dai principi molto saldi, una volontà incrollabile ed una passione smisurata per il suo lavoro, che ha cercato di condividere con tutti i presente grazie ai suoi interventi, che scendevano molto più in profondità rispetto alla domanda iniziale che gli veniva posta. E se Giancarlo Esposito ci ha lasciato messaggi così importanti, vi invito a leggere anche l’intervista a Charles Cecil.

Ti è piaciuto quello che hai letto? Vuoi mettere le mani su giochi in anteprima, partecipare a eventi esclusivi e scrivere su quello che ti appassiona? Unisciti al nostro staff! Clicca qui per venire a far parte della nostra squadra!

Potrebbe interessarti anche