La febbre delle retroconsole

Anno dopo anno, il gaming sembra voler tornare sempre più alle sue origini. Remake, remastered, emulatori ufficiali: tutti i grandi nomi del mondo videoludico vogliono prendersi una fetta di nostalgia dei giocatori più grandicelli e al contempo dare un assaggio ai più giovani di quello che è stata la tanto amata “vecchia scuola”.

febbre delle retroconsole

Eppure un software non avrebbe modo di dare quell’autentico feeling retrò che una console può dare. A meno che quel software venga eseguito da una miniatura della vecchia console, soprattutto se anche il controller ha le esatte caratteristiche dell’originale.

Sebbene i primi casi di console di questo genere siano da associare alle console plug & play e le cosiddette “clone console” come il Sega Megadrive Classic di AT Games (venduto persino da Unieuro, dove potrete sfruttare parecchi sconti su console e videogiochi grazie a Groupon), è dal primo annuncio del Nintendo NES Classic Mini che ha avuto inizio la vera e propria febbre delle retroconsole.

febbre delle retroconsole

Quest’anno le proposte disponibili vanno via via crescendo e potrebbero accontentare anche il collezionista più esigente: Sega ha il sopra citato Megadrive Classic e il Megadrive Mini, mentre Nintendo ha ancora a disposizione lo SNES Classic mini e a breve ridistribuirà il tanto ricercato NES Mini (entrambe esatte riproduzioni delle vecchie console con controller identici agli originali). Con C64 mini, Atari Flashback e il recentemente annunciato Neo Geo Mini (una piacevole sorpresa per gli amanti degli arcade che non hanno un appartamento libero per cabinati), pressoché tutti i generi di retro-console sono considerati.

febbre delle retroconsolefebbre delle retroconsole

 

Sono però il vero ritorno al passato? Forse non del tutto. Eccezion fatta per alcune di queste console, la limitatezza del catalogo di titoli proposta al loro sarà sempre uno scoglio contro il mantenere una bella collezione di cartucce. Tale limitatezza cede però il passo alla praticità di porte HDMI e al costo incredibilmente più basso rispetto all’acquisto delle console originali con i singoli giochi; e il mercato sembra apprezzare queste comodità.

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Lo dimostrano le cifre spropositate che i NES Mini (prima serie) raggiungevano su Ebay. Lo dimostra l’avanzata inarrestabile di Atari VCS, con oltre 2,63 milioni di dollari raccolti in croudfunding per dare vita a quello che, secondo Atari stessa, è il puro concetto di classico reimmaginato. E forse è proprio questa la strada giusta da seguire: una console con nel cuore il passato e con una mente moderna e aperta al’attuale tecnologia.

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Non c’è modo di sapere come il mercato del futuro risponderà e se l’approccio di Atari sarà quello vincente. Da collezionista e nostalgico, non posso che essere felice di come la vecchia scuola stia tornando e sia possibile riassaporarla con la massima semplicità senza distruggere i propri risparmi. 

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