Lost Jugdment, l’importanza dei numeri due

Il sequel di Judgment è ormai pronto a fare il suo debutto, per la gioia di tantissimi videogiocatori. Cosa ci attende? Lo scopriremo insieme!

È dura la vita a Kamurocho. Lo sanno tutti: è una città complicata, piena di intrighi e di segreti, ma sa anche essere splendida nella sua semplicità. E, del resto, abbiamo tutti noi imparato ad amarla, nel corso degli anni, vivendola e respirandola a pieni polmoni in compagnia dei vari eroi e antiereoi (e non soltanto) che hanno solcato il suo suolo. D’altronde, Kamurocho non è soltanto odio e paura, e lo abbiamo scoperto insieme a Kazuma Kiryu, protagonista della serie Yakuza e, seppur con un contatto fugace, con Ichiban Kasuga, il nuovo volto di un brand che ha cercato (con successo) di guardare avanti e di reinventarsi, pur senza avendone veramente il bisogno.

Kamurocho, però, è anche la città di Tak Yagami, un volto diametralmente opposto ai due sopracitati ma non per questo motivo meno interessante. Anzi. Yagami rappresenta sotto diversi aspetti quell’eroe silenzioso, capace di rialzarsi dopo tante sconfitte e di riuscire a ricostruire una dignità, in un modo o nell’altro. Tak Yagami è il protagonista di Judgment, lo spinoff della serie Yakuza, che abbiamo imparato a scoprire e ad amare ormai qualche anno fa (e qualche mese fa è sbarcato anche su next-gen!) e che sta per fare il suo ritorno.

Perché sì, Judgment è stato un esperimento più che riuscito e, sì, il Ryu ga Gotoku Studio ha deciso di puntare molto sul nuovo brand, presentando in pompa magna quello che rappresenterà il proseguo di una storia ancora tutta da vivere: Lost Judgment. Con questo nuovo capitolo del neonato brand, il team di sviluppo vuole continuare a sperimentare e a provare nuove soluzioni, per quanto però stavolta si parte da una base di partenza nettamente più solida, e non potrebbe essere altrimenti.

Noi chiaramente siamo già ansiosi di scoprire cosa ci aspetterà nelle prossime settimane, ma intanto proviamo a fare ordine, cercando di spiegarvi perché il primo Judgment ci ha saputo colpire e perché questo Lost Judgment ha tutte le carte in regola per stupire e appassionare ancor di più del suo precedessore.

Stesso posto, pericoli diversi

Il primo Judgment, come detto poco sopra, è ambientato nell’ormai famosa Kamurocho, seppur le sue radici affondino in un passato decisamente più remoto e senza ombra di dubbio doloroso. Takayuki “Tak” Yagami, come sappiamo, prima di diventare una sorta di “vigilante” era un avvocato di primissima caratura, uno dei talenti più cristallini del suo studio legale e dell’intera prefettura. Per chi non lo sapesse, la sua carriera è ben presto finita in frantumi, legandosi in maniera irreversibile a uno dei casi più spinosi e complessi che il Paese ha dovuto affrontare. L’aver messo a piede libero un presunto omicida, rivelatosi poi tale (la storia è ben più complessa di così, ma non vogliamo entrare troppo nel merito), ha segnato inevitabilmente sia la carriera sia buona parte della vita del giovane protagonista, caduto in un baratro di tristezza e sensi di colpa da cui sembrava impossibile risalire.

lost judgment

E invece, grazie a una tempra che abbiamo imparato a scoprire proprio impersonandolo nel primo capitolo della serie, Tak ha saputo rialzarsi, desideroso come non mai di scoprire la verità dietro a degli eventi che, col senno di poi, si sono rivelati ben più complessi, passaggi di un disegno ben più grande di quanto si poteva immaginare al tempo. Gli eventi di Judgment hanno evidenziato proprio questo percorso, tortuoso e doloroso, di redenzione, una sorta di rinascita, che passa attraverso non soltanto le gesta dello stesso protagonista ma anche di chi, al netto di tutto, gli è sempre rimasto accanto. Perché, cosi come nella tradizione della serie Yakuza, anche Judgment pone grande importanza sul contorno, ossia su quel nutrito gruppo di comprimari che assistono in maniera più o meno decisiva il protagonista, accompagnandolo in un quello che è un viaggio lungo e tortuoso.

L’importanza dell’amicizia… E del character design

No, non è soltanto merito del protagonista se la storia di Judgment, del primo Judgment, ci ha saputo catturare così tanto. Il Ryu Ga Gotoku Studio ha saputo costruire intorno alla vicenda di Tak un’infrastruttura narrativa sfaccettata, corposa e e soprattutto originale, che riesce a dare al giocatore la sensazione, per nulla scontata, di trovarsi per le mani qualcosa di veramente nuovo. I collegamenti con la saga principale sono infatti sicuramente presenti a livello artistico e ludico ma, sul piano narrativo, Judgment riesce a staccarsi profondamente dal materiale originale dimostrandosi per certi versi anche superiore e, buona parte del merito, è rappresentato proprio dalla capacità del team nel creare un nuovo ecosistema tematico, che passa proprio non soltanto dal protagonista e dalla trama principale, ma anche dal “contorno”, tanto prezioso quanto necessario e altrettanto focale.

lost judgment

Basti pensare ad esempio ai membri dello Studio Genda, partendo proprio dal titolare, colui da cui lo studio prende il nome, che rappresenta per il nostro eroe una vera e propria figura paterna, passando per la bella e determinata Saori, uno dei personaggi più apprezzati e amati del primo Judgment e che si è dimostrata in più di un’occasione desiderosa più che mai di aiutare il giovane a ritornare a riprendersi la propria vita, dopo gli infausti eventi di cui vi abbiamo parlato in apertura.

A questi si aggiungono in maniera anche più predominante, anche perché maggiormente in vista e soprattutto più “vicini” nel cuore della storia, Kaito e Sugiura, due figure molto diverse tra loro quanto fondamentali proprio nell’economia della storia e per il protagonista. Burbero e scontroso, ma allo stesso tempo gentile e premuroso, Kaito rappresenta il classico personaggio su cui si può sempre contare e, non a caso, è il migliore amico di Tak, nonché uno dei pochi a essergli sempre rimasto accanto, al netto di tutte le difficoltà e delle dinamiche particolari relative alla difficile situazione del giovane ex avvocato.

lost judgment

Discorso diverso per quanto riguarda Sugiura, che raffigura quel “solito” volto misterioso e di primo acchito negativo, per poi però diventare un fido alleato, nonché amico, del nostro protagonista. La scrittura di questi personaggi, per quanto mai veramente innovativa e rivoluzionaria, funziona, come sempre. Del resto, il team non ha mai brillato per la qualità della scrittura dei suoi volti, anche i più noti, che fondamentalmente rimane sempre imbrigliata nei luoghi comuni e nei cliché, centrando però ogni volta (o quasi) il bersaglio con grande tranquillità.

lost judgment

E Judgment, da questo punto di vista, rappresenta probabilmente l’episodio più riuscito della saga, un episodio che riesce, col “minimo sforzo”, inteso strettamente a livello quantitativo, dunque con un cast in fin dei conti ridotto, a risultare uno dei più ricchi e sfaccettati, ma soprattutto potenzialmente con ancora tantissimo da dire. Ed è proprio questa la forza di Judgment, quella di avere ancora tanto da dire e che può dare ancora tantissimo al medium videoludico. Tutto questo senza dimenticare i villain, perfettamente calati nei loro panni e squisitamente stereotipati ma comunque dannatamente funzionali, e che hanno contribuito attivamente al successo del gioco che, com’è giusto che sia, nonostante un capitolo fondamentalmente auto conclusivo ritorna sulla scena con ancora tanto da dire, nel bene e nel male.

Lost Judgment: una nuova minaccia e tante nuove cose da fare

Il nuovo capitolo della serie vuole riprendere la formula originale già vista nel primo Judgment, ampliandola e migliorandola sotto tutti i punti di vista, sia quindi quello ludico sia quello narrativo. Il primo Judgment ha avuto il grande merito di offrire al giocatore tante nuove aggiunte, soprattutto a livello di gameplay, che hanno contribuito in maniera attiva a separare ancor di più il capitolo spin-off da quella che è la saga principale.

lost judgment

Al netto di tutto, però, a livello di gameplay, sul lungo andare, Il problema è che poi le attività secondarie arrivavano a un punto in cui si rivelavano molto simili tra loro, cosa che conduceva alla naturale preferenza per cercare di avanzare nella storia piuttosto che completare tutto ciò che c’era da fare. Con Lost Judgment i ragazzi del Ryu Ga Gotoku Stodio vogliono offrire ai giocatori diverse innovazioni per far sì che anche avanzando nella storia, con l’esplorazione e l’investigazione non si arrivi mai a questo momento di “stanca”. Ciò si traduce chiaramente in nuovi gadget, nuovi modi di esplorare la città, attività secondarie più vaste e meno ridondanti, tutto per favorire il vivere la città e tutto ciò che essa ha da offrire con una maggiore “fame”.

lost judgment

Stando a quanto visto, il gameplay offrirà nuove soluzioni e nuove possibilità, che andremo a esaminare in un secondo momento in maniera più approfondita, con una panoramica più precisa di quelle che saranno le varie attività secondarie e le varie possibilità a livello di gadget e strumenti che Tak avrà a disposizione per portare a termine i casi. Essi sono comunque rimasti il punto focale della produzione, facendo sì che il focus del titolo, come è giusto che sia, resti situato nell’accettare e risolvere casi, principali o secondari che siano.

A livello narrativo il titolo seguirà parecchio le orme del suo predecessore provando ad ampliarle e a spingersi ancora più in là, portando dunque su schermo una storia oscura, dai toni se vogliamo ancora più cupi e allo stesso modo maturi, con una narrazione importante, “pesante”, in cui il giocatore sa di potersi rispecchiare. Ci troveremo di fronte, dunque, a una storia forse ancor più elaborata rispetto a quanto visto col suo predecessore, che ha come sfondo degli eventi un liceo, in cui si consuma un efferato omicidio su cui il nostro Tak sarà chiamato, insieme ai suoi collaboratori, a far luce. La storia principale quindi siamo sicuri che ancora una volta sarà il punto più alto della produzione, che vuole diventare più corposa anche a livello quantitativo.
Il racconto di Lost Judgment dovrebbe superare anche in termini di ore di gioco quello del primo capitolo, regalando ai giocatori un’esperienza ancor più longeva e variegata.

Lost Judgment


Lost Judgment ha il grande compito di portare avanti un progetto ambizioso e ricco di potenziale, capace di non sfigurare e anzi di rivaleggiare ad armi pari con il brand principale del Ryu Ga Gotoku Studio, di cui rappresenta sulla carta un “semplice” spin off. Del resto, lo avevamo capito subito: Tak Yagami ha tutte le carte in regola per affermarsi come uno dei protagonisti più affascinanti della sfera videoludica e in questo episodio siamo sicuri che questo aspetto si consoliderà una volta per tutte, grazie alle tante novità potenziali che il sequel offre, sia sul piano narrativo sia a livello ludico. Lost Judgment, e lo diciamo con convinzione e con sincera speranza, ha tutti gli strumenti per ampliare e migliorare una produzione che ha saputo sorprendere e convincere un po’ tutti quanti, anche i non appassionati della serie principale, basandosi però sulle solide fondamenta costruite con il primo capitolo. Il focus degli sviluppatori è rivolto ad ampliare e migliorare quanto di buono visto in passato e siamo convinti che la missione sia assolutamente alla portata, considerando quanto di buono visto e sentito finora, e non vediamo l’ora di poterlo confermare quando avremo il gioco completo tra le nostre mani.

Vai alla scheda di Judgment
Ti è piaciuto quello che hai letto? Vuoi mettere le mani su giochi in anteprima, partecipare a eventi esclusivi e scrivere su quello che ti appassiona? Unisciti al nostro staff! Clicca qui per venire a far parte della nostra squadra!

Potrebbe interessarti anche