[RETRO] Rayman Rush – Uno spin-off poco fortunato

Divergenza rischiosa

Schermata di gioco di Rayman RushNel grande panorama videoludico odierno, molte sono le serie di vecchia data che possono vantare una sterminata quantità di prodotti tra canonici e non. Franchise della risma di Final Fantasy o Metal Gear, negli anni hanno assistito al succedersi di innumerevoli capitoli sulle più svariate piattaforme e con la conseguente evoluzione del proprio concept iniziale (nella fattispecie, il recente annuncio di Metal Gear Survive ha fatto storcere il naso a tanti incluso il sottoscritto n.d.r.). Oggi grazie a smartphone e tablet è possibile accedere a una miriade di spin-off appartenenti alle grandi saghe che hanno occupato pagine di storia dei videogiochi, rendendo l’accostamento ai classici sempre più semplice e alla portata di tutti. Fino a qui niente di male, se non si vanno a considerare casi in cui, nonostante una buona base di partenza, il risultato lascia a desiderare. Nell’intento di mantenere una posizione per lo più super partes, prima di entrare in argomento occorre quindi spezzare una lancia in favore di quello che andrò a descrivere e, con “spezzare una lancia”, intendo dire che nel bene o nel male tutte le serie di una certa longevità sono prima o poi destinate ad avere un capitolo meno fortunato degli altri.

Guardare indietro a volte non paga

Il logo di Rayman RushÈ questo il caso di Rayman Rush, sedicente versione digest del popolare spin-off multiplayer sulle avventure della creatura dagli arti svincolati, Rayman M. Inizialmente pubblicato da Ubisoft nel 2001 su PS2, Rayman M si struttura in due distinte modalità competitive fino a quattro giocatori: combattimenti in arena e gare di velocità. Un mix vincente che ai tempi riscosse un successo ancora maggiore dopo l’uscita del gioco per Microsoft Windows e Xbox, ma che non godette del medesimo plauso nel caso della sua versione PS1. Rayman Rush, pensato per replicare l’esperienza di M sulla prima console di casa Sony, risultò in una triste e mutilata copia del suo progenitore. Come già preannunciato dal titolo e a causa delle limitazioni imposte dalla retro-trasposizione, Rush punta esclusivamente sulla modalità gara e manca del tutto della parte di combattimento. Sempre per via delle ridotte potenzialità del supporto, la quantità di personaggi tra cui scegliere è ridotta (con l’aggiunta di skin diverse per creare un illusione di quantità) e il numero di tracciati disponibili è inferiore.

Tuttavia se da un punto di vista prettamente contenutistico Rayman Rush appare come povero e incompleto, sul fronte grafico e sonoro si mantiene abbastanza in linea con il resto della serie. Abbastanza nel senso che la ost è la medesima di M con qualche variazione nel pitch di alcune tracce mentre gli scenari mantengono la loro vivacità nonostante il porting. I poligoni risentono del passo indietro generazionale ma tutto sommato la cosa non influisce significativamente sull’esperienza di gioco. La sintesi di questi fattori è un gioco che con il giusto impegno avrebbe potuto offrire una valida alternativa alla sua controparte next-gen ma che, probabilmente per questioni di priorità, scade in una mediocre trasposizione.

Particolari che deludonoRayman Rush retro della copertina

Ulteriore dettaglio che non gioca a favore di Rayman Rush è la ripetitività delle modalità di gioco che oltre, a offrire il classico campionato dove sbloccare tracciati e personaggi consta altre quattro (in realtà tre) varianti:

Lums, dove il giocatore oltre a sconfiggere la cpu deve raccogliere i classici lum gialli.

Target, disponibile solo per un giocatore e nella quale mentre si gareggia contro l’orologio bisogna colpire delle farfalle.

Time Attack, che come da nome non è altro che una sfida a tempo in single player.

Training, pensata per familiarizzare con i circuiti.

A completare il già ridotto ventaglio di possibilità, la diminuzione del multiplayer da 4 a 2 soli giocatori rende in definitiva Rayman Rush una fastidiosa macchia sul curriculum di un franchise  altrimenti impeccabile.

Rayman Rush dimostra di non essere all’altezza dei suoi fratelli e fallisce nel tentativo di trasportare su PS1 un gioco di qualità con tutti i crisimi di un Crash Bash. Lungi dall’essere comunque considerabile come una catastrofe videoludica, si raccomanda di giocarlo in emulazione per non dover rimpiangere i soldi spesi.

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