Taekwonfight, sport ed esports si incontrano

Sport, esports e gamification: in che modo possono dialogare?

Si chiama Taekwonfight ed è una perfetta dimostrazione di come sport ed eSports possono dialogare grazie alle dinamiche di un videogioco. Potremmo quasi definirla la nuova gamification applicata alla vita reale e in questo caso al mondo degli Sport. Bisogna però riconoscere una cosa: la FITA, la Federazione Italiana Taekwondo, ha un tempismo perfetto.

Proprio in questo ultimo periodo, il CONI ha mosso i suoi primi passi importanti nel mondo degli esports, inteso da loro con l’acronimo E-Sports, cominciando a gettare le prime basi per una Federazione ufficiale che disciplini questa nuova fruizione del mondo sportivo. Anche perché l’intenzione è quella di equiparare gli esports agli sport reali

taekwonfight

Secondo un articolo pubblicato sulla Gazzetta dello Sport, il Taekwonfight è stato sperimentato per la prima volta durante il torneo Kim&Liù, svoltosi nel 2018, e il Gran Prix di Roma del 2019. Un perfetto ibrido tra realtà virtuale e combattimenti veri, che ha visto molti bambini cimentarsi e divertirsi. È bastato solo sostituire il classico test (quello che serve a rilevare il funzionamento delle corazze elettroniche) con una barra elettronica e che indica l’energia di cui si dispone.

A seconda dell’intensità del colpo, livellata per fasce di età e costituzione fisica, si erodono segmenti di energia. Esattamente come in un picchiaduro. 

taekwonfight

Come in Tekken e Street Fighter

Fare paragoni con dei mostri sacri del calibro di Tekken e Street Fighter è quasi automatico con il Taekwonfight. La FITA, però, si sta spingendo oltre. Forte dell’esperienza del 2018 e del 2019, la Federazione vuole organizzare una simulazione di competizione. Si potrà, quindi, scegliere un personaggio con caratteristiche e aspetto all’interno di un roster in grado di accontentare tutti i gusti. 

Nell’ottica di far conoscere e diffondere la disciplina del Taekwondo, la FITA si lancia, inoltre, verso il futuro guardando con interesse alle tecnologie virtuali. Queste permetterebbero, oltre ad approcciare per la prima volta a una disciplina sportiva simulandone l’esperienza, di partecipare a sessioni di combattimento e allenamento coinvolgendo diversi player, dislocati in tutta Italia e in tutto il mondo. 

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La gamification sportiva per incentivare allo sport

L’intenzione della FITA, con l’iniziativa Taekwonfight, è quella di incentivare i giovani alla pratica dell’attività sportiva, coniugando gli aspetti ludici del gioco con quelli del videogioco. Mi chiedo: Ma è necessario? I ragazzi di oggi preferiscono giocare a FIFA 20 piuttosto che far parte di una squadra e giocare il calcio vero e non quello simulato?  Se così fosse abbiamo un problema piuttosto serio e ben venga quindi l’utilizzo di metodologie proprie di un videogioco come calamità verso il mondo reale. Questo potrebbe essere il next-level per la Gamification, vista sinora legata ad iniziative connesse al solo mondo videoludico.

In realtà qualcuno se n’è già accorto di questa maturazione. Secondo quanto emerge da questo articolo pubblicato sul portale Gowthengineering, il noto istituto di ricerca Gartner già in un report pubblicato nel 2012, anticipava le tendenze future della Gamification.  Nel suo report Gamification 2020: What Is the Future of Gamification?, vengono evidenziati quali sono (anche se all’epoca erano un “saranno”) i possibili ambiti dove le logiche e le dinamiche di un videogioco possono avere un impatto significativo: innovazione in generale, la gestione delle performance dei dipendenti, la scuola e l’educazione, interfacce di gestione dei clienti e sviluppo e gratificazione personale.

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Con ben 8 anni di anticipo, il noto istituto di ricerca americano “ci ha beccato”, su tutti i fronti. Noi piazziamo il nostro argomento di questo editoriale nella categoria “sviluppo e gratificazione personale”, anche perché lo sport è soprattutto questo.

Taekwonfight arriva in un momento magico per gli sport elettronici, rovinato solo dalla situazione che il nostro paese sta vivendo per via della piaga del Coronavirus. Ma si tratta solo di una pausa. L’Italia, in questi giorni, sta affrontando una delle gare più difficili della sua storia. Questa ci ha insegnato, però, come gli italiani sanno essere dei validi atleti che, nonostante le avversità, si rialzano per proseguire verso il traguardo.

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