Fallout 76 – Recensione

Recensito su PlayStation 4

Country roads, take me home, to the place I belong
West Virginia, mountain mama, take me home, country roads

Queste le parole che echeggiano nelle nostre teste fin dal primo trailer di Fallout 76, che con un West Virginia post apocalittico ci ha promesso un’esperienza nuova e affascinante. Vagare nei boschi insieme ai nostri compagni alla ricerca di provviste, armi e Ardenti erano solo alcune delle cose che non vedevamo l’ora di fare in Fallout 76, nella speranza che l’aggiunta del multiplayer non andasse ad intaccare in alcun modo la qualità del prodotto finale. Così non è stato, e già durante la B.E.T.A avevamo presentato i nostri dubbi su Fallout 76, che non ci aveva per nulla convinti sia dal punto di vista del multiplayer che dell’esperienza generale di gioco.

Nonostante il poco tempo a disposizione speravamo che almeno i problemi grossolani (soprattutto quelli tecnici) venissero risolti, per non arrivare al lancio in uno stato quasi pietoso, ma ovviamente così non è stato, ed è per questo che oggi ve ne parleremo come mai avremmo pensato di parlarne.

Fallout 76 beta

Iniziamo però dal principio: Fallout 76 racconta la storia dei superstiti del Vault 76, uno dei bunker presenti in West virginia, inaugurato nel 2076 ovvero nell’anno del tri-centenario dall’indipendenza statunitense. Il 23 ottobre 2077, la Cina bombarda gli Stati Uniti con delle cariche nucleari, che causano l’avvio del protocollo di salvataggio per alcuni eletti all’interno dei Vault, tra cui il numero 76. L’apertura del Vault 76 è programmata esattamente a 25 anni di distanza dal bombardamento nucleare, nella giornata della “rigenerazione”, ove i 500 abitanti, grazie all’addestramento maturato, possono ripopolare e far rinascere l’America. È il giorno della rigenerazione, e dopo aver creato il nostro personaggio, ci troviamo sdraiati sul letto, in perfetto ritardo per l’uscita dal Vault, merito del troppo alcol ingerito alla festa della sera prima. Ci alziamo dal letto, prendiamo il nostro fidato Pip-Boy e seguiamo le linee guida che ci accompagnano fuori dalla base, rifornendoci di alcuni oggetti utili alla sopravvivenza. Arriviamo davanti all’uscita del Vault e, con un pizzico di ansia, aspettiamo imperterriti l’apertura di quell’ammasso di acciaio, unica barriera tra noi e l’ormai desolato mondo esterno.

Una volta fuori, possiamo tranquillamente affermare di trovarci di fronte alla rigenerazione meno epica di tutti i Fallout, lasciando affiorare nel giocatore dei dubbi sulla qualità del prodotto già dai primi minuti, che si infoltiscono con il passare delle ore. Le prime missioni ci guidano in una delle “città” principali e ci permettono di apprendere le basi del gioco, che non sono per nulla distanti da quanto visto nei precedenti Fallout. Presa un po’ la mano con il mondo di gioco iniziamo a esplorare, uccidere nemici e raccogliere provviste, in un mondo quasi completamente vuoto. L’esperienza alla base di Fallout 76 è molto simile a quella dei precedenti capitoli, infatti avremo a disposizione una serie di missioni principali e secondarie, che ci permettono di scoprire nuove sfaccettature sulla storia e al contempo ricevere importanti ricompense. La grossa differenza rispetto ai precedenti capitoli la fanno però gli NPC, grandi assenti in Fallout 76, sostituiti con olonastri e terminali, che peggiorano soltanto un sistema che già di per sé non funziona. L’assenza degli NPC in un Fallout single player poteva anche essere un idea interessante, dato il tempo che si poteva dedicare alla lettura di tutti i documenti, ma in un titolo multiplayer come Fallout 76 questo sistema non funziona. Non vi verrà infatti mai in mente di fermarvi a leggere pagine e pagine di terminali mentre i vostri compagni vogliono invece andare a combattere, oppure mentre nei paraggi ci sono altri giocatori pronti a disturbarvi.

Fallout 76

Nonostante la difficoltà nell’approfondimento della lore, la trama di Fallout 76 è piacevole da seguire e vi accompagnerà in un viaggio di circa 30/40 ore, nelle quali visiterete praticamente ogni angolo dell’immensa mappa a disposizione. Non mancano ovviamente le missioni secondarie, che oltre all’approfondire alcuni filoni di trama, vi ricompenseranno con equipaggiamento, estremamente vario e adattabile a tutti gli stili di gioco. Novità introdotta con Fallout 76, per via della sua impostazione online, sono gli eventi pubblici, ovvero una serie di missioni a tempo che si attivano in determinati luoghi e richiedono a gruppi di giocatori il completamento di alcuni obiettivi, a volte molto semplici e ripetitivi. Nonostante la presenza di questi eventi, molto spesso vi troverete a vagare per l’Appalachia completamente soli, a meno di non avere un gruppo di amici con cui condividere l’esperienza. Gli unici momenti in cui troverete altri giocatori (comunque molto raro), si limiteranno o a dei saluti reciproci con le emoticon presenti oppure a degli scontri PVP, mentre difficilmente riuscirete a cooperare per concludere insieme un obiettivo.

Come già anticipato, Fallout 76 non porta molte novità dal punto di vista del gameplay, il quale rimane ancorato al passato, preservandone pregi e difetti. L’unico aspetto che davvero muta è il sistema S.P.A.V. che per la natura online del titolo è stato ridisegnato, lasciando al giocatore la sola possibilità di utilizzarlo come una sorta di auto mira, eliminando quindi la possibilità di bloccare il tempo. Si tratta sicuramente di una scelta obbligata anche se avremo preferito qualcosa di studiato appositamente per questo nuovo capitolo, piuttosto che il riciclo di un sistema funzionante solo parzialmente. Per quanto riguarda il survival, esso si basa principalmente sulla gestione di parametri inerenti cibo e acqua, che non devono mai scendere a livelli critici, pena la diminuzione dei PA e il rischio di contrarre patologie in grado di metterci a rischio durante le nostre missioni. Dovremo quindi utilizzare la cucina da campo per cuocere il cibo e bollire l’acqua, così da evitare di prendere grandi dosi di radiazioni, che andranno a diminuire i PS massimi. Per cucinare dovremo utilizzare il sistema CAMP, un’evoluzione dell’editor di Fallout 4, che questa volta ci permette di costruire liberamente nella mappa utilizzando i materiali raccolti durante l’esplorazione o le missioni. Il vostro CAMP potrà essere arricchito con i vari banchi da lavoro per costruire armi, armature, casse per depositare gli oggetti o per posizionare il fuoco da campo, il tutto potrà poi essere lasciato all’aperto, protetto in una piccola casa, o in una vera e propria fortezza.

Fallout 76

La vera novità dell’anno, che fin da subito ci aveva spaventati, è il multiplayer, pensato, secondo Bethesda, principalmente per incentivare i giocatori a giocare insieme e non ad uccidersi senza motivo. Quello che abbiamo sicuramente appurato in tutte le nostre ore di gioco è che tutto ciò non è vero, o meglio, non funziona come Bethesda sperava. A meno di non avere una squadra preimpostata, quelle poche volte che incontreremo altri player, difficilmente ci fermeremo a interagire con loro. Se l’interazione tra giocatori è praticamente inesistente, il PVP è decisamente peggiore, risulta infatti concepito male e sviluppato in maniera approssimativa. L’uccisione aggressiva di altri giocatori non porta fortunatamente vantaggi, ma anzi solo penalità, mentre gli scontri PVP non danno grandi soddisfazioni, anzi, in parte sia per il sistema di mira a tratti imbarazzante che per il lag, spesso si crea solo del nervosismo, quindi si finisce per evitarli. In un gioco multiplayer, dove non esistono motivi per interagire con altri giocatori e dove il PVP è praticamente inutile, l’end game ha vita breve, e a meno di interventi seri da parte degli sviluppatori, non vediamo un futuro molto roseo per Fallout 76. Quello che ne risulta quindi è in sintesi un mix tra un titolo completamente single player e uno multiplayer, dove, forse per paura, non si è presa una posizione sull’impostazione di gioco, che non risulta soddisfacente né in singolo né in multi.

Altro aspetto che non possiamo sicuramente trascurare è il comparto tecnico, decisamente datato e mal ottimizzato. Nel 2018, e soprattutto dopo l’uscita di titoli come Red Dead Redemption 2, è inaccettabile vedere un titolo del genere girare su un motore grafico vecchio di anni. Texture a risoluzione bassissima, modelli poco definiti, Bug praticamente ovunque, Intelligenza artificiale imbarazzante e un frame rate che arriva solo in rari casi ai 30 FPS su PlayStation 4 e Xbox One sono solo alcuni dei problemi che chiunque può riscontrare dopo soli 20 minuti di gioco. Se forse, per un ultima volta, potevamo anche accettare una grafica datata, su bug e frame rate non possiamo scendere a compromessi, soprattutto per la natura multiplayer del titolo, che nelle situazioni più concitate ci obbliga a sparare a caso per via di un frame rate troppo basso che ci impedisce di seguire a dovere i movimenti dei nemici. Abbiamo accennato all’intelligenza artificiale, che in Fallout 76 ha il suo picco, in negativo però, infatti risulta semplicissimo far incastrare un nemico e sparargli dalla distanza, mentre lui rimane lì, fermo a guardarvi. Le speranze di vedere dei miglioramenti sostanziali nei prossimi mesi sono veramente poche, dato che ci sarebbe da rifare tutto il motore di gioco, che da sempre soffre di queste problematiche, ci accontenteremmo però, almeno, di miglioramenti al frame rate e al NetCode, per rendere Fallout 76 quantomeno giocabile.

Fallout 76


Fallout 76 è un prodotto che purtroppo presenta difetti troppo evidenti, tra cui un multiplayer che non funziona come dovrebbe e un comparto tecnico impresentabile. Se la trama di Fallout 76 si è rivelata interessante e godibile, l’assenza di NPC ne ostacola l’approfondimento per via di terminali e olonastri, per nulla adatti all’impostazione online del gioco. Il gameplay è praticamente uguale a Fallout 4, con l’unica differenza nello SPAV adesso utilizzabile senza il blocco del tempo, e nel sistema CAMP disponibile ovunque nella mappa. Non abbiamo riscontrato quindi motivi per dare almeno una sufficienza piena a questo titolo, vista la fretta nella pubblicazione, che poteva tranquillamente essere rimandata in attesa di risolvere grossi problemi tecnici quali texture inguardabili, frame rate, IA e l’infinità di bug presenti. Confidiamo in aggiornamenti regolari come già confermato da Bethesda, anche se non crediamo in grandi stravolgimenti nella struttura base del gioco, che ormai rimarrà probabilmente questa.

5.8

Pro

  • Il West Virginia è un setting azzeccato
  • Divertente se giocato in coop
  • Una mappa enorme...

Contro

  • ... Ma troppo vuota
  • Graficamente impresentabile
  • Scelta dell'assenza degli NPC che non funziona
  • Sistema PVP concepito male
  • Bug dietro ogni angolo
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