Final Fantasy XIV Stormblood – Prime Impressioni

Dopo così pochi giorni dal rilascio di Final Fantasy XIV Stormblood non è ancora possibile dare un giudizio definitivo, anche e soprattutto per la natura stessa del titolo: la seconda espansione del MMORPG  targato Square Enix ha infatti già in programma numerosi aggiornamenti e manutenzioni, che ne incrementeranno e miglioreranno significativamente il contenuto nel corso delle prossime settimane. Tuttavia, il materiale disponibile è già più che sufficiente per delineare un quadro generale di ciò che questa è e sarà in grado di offrire.

Stormblood

Fin dalle primissime ore di gioco, Stormblood mostra un netto cambio di direzione rispetto al precedente Heavensward. Gli scenari innevati e dall’estetica fortemente occidentale lasciano il posto ad ambientazioni più “tiepide” e luminose, circondate da un’aura mistica e spirituale, più vicina alle culture orientali. La Main Quest pare mantenere la semplice, concreta crudezza a cui il gioco ha abituato la sua community, in questo caso mostrando fin da subito un antagonista dall’indubbio carisma.

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Il team di Naoki Yoshida sembra prendere molto a cuore i feedback dei giocatori e per questa ragione le critiche mosse a Heavensward non sono rimaste inascoltate. I dungeon e i raid boss finora presentati non mostrano meccaniche rivoluzionarie a livello di gameplay, ma mescolano sapientemente  – e con un livello di difficoltà ben bilanciato – tutto ciò che Final Fantasy XIV ha offerto dall’anno della sua “rinascita” del 2014.

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Le sfide così pensate risultano divertenti e piacevolmente impegnative, meno vincolate agli onnipresenti DPS check di Heavensward, che hanno portato alla nascita dei combat tracker (tollerati ma mai approvati dagli sviluppatori) e a una generale mancanza di varietà negli scontri endgame dell’espansione precedente. Stesso dicasi per il bilanciamento del leveling, assai più rapido che in passato e ben lontano dal concetto di farming frustrante e ripetitivo, tipico degli MMORPG.

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Oltre all’introduzione dei due nuovi job, Red Mage e Samurai, l’intero sistema di abilità e classi è stato rivisitato per rendere più netta la separazione tra i vari ruoli all’interno del mondo di gioco: l’aggiunta di un’interfaccia unica per ciascun job e l’abolizione delle cross skill sono due dei principali elementi che hanno giocato a favore di una semplificazione del combat system, spesso inutilmente contorto anche per i casual gamer.

Non sono ancora disponibili analisi approfondite su come le modifiche abbia migliorato o meno il bilanciamento di Final Fantasy XIV, il titolo ha ancora davanti numerose patch di ribilanciamento e manca un concreto contenuto hardcore per testare le nuove meccaniche, ma la sensazione iniziale è che, nel complesso, questo revamp sia stato coraggioso e benvenuto.

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Se la buona volontà e la passione dei developer non possono minimamente essere messe in dubbio, è comunque innegabile che l’ultima fatica di Square Enix stia vivendo un rilascio travagliato. A partire dai primi giorni di Early Access, i giocatori di tutto il mondo hanno sperimentato congestione e crash dei server, problemi ancora presenti e che sono stati edulcorati solo in minima parte dall’apertura di un nuovo server europeo (chiamato Omega) e dalla creazione di istanze all’interno delle aree di Stormblood per limitare il sovraccarico.

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Stando alle dichiarazioni ufficiali, i server nordamericani sono anche stati vittime di attacchi DDoS ma, bravate informatiche a parte, è innegabile che la gestione complessiva dei problemi tecnici (che, appunto, si sono presentati anche in server dedicati al resto del mondo) sia stata tanto tempestiva, quanto poco efficace.

A causa di svariati bug, molti utenti non sono stati in grado di superare il livello 60 nonostante l’acquisto in preordine dell’espansione, altri non sono riusciti a individuare gli NPC incaricati di fornire loro le missioni per avanzare nella storia, altri ancora – perlopiù nei server ad attività medio-alta – si sono trovati davanti code di migliaia di giocatori per il semplice accesso, che hanno impedito loro di usufruire del gioco per ore e ore.

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Ultimi, ma non meno importanti, i già citati crash dei server, le estenuanti attese per accedere ai dungeon con il ruolo di DPS e un management infelice delle istanze, che hanno reso complicata e snervante l’esplorazione delle nuove aree ed eventi. Lo stesso Director e Producer Yoshida ha espresso le sue sincere scuse per la situazione, promettendo un intervento tempestivo e che, in effetti, ha notevolmente migliorato la condizione dei mondi di gioco a pochi giorni dal rilascio ufficiale di Stormblood.

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È  ancora presto per gridare al capolavoro e rimane da vedere come saranno gestiti i contenuti hardcore di Final Fantasy XIV Stormblood, ma la situazione attuale fa ben sperare per il futuro di un titolo che, a distanza di anni, riesce a rimanere al passo coi tempi e affascinare ancora centinaia di migliaia di giocatori in tutto il mondo.

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