Guida atipica a The Witcher 3: Uccidere un Vampiro

"Vivono tra noi" titolava un albo di Dylan Dog: sono i vampiri, e Geralt ha la sfortuna di incontrarne uno di loro durante la missione Peccati Carnali.

Il nostro personale percorso che ci traghetta verso la miracolosa versione per Nintendo Switch di The Witcher 3: Wild Hunt continua. Il mondo in cui si muove lo Strigo è vasto e irto di pericoli e lo sappiamo bene perché abbiamo già visto due casi esemplari: il Grifone di Bianco Frutteto e il Licantropo di Velen.

Oggi il nostro campionario si arricchisce di un’altra bestia che da sempre è un classico: il vampiro. Poteva mai mancare nell’universo di Andrzej Sapkowski e CD Projekt RED? Come per gli altri casi, anche qui prenderemo in esame una missione cardine del gioco, Peccati Carnali, per introdurre al meglio la bestia e le atmosfere del gioco di ruolo.

The Witcher 3

Peccati Carnali è una missione secondaria, ma allo stesso tempo di primaria importanza, che parte subito dopo aver completato Cabaret: ci troviamo a Novigrad, alla fine di tutta la trafila compiuta per liberare Dandelion. Quella del vampiro in The Witcher 3 è una storia più avanzata delle altre trattate quindi se volete evitare ogni spoiler vi consigliamo di saltare direttamente al paragrafo “conosci il tuo nemico” e quello che concerne il combattimento.

Prima di lanciarci nel mezzo della missione ci teniamo a introdurre brevemente i vampiri in The Witcher. Questi, come tutti gli altri mostri, sono arrivati 1500 anni prima con la Congiunzione delle Sfere, un cataclisma che ha squarciato il velo che divideva il loro mondo dal nostro. I vampiri di Sapkowski scardinano molti preconcetti legati a queste creature: aglio, paletti di legno e crocifissi sono tutte baggianate e inoltre non hanno bisogno di sangue per sopravvivere – è il loro alcol, o la coca-cola se siete astemi. Il vampiro in questione è un Katakan, molto simile nell’aspetto agli Ekimmuh (o Ekimmara) ma più intelligente.

The Witcher 3 katakan

Dal diario:

I katakan e i loro cugini più pericolosi, i nekurat, sono l’incarnazione stessa della paura umana. Si nascondono nelle ombre. Si nutrono di sangue. Assomigliano a enormi pipistrelli… ma con lunghe zanne e artigli ancora più lunghi.

Peccati Carnali inizia in modo piuttosto irruento: Dandelion vuole trasformare il Timo e Rosmarino nel nuovo punto di riferimento di Novigrad, un cabaret chiamato il Camaleonte. Mancano poche ore al debutto ma Priscilla, la bella cantastorie dai capelli biondi, tarda ad arrivare. Non bisogna aspettare molto per vedere scritte queste parole:

Quando le porte del Camaleonte si spalancarono al suo posto ci fu un messaggero proveniente dall’ospedale di Vilmerius. Con volto pallido e cupo, ci informò che Priscilla era stata gravemente ferita in un assalto e che lottava tra la vita e la morte.

Priscilla è stata attaccata in uno dei tanti vicoli da quello che si scoprirà essere l’assassino di Novigrad: Priscilla è stata a suo modo fortunata, perché il suo modus operandi è tremendo. La diagnosi del chirurgo primario dell’ospedale, Joachim Von Gratz, è che Priscilla sia stata costretta a ingoiare formaldeide, un acido che mette a serio rischio le sue possibilità future di esibirsi e cantare. A molti altri è andata peggio, come lo Strigo vedrà con i suoi occhi quando accompagnerà Von Gratz a eseguire un’autopsia sulla sua ultima vittima, un intagliatore.

The Witcher 3 priscilla

La ricerca, parte 1: Fogne, Obitorio e Vicoli

Dandelion chiede a Geralt di fargliela pagare e lo Strigo, ovviamente, non se lo fa dire due volte che già è nelle fogne per raggiungere in maniera clandestina l’obitorio. Nelle fogne bisognerà affrontare qualche Drowner e una Strega d’Acqua: l’unica che potrebbe porre qualche problema è la seconda, ma un sapiente uso di Igni e Quen e Geralt sarà già alla ricerca del corpo, un nano che è possibile esaminare in modo accurato. Con lui come esempio si capisce che i meno fortunati sono morti tra indicibili dolori: legato (segni sui polsi), gli si sono stati cavati prima gli occhi e poi asportato il cuore. I due trovano anche residui di carboni ardenti nelle cavità oculari e un uovo di salamandra nel torace, entrambi allegorie al Fuoco Eterno, un culto di fanatici diventata vera e propria Chiesa in quel di Novigrad.

Geralt e il dottore vengono interrotti da un altro uomo, che si rivela essere il medico legale cittadino ed ex maestro di Joachim Von Gratz. Il suo nome è Hubert Hejk ed è impossibile non notare come il primario non nutra grandi simpatie verso di lui. Alla rimpatriata arriva anche Nathaniel Pistori, supervisore dell’obitorio cittadino e chierico del Fuoco Eterno che scaccia Geralt bollandolo come intruso.

A questo punto il Witcher ha tre strade da poter intraprendere:

  • Interrogare il becchino locale, Eustace, che ha rinvenuto il corpo del nano

Eustace è il più vicino e non ha molto da dirci se non che deruba i cadaveri. Attraverso il segno Axii o la costrizione fisica Eustace mollerà una lettera in pelle umana su cui un “cittadino preoccupato” scrive il nome della sua prossima vittima: Priscilla. Se Eustace, quindi, avesse portato la lettera a chi di competenza Priscilla non sarebbe stata mai attaccata. A voi la decisione di colpirlo o no.

The Witcher 3 peccati carnali

  • Investigare l’officina del nano intagliatore

La visita all’officina conferma i sospetti del Witcher che vede un esponente del Fuoco Eterno come colpevole: lo accoglie il fratello, che spiega a Geralt di come il morto intagliasse statue di Melitele con un seno prosperoso e come questo avesse fatto adirare più di un credente. Un’investigazione nella stanza porta a confermare che l’assassino e la vittima abbiano lottato e che questa si sia dovuta arrendere a causa della formaldeide e ucciso su una pira eretta con le statue oscene di Melitele.

  • Investigare nel vicolo dove Priscilla è stata attaccata

In questo vicolo Geralt sarà attaccato dai fratelli di una prostituta che lo crede l’assassino. È uno scontro a pugni, da vincere schivando e concatenando attacchi leggeri o pesanti. Non è possibile usare segni. La ricerca è poco fruttuosa e Geralt viene intimato da una guardia di recarsi in obitorio: l’assassino ha colpito ancora.

La ricerca, parte 2: Residenza dei Vegelbud, Kate la Zoppa (e Magazzino)

Ad accogliere il Witcher è Rejk, che gli chiede se si vuole unire all’autopsia. I due trovano un’altra lettera con il nuovo nome designato: Patricia Vegelbud, padrona della residenza omonima fuori città. Prima di scattare via e parlando con Rejk, Geralt scopre che questi non è stato altri che il maestro di Joachim quando erano all’Università di Oxenfurt. Rejk, che di sicuro è invecchiato bene, è stato costretto a sospendere l’allievo a seguito dei moti studenteschi del 1242 a cui aveva partecipato e per uno strano scherzo del destino si erano ritrovati entrambi a Novigrad.

Una volta arrivati alla residenza Vegelbud, già visitata con Triss Merigold, Geralt viene accolto dalla figlia, Ingrid, che affermerà che la madre ha di recente rigettato la fede nel Fuoco Eterno. Ciò gli è stato fatale: un giro di scale e la matriarca sarà già morta, legata e denudata sul letto.

The Witcher 3 omicidio

Il colpevole è scappato dalla finestra e il Witcher si lancia al suo inseguimento, ma un malinteso con le guardie fa sì che ne perda le tracce. I soldati sono troppi e non c’è modo di sconfiggerli: lasciatevi bastonare il giusto per far partire la cut scene che permetterà tra le altre cose di ispezionare la camera e di trovare un altro nome a firma del cittadino preoccupato: una prostituta nella casa di piacere Kate la Zoppa.

Dal diario:

Geralt entrò nella stanza della donna e trovò il reverendo Nathaniel, incontrato in precedenza nell’obitorio. La situazione era piuttosto ambigua: Nathaniel si ergeva su Nettie con un attizzatoio incandescente in mano.

Siamo arrivati allo snodo centrale della missione: con questa conversazione si gioca la scoperta del colpevole o la sua perenne fuga. Le opzioni da scegliere nel dialogo sono sempre le seconde, quindi chiedere a Nathaniel del perché delle vittime e delle lettere. In caso contrario, Nathaniel attaccherà facendo sì che il vero colpevole scappi e che Priscilla non abbia mai giustizia. La missione può finire così, con il ritorno di Geralt nella stanza d’ospedale e un cadavere trovato in un successivo momento dove l’assassino gli fa marameo.

The Witcher 3 scelte peccati carnali

L’ex torturatore farà due più due. Solo un altro uomo conosceva dove si sarebbe trovato, un collega che a quest’ora si trova in un magazzino portuale per il puntuale arrivo di formaldeide per uso medico: Hubert Rejk, che si rivelerà essere un vampiro. Ecco perché nonostante fosse più giovane era il maestro di Joachim: i vampiri invecchiano lentamente – e alcuni sono anche immortali. Non lui.

The Witcher 3 hubert rejk

Conosci il tuo nemico:

Melitele, Grande Madre, proteggici dal male, dagli impuri diavoli e dai vili demoni e soprattutto dalle grinfie dei katakan e dei nekurat.
– Frammento di preghiera

L’assassino è un vampiro che crede nel Fuoco Eterno e tutti i suoi omicidi sono stati compiuti contro gente che sputava su questa religione. I vampiri hanno dalla loro che il medaglione dei Witcher non vibri alla loro presenza, per cui questi non possono accorgersi di loro in forma umana.

Nonostante la sua presentazione pomposa, quello contro il vampiro non è un combattimento complicato, a patto di aver già affrontato qualche Ekimmuh e di essere almeno al livello 16. Specificato ciò, nel mondo di The Witcher il modo migliore per conoscere il nemico è leggere le sue caratteristiche nel bestiario. Il katakan è debole ai seguenti oggetti o segni:

  • Bombe: Polvere lunare, Fungo del diavolo
  • Unguento anti vampiri: se non l’avete già trovato nei vostri viaggi (è random) bisogna tentare la fortuna tra i vari erboristi.
  • Yrden: non permette al vampiro di diventare invisibile
  • Igni: tutti i vampiri sono deboli al segno infuocato

La pozione Sangue nero, inoltre, danneggia i vampiri e i necrofagi che colpiscono Geralt, per cui è un’ottima preparazione alchemica da considerare insieme alla pozione Tuono.

The Witcher 3 vampiro

Il combattimento

Il katakan si comporta come un Ekimmuh, diventando semi-invisibile. È un vampiro dotato di intelligenza, ma non abbastanza da essere considerato “superiore” come il gioco porta a credere (e l’espansione Blood and Wine ne è la prova).

Come tutti i vampiri, il katakan non va affrontato di notte: è più potente, e la sua rigenerazione ne è una prova. Sono creature molto veloci che scompaiono e ricompaiono per provare qualche artigliata, dunque il loro parco mosse è molto scarno, ma questa semplicità non deve far abbassare la guardia. Prima di tutto bisogna ungere l’arma d’argento con l’unguento anti vampiri che darà un bonus di danno e aspettare il vampiro si materializzi vicino a noi.

Sono da prediligere gli attacchi veloci e usare quanto possibile Quen, che deve essere la vostra prima scelta in fatto di segni, seguito da Yrden se non avete bombe per fargli riacquistare la forma fisica. La cosa più importante da avere, però, sono sicuramente i riflessi pronti per schivare gli attacchi semplici ma infidi del vampiro.

Come gli ekimmuh e i katakan prima di lui, anche questo crollerà dimostrandosi tanto fumo e poco arrosto.

Epilogo

Dal diario:

Sembrava un uomo gentile e accomodante, ma in realtà era un vampiro brutale e assetato di sangue, con una mentalità distorta e fanatica celata sotto la sua immutevole maschera di eterna giovinezza.

Priscilla e tutte le altre vittime prima di lei sono state vendicate. Possiamo solo sperare che la sua bella voce ritorni come quella di un tempo, ma in cuor nostro siamo sicuri che Callonetta ritornerà a calcare i palchi di Novigrad. Perché saremo anche cacciatori di mostri ma preferiamo alla violenza l’ascoltare una voce calda in una locanda durante una notte fredda, in attesa che arrivi il mattino – è quello che ci distingue dalle bestie.

The Witcher 3, con Geralt di Rivia e il suo intero bestiario, arriva il 15 ottobre anche su Nintendo Switch. Siamo pronti per essere cacciatori della miglior (o peggior) specie? Forse non lo saremo mai, ma per questa volta abbiamo fatto volentieri un’eccezione.

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