Hearts of Iron III – Recensione Hearts of Iron III

La seconda guerra mondiale è da sempre uno scenario molto caro alle esperienze videoludiche, che è stato mostrato ai nostri occhi sotto numerosi aspetti: siamo stati soldati di fanteria, generali al comando di battaglioni di mezzi corazzati, piloti della RAF, capitani di U-boat e chi più ne ha più ne metta, ma Hearts of Iron 3 è uno di quei titoli che ci fa allontanare dal campo di battaglia e ci offre la rara possibilità di avere una visione "Mondiale" della guerra, nella pianificazione e nella gestione, nello spazio e nel tempo.


Un mondo diviso accomunato dal rancore.

Ancora una volta il vento della guerra spira sulla storia ed Hearts of Iron III ci offre fin da subito un’ ampia panoramica degli eventi che ruotano attorno alla Seconda Guerra Mondiale e che la compongono. Andando nel menù per giocatore singolo avremo di fronte la possibilità di scegliere la nazione dell’ epoca che vorremo utilizzare, e inoltre anche alcune date storiche da cui far iniziare la nostra partita. Queste date vanno dal 1936, quando in Europa il trattato di Versailles aveva ormai definitivamente perso la sua efficacia, mentre nell’ Estremo Oriente il Giappone era mosso da pretese imperiali nei confronti della Cina, fino al 1944 con l’ Italia ormai arresa e il resto dell’ Asse in evidente difficoltà. Come già detto avremo anche la possibilità di giocare con tante nazioni dell’ epoca: non saremo obbligati a giocare solo con i protagonisti degli Alleati, dell’ Asse o con l’ URSS, ma potremo scegliere di giocare ad esempio anche con Paesi come la Bolivia o l’ Honduras.  Riguardo a questo aspetto è essenziale dire che "La storia siamo noi, ma fino a un certo punto." poichè in Hearts of Iron III vi è una certa fedeltà storica dei potenziali economici e bellici delle varie nazioni;  quindi cambiare la storia cercando di far diventare il Guatemala un impero mondiale sarà molto difficile se non impossibile, la cosa poi è resa ancor più complicata dal fatto che l’ IA sarà spesso propensa a fare scelte coerenti con il periodo storico. Inoltre sono presenti una serie di eventi storici, come l’ invasione della Polonia e l’annessione dei territori Boemi della Cecoslovacchia, che non lasciano molte possibilità di scelta in questo senso, questo perchè Hearts of Iron III vuole comunque essere prima di tutto un gioco principalmente tattico piuttosto che avere  uno sfondo storico preciso.  Nonostante questa rigidità le occasioni di cambiare la storia sul campo di battaglia non mancheranno, invertendo il corso della guerra, utilizzando piani e tattiche differenti nei vari fronti, per esempio arrivando con gli Alleati a Berlino prima dell’  Unione Sovietica, ecc…
 

Il Tempo delle chiacchere è finito.

A differenza di altri titoli Paradox come Europa Universalis III, nel quale la guerra è uno dei tanti mezzi, qui ci troviamo di fronte ad un gioco in cui essa è predominante e la diplomazia è solo un supporto che tuttavia ha la sua rilevanza. Attraverso il suo utilizzo infatti potremo stipulare accordi commerciali: per rinforzare gli aspetti carenti delle nostre forniture e della nostra economia, per chiedere accordi di passaggio, mandare forze sul fronte di una nazione per darle supporto. Ma tutto spesso si limiterà a questo, perchè mentre in Europa Universalis III ci troviamo alla guida di una nazione che si trova dinnanzi a scelte differenti in epoche differenti, Hearts of Iron III si trova in un contesto storico preciso che è la Seconda Guerra Mondiale, tutto ruota attorno ad essa e nel momento stesso in cui ha inizio, lo spazio per le trattative si riduce profondamente lasciando la parola alle armi fino alla resa totale di una delle parti in causa. Infatti, una volta che ci saremo affiancati ad una delle fazioni in gioco e dichiarato guerra ad un’altra,  non avremo la possibilità di porci ad un tavolo per una trattativa indipendente, se non attraverso eventi  legati ad una nostra resa totale, per cui entrare in guerra spesso significherà dover vincere per non perdere tutto. Abbiamo accennato alle fazioni in gioco e alla loro grande importanza, queste ultime sono tre: l’ Asse, Gli Alleati e il Comintern (Internazionale Comunista). Gli aderenti ovviamente cambieranno in base alla data d’ inizio che sceglieremo, ma già nel ’36, fra i membri fondatori iniziali troveremo: la Germania per l’ Asse, Regno Unito e Francia per gli Alleati, L’ U.R.S.S. affiancato da Tannu Tova e Mongolia. Scordatevi di vedere la Russia nell’ Asse, gli Inglesi nell’ Asse o i Tedeschi Alleati, questo almeno inizialmente perchè sconfiggendo una nazione, se ne avrete la totale resa, potrete concedergli d’ essere uno stato fantoccio che farà parte della vostra alleanza, oppure potrete liberare uno stato terzo occupato dalle fazioni a voi avversarie ricevendone uguale risultato, tuttavia una volta all’ interno di una fazione non potrete abbandonarla se non a certe condizioni. Sarà inoltre difficile, ma non impossibile, fare cose come far entrare gli U.S.A. nell’ Asse o l’ Italia negli Alleati, anche se l’ IA e il contesto storico iniziale non renderanno facile l’impresa.
 

Per vincere non basta avere tra le mani un fucile.

Come detto nell’ introduzione Hearts of Iron III ci pone ad avere un punto di vista globale della guerra mostrandoci come spesso, se non sempre, scagliare ondate e ondate di soldati sui territori nemici non porti alla vittoria. Il gioco ci pone fin da subito davanti tutti i nostri possibili teatri di guerra, che dovremo gestire in tempo reale avendo la possibilità di scegliere tra cinque livelli di velocità, del passare del tempo, oppure mettere in pausa per fare le nostre scelte con calma. Avremo numerosi tipi di unità, con armi e statistiche molto differenti tra loro, e ciò ci imporrà di utilizzarle con saggezza e meditazione. Potremo contare su: bombardieri a supporto dell’ esercito o per mantenere la superiorità aerea, navi per difendere i nostri mercantili da rifornimento, fanti e mezzi corazzati di numerose categorie e persino anche gli ultimi residuati di cavalleria. In ogni provincia potremo scegliere quali strutture difensive o di supporto potenziare, come trincee e silos per il lancio dei missili balistici, difese aeree e aeroporti. Il gran numero di province, tipologie di terreni e la complessità dei generi di unità ci impongono di usare prudenza nelle nostre mosse militari e il tutorial in questi aspetti sa essere molto povero, inoltre non basterà fare le manovre esatte, ma si dovrà tenere conto dei rifornimenti e del più generale equilibrio del fronte. Le nostre unità singole saranno legate a battaglioni i quali saranno legati a Quartier Generali, inoltre riceveranno i supporti necessari di munizioni, equipaggiamento, vettovaglie e benzina dalla regione adibita a questo e bisognerà tenere conto di ciò: infatti il nostro esercito avrà bisogno di costanti rifornimenti, e i materiali necessari per sostenere l’ impresa bellica si dovranno trovare o nella conquista o nei trattati diplomatici con nazioni neutrali o della nostra stessa fazione. Un’ altra componente importante sarà la ricerca, la quale ha numerose opzioni da non prendere alla leggera: un’ importante supremazia tecnologica può essere vincente. Detto così il gioco può sembrare molto complicato e in effetti non è dei più facili da comprendere, si può senz’ altro dire che Hearts of Iron III pecca nella sua eccessiva complessità (ad esempio l’ utilizzo dei simboli NATO per identificare le tipologie d’ unità, cosa che può spaesare il giocatore che si presenta come pioniere) come altri giochi peccano nell’ inseguire un’ eccessiva semplificazione (Come ad esempio Empire Total War), al punto che in entrambi i casi vi sono più perdite che guadagni nei confronti del divertimento, ma non si può negare che Hearts of Iron III si presenti come un titolo che ci mostra un’ ottima simulazione su larga scala di un conflitto su scala mondiale.
 

 

 

La Guerra è un "Pesante" fardello.

Da quello che abbiamo detto il gioco non si propone come un prodotto che scorre liscio e diretto a caccia di qualsiasi tipo di palato videoludico. Il corso stesso della guerra, oltre a essere ricco di opzioni, scorre in modo molto lento, seppur il gioco sia in tempo reale: infatti, anche a massima velocità, il tempo scorre relativamente lento ma non potrebbe essere altrimenti, vista la quantità di fronti e di mosse da gestire. A volte ciò potrà essere però fastidioso in quanto, per far trascorrere un anno, dovremo attendere parecchi minuti davanti allo schermo. Inoltre il gioco, per la complessità dell’ I.A. e il numero di unità e regioni da gestire, a volte andrà a scatti e potrà persino bloccarsi per qualche secondo, specialmente se messo a velocità cinque.


Conclusione.

Un gioco complesso: così sì presenta Hearts of Iron III, almeno finchè non lo capisci. Le innumerevoli possibilità belliche proposte possono portare ad amare questo gioco e a cimentarsi nel portare avanti con il maggior profitto possibile una lunga e  vittoriosa guerra, tuttavia è un’ innamoramento che deve avvenire in modo lento e paziente, nessun colpo di fulmine, nessun Blitz.

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