Kingsage – Recensione Kingsage

Un palazzo, qualche campo ed un magazzino. Una zona fertile, con disponibilità di legname e possibili miniere di pietra e ferro. Dopotutto non è un brutto posto per stabilire un insediamento.

Chi vuole essere re?

Questi le basi di ogni giocatore che approda su KingsAge, browser game stategico-gestionale della Gameforge, ovvero un ammontare discreto di materie, un buon numero di coloni disponibili e una ridotta produzione di risorse. Una volta preso il controllo del proprio insediamento, il novello sovrano potrà iniziare a costruire edifici o a espanderli, "sbloccandone" man mano altri, migliorando vari aspetti come produzione di risorse, velocità di costruzione ed altri, il tutto seguendo un classico albero degli edifici che descriverà la progressiva evoluzione dell’insediamento. Ciò impone che vengano eretti degli edifici prima di poterne creare altri. Ne deriva che per poter arruolare truppe, sarà necessario avere una certa produzione di risorse oraria e disponibilità di uomini.

Nell’intero gioco, come ogni strategico che si rispetti, vi sono alcune materie base, 4 in questo caso: legname, pietra, metallo e coloni. Solo con queste si possono innalzare i vari edifici e potenziarli fino al livello massimo. La crescita del singolo insediamento quindi non è potenzialmente infinita, ma ben delineata. Ciò però non preclude l’espansione del regno tramite la conquista.

Andiam a conquistar…

Relativamente presto in termini di tempo di gioco, saranno disponibili le prime unità militari che ci introdurranno all’aspetto guerresco del gioco, che ne è il perno fondamentale. Essendo la crescita individuale a termine, per proseguire nell’avventura ci si dovrà confrontare con altri giocatori in modo da assorbirne gli averi.

Le unità, relativamente poche, possiedono particolari punti di forza e di debolezza nei confronti delle altre. Esse si dividono in cavalleria, fanteria ed arcieri. Ognuna avrà caratteristiche peculiari e sarà avvantaggiata in certi ambiti e contro certi tipi di nemici. Potranno essere tutte utilizzate per assalire gli insediamenti rivali e sottrarre risorse.

Il saccheggio di risorse e la reciproca distruzione di unità non sono gli unici aspetti della guerra in KingsAge: il gioco possiede una caratteristica particolare in merito.Gli insediamenti, infatti, possono essere fondati solo con la generazione di un account, non da un giocatore già presente con l’invio di coloni o simili:  il regno può essere esteso conquistando invece altri insediamenti, appartenenti ad altri giocatori, attraverso una particolare unità disponibile in fasi più avanzate del gioco: il conte.

Una volta eliminate le truppe a difesa di un insediamento, si può inviare in relativa sicurezza questa speciale unità all’insediamento bersaglio, possibilmente scortata da altre truppe, riducendo man mano la lealtà del villaggio verso il sovrano per farlo infine passare sotto il controllo del giocatore attaccante, che prenderà possesso di tutto ciò che prima apparteneva allo sconfitto. Nel caso un villaggio perduto sia l’unico posseduto da un giocatore, esso si ritroverà a doverne creare uno nuovo ai limiti della mappa utilizzata, ricominciando dal principio, oppure ad abbandonare semplicemente il gioco.
 

Regni in guerra

Essendo quindi la guerra fra giocatori ed alleanze la chiave di volta del videogame, una presenza piuttosto costante è richiesta per non essere preda di altri giocatori. Non esistendo attualmente una modalità vacanza; in caso di assenza l’insediamento si troverà completamente allo sbando, a meno che non sia stato dichiarato un sitter. Sicuramente col tempo verrà implementata.

Al momento, purtroppo, il regolamento relativo al sitting è decisamente vago ed impreciso: in precedenza esso era possibile per una sola giornata, rendendolo praticamente inutile,  invece ora non è definita la possibile durata dello stesso.

Inoltre, perdendo il passo dei "vicini" anche per una sola settimana, ci si può facilmente trovare l’esercito completamente distrutto, e l’insediamento vittima di numerosi attacchi: tali attacchi potrebbero fermarsi, nel caso avvenissero solo per recuperare risorse ed il giocatore agisca in modo da non rimanere scoperto, ma se fossero mirati all’impedire una ripresa del giocatore negherebbero facilmente la formazione di un nuovo esercito.

Queste azioni sono perfettamente lecite in KingsAge: non esiste infatti alcuna regola riguardante il bashing, per la gioia dei guerrafondai, per cui un giocatore preso così di mira può solamente ritirarsi e creare un nuovo insediamento in zone teoricamente più tranquille, in assenza di altri mezzi di difesa. L’esercito risulta quindi essere ciò su cui si focalizza l’impegno, tanto da demolire edifici una volta raggiunto il livello d’insediamento massimo (e relativo bonus permanente della  costruzione al termine dell’albero) per ottenere più lavoratori disponibili da arruolare.
 

Pace e tecnologia? Cosa sono?

Da un gioco fondato sulla guerra e confronto armato fra giocatori ci si potrebbe aspettare l’esistenza di ricerche volte migliorare o personalizzare in qualche modo le truppe, ma così non è in KingsAge: le ricerche esistenti denotano un’utilità di poco conto, escludendone una relativa alla demolizione delle costruzioni. Pertanto, l’alchimista (il laboratorio di ricerca) risulta utile solo per creare un paio di edifici, innalzati i quali viene usualmente distrutto per recuperare i numerosi uomini che occupa.

Anche il gioco pacifico è altrettanto inconcludente: il mercato è vantaggioso solo per scambiare delle risorse, ma non molto, non esistendo una possibilità di "capitalismo produttivo"; quindi, eventuali alleanze commerciali diventerebbero immediatamente farm, piuttosto che organismi consistenti nel mondo di gioco.

Aspetti tecnici

Graficamente, il titolo risulta ben curato per quanto riguarda la pagina in flash animata, piacevole alla vista; il resto dell’interfaccia è strutturato con pagine più spartane della principale, senza animazioni, anche se altrettanto gradevoli.

In conclusione, KingsAge è un browser game indirizzato chiaramente alla competizione fra giocatori: le meccaniche su cui esso si fonda spingeranno i players ad aggregarsi solo per difendersi ed attaccare meglio, senza altre vere possibilità di politiche di gioco. Chi non riesce a reggere il passo si avvicina pericolosamente al diventare farm, quindi una presenza di giocatori molto presenti può creare problemi a giocatori occasionali e costringerli ad abbandonare o ricominciare da capo.

Dal canto suo, però, può piacere molto a quella fetta di giocatori hardcore grazie alle sue particolarità: oltre a poter conquistare le città nemiche, include dei calcolatori e pianificatori di combattimento molto utili; un bonus notturno alla difesa, inteso per non favorire eccessivamente i giocatori nottambuli e perennemente collegati; l’impossibilità di trasferire permanentemente truppe da un insediamento all’altro, schierandole in difesa solo per limitati intervalli di tempo.

 

Insomma, ha tutti gli ingredienti di uno strategico-gestionale interessante e diverso da altri ma che non si discosta troppo dai canoni del genere. Accentua le caratteristiche più fastidiose per la massa di player a favore dei giocatori più duri e puri, creando un gioco di nicchia privo di qualsiasi innovazione.

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