Presence Recensione

Il found footage che non è un found footage

Presence Recensione primo piano sulla protagonista
Presence Recensione | Primo piano sulla protagonista

Presence Recensione | Sicuramente Presence si propone come un prodotto interessante, infatti fin dai suoi trailer possiamo notare uno stile registico decisamente peculiare, che soprattutto ultimamente, non ho notato veramente in nessun film.

Con un nome enorme come quello di Steven Soderbergh, c’era da aspettarsi sicuramente un bel film, anche se veramente, non mi aspettavo un opera così artisticamente curata, come lo è stata alla fine Presence.

Dai movimenti della macchina da presa, alla scrittura della trama che si allontana pesantemente, dagli stilemi fin troppo calcati dei film horror moderni, Presence si pone più come un prodotto autoriale, un qualcosa che si vuole finalmente distaccare da quei jumpscare spiccioli, e dalle solite pentole e porte che sbattono.

Presence Recensione

In assoluto la cosa che mi è saltata più all’occhio durante la visione, è il modo in cui l’intero film è girato.

L’intero punto di vista dello spettatore è dato dalla “presenza” presente nella casa, con dei movimenti di macchina che sembravano veramente registrati seguendo il campo visivo di una persona.

Questo stile mi ha ricordato molto quello dei found footage, che andavano di moda nei primi anni 2000, come: REC, The Blair Witch Project, ESP, Quarantine e simili.

Ma allo stesso momento non può essere considerato un found footage, in quanto non abbiamo appunto il punto di vista di una telecamera, ma il punto di vista di un fantasma, quindi comunque questo film fornisce un “approccio unico” al genere ed estremamente originale.

Inoltre rimanendo sempre sulle inquadrature, esse sono registrate appunto seguendo sempre il punto di vista del fantasma, e questo porta a delle scene registrate estremamente bene, dove vediamo questo fantasma correre velocemente per la casa, con movimenti di presa molto frenetici, però nonostante l’alto livello delle inquadrature, spesso peccano di naturalezza.

Infatti tutte le scene, tutti i movimenti soprattutto sembrano esser registrate, su un carrello che si muove in un modo estremamente preciso per tutta la casa, il movimento è così tanto fermo e privo di oscillazioni, che un po’ ti stacca dalla sensazione di star appunto impersonando un qualcuno, ma ti sembra più che appunto la presenza, sia in realtà un carrello che gira la casa.

Presence Recensione la protagonista sale le scale
La protagonista sale le scale

Classificato come horror, ma di horror non ha nulla

Presence è classificato ovunque come un film horror, anche se di horror ha praticamente solo l’elemento paranormale, su IMDB ho trovato anche il tag Horror Psicologico, che non è minimamente coerente con quello che Presence vuole raccontare, e soprattutto come il film è stato girato.

Innanzitutto Presence non ha un minimo di tensione, tutta la pellicola procede abbastanza calma, con qualche momento in cui lo spirito si innervosisce, ma non fa mai del male diretto ai protagonisti, si limita a distruggere oggetti.

Questa completa mancanza di aggressività dello spirito, fa capire allo spettatore dopo neanche 15 minuti di film che esso non è una minaccia, quindi qualsiasi espediente che poteva essere anche minimamente orrorifico, va completamente a svanire.

Inoltre tralasciando 2 scene in tutto il film non c’è mai una sensazione di pericolo, anzi appunto il fantasma va quasi in secondo piano per dar spazio ai drammi familiari della protagonista, risultando quasi un osservatore silente, che un vero e proprio personaggio.

Credo che Soderbergh con Presence, volesse creare un esperienza simile a quella di The Blair Witch Project, ovviamente non dal lato della trama ma più come feeling che vuole restituire allo spettatore, ma non ha messo in considerazione che quel capolavoro effettivamente funzionava, per la tensione incessante e la sensazione di pericolo perenne, che si protraeva per tutto il film, quella sensazione che qualcosa di ignoto e sovrumano stesse minacciando i protagonisti, ecco come ho già ribadito più volte qui nulla di quello è presente.

Presence Recensione la protagonista si dispera sul letto
La protagonista si dispera sul letto

Una trama piuttosto piatta

Iniziamo subito dicendo che Presence poteva esser riassunto in un terzo della durata complessiva del film.

Purtroppo 2/3 del film sono veramente il piattume più totale, dove viene ribadito lo stesso concetto più volte senza fornire il minimo contesto aggiuntivo alla trama, principalmente la nostra protagonista riesce a percepire la presenza, lo riferisce più volte alla sua famiglia ed il fratello finisce sempre per screditarla, nonostante letteralmente la scena prima si sia manifestata davanti a lui, il padre la crede a prescindere, e la presenza della madre è equivalente a quella di un manichino in un negozio di abbigliamento.

Questo loop narrativo va avanti per circa un’ora del film, finché non viene ribaltato da una persona chiamata Ryan, la quale è un amico del fratello del nostro protagonista.

Il problema è che in questa ultima mezz’ora di film, Ryan si vede un totale di 3 volte, e se escludiamo le scene in cui è presente Ryan, il loop narrativo riparte con il solito siparietto che si è visto nella prima ora di Presence.

Infine fino ad ora non ho mai parlato dell’identità del fantasma, anche perché anche dopo aver visto il film non si capisce minimamente chi sia, Presence ti da degli indizi sparsi per tutto il film che puntano verso 3 persone, anche se non c’è nessun dettaglio che confermi l’identità di una di queste 3 persone, anzi fino alla fine rimane confusa ed inspiegata.

Per non parlare poi della scena finale di Presence, dove abbiamo credo una delle scelte narrative peggiori che io abbia mai visto in un film, fatta giusto per avere un qualcosa di drammatico messo alla fine.

Presence Recensione una delle tante scene dove accade il loop narrativo
Una delle tante scene dove accade il loop narrativo

Ottime inquadrature ma il resto è discutibile

Quindi in conclusione Presence è un film interessante nel suo lato più artistico, infatti come ho già detto più volte nella recensione, le inquadrature sono molto ben strutturate, e forniscono un punto di vista unico che non ho mai visto in nessun’altra pellicola cinematografica, anche il punto di vista del fantasma è molto interessante come espediente narrativo, e mi piacerebbe vederlo adottato in qualche altra opera.

Ma la pessima scrittura della trama, con il suo loop narrativo incessante, ed i suoi personaggi che hanno lo spessore di una millefoglie, mi porta ad affossare completamente qualsiasi cosa ci sia di positivo in quest’opera.

Quindi Presence secondo me è solo l’ennesima opera mediocre, con un trailer estremamente convincente ma che all’atto pratico, non regala nulla allo spettatore.

5.5
Un'ottimo concept, con ottime inquadrature ed un ottima regia, anche se la trama estremamente mediocre affossa l'intera opera.

Pro

  • Ottime inquadrature
  • Ottimo concept alla base

Contro

  • I personaggi risultano vuoti
  • Trama fortemente mediocre
  • Loop narrativo estremamente noioso, che dura 2/3 di film
  • Conclusione eccessivamente fumosa
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