Recensione Gran Turismo: La storia di un sogno impossibile

Recensione | Gran Turismo: La storia di un sogno impossibile, un viaggio adrenalinico nel mondo delle corse automobilistiche che trasforma un videogiocatore in un pilota reale.

Recensione Gran Turismo: La storia di un sogno impossibile

Se c’è una cosa che Gran Turismo, il film, ha in comune con le corse automobilistiche, è la velocità con cui trascina lo spettatore nella storia. Proprio come un’auto da corsa schizza liscia sulla pista, questo film cattura con un ritmo incalzante, mantenendo una durata adatta (2h 15m) e tenendo incollati allo schermo dall’inizio alla fine. Nonostante alcuni evidenti difetti, questa scommessa di Sony Pictures si rivela un’esperienza cinematografica appagante.

Gran Turismo: La storia di un sogno impossibile RECENSIONE | Cosa aspettarsi

Gli sceneggiatori hanno scelto un percorso sicuro, quella del dramma sportivo, per raccontare l’incredibile avventura di Jann Mardenborough, interpretato con talento da Archie Madekwe. Sebbene questa scelta garantisca risultati senza rischi eccessivi, a tratti può apparire un po’ didascalica. Tuttavia, la messa in scena astuta sfrutta con successo sia il linguaggio dei videogiochi che delle corse automobilistiche per farci immergere completamente nel mondo di Gran Turismo con il giusto mood.

Ma chi è Jann Mardenborough? Originario di Cardiff, Galles, Jann passa la sua infanzia immerso nei videogiochi di corse automobilistiche. Tutto cambia nel 2011, quando partecipa alla GT Academy, un’entusiasmante competizione internazionale organizzata da Sony, Nissan e Polyphony Digital.

Questa competizione offre ai migliori piloti virtuali di Gran Turismo l’opportunità di dimostrare le loro abilità sulle piste reali. Jann riesce a emergere come vincitore e questo trampolino di lancio lo porta a unirsi al team Nissan e a correre nella 24 ore di Le Mans, avviando così una carriera automobilistica non-virtuale.

Nel cast di Gran Turismo: La storia di un sogno impossibile, oltre a Archie Madekwe nel ruolo del protagonista (già visto in I Miserabili come Courfeyrac), ci sono David Harbour, Orlando Bloom, Darren Barnet (Non ho mai…), Djimon Hounsou (Blood Diamond – Diamanti di sangue) e Geri Halliwell-Horner (Spice Girls – Il film).

Recensione Gran Turismo: La storia di un sogno impossibile

Il film sportivo Gran Turismo tra cliché e originalità

Il film, scritto da Jason Hall e Zach Baylin (quest’ultimo noto per le sceneggiature di Creed III e Una Famiglia Vincente – King Richard), e diretto da Neill Blomkamp, si concentra sui primi passi di questa incredibile avventura, adattandone alcuni momenti e spostando la trama avanti nel tempo per ragioni legate, presumibilmente, al product placement. Il protagonista infatti usa di frequente Instagram e, soprattutto, trascorre ore a giocare a Gran Turismo 7 (qui la nostra recensione), uscito però nel 2022.

Gran Turismo: La storia di un sogno impossibile abbraccia il classico spirito di film come Rocky o Top Gun, in cui il talentuoso predestinato deve affrontare le tappe canoniche: dall’inizio all’ascesa, passando per l’inevitabile crisi e culminando in un trionfo. Non mancano rivali destinati a diventare alleati e le tipiche scene di crescita.

Recensione Gran Turismo: La storia di un sogno impossibile

Tuttavia, l’aderenza ai cliché del genere, sebbene tenga il film sulla giusta traiettoria, limita la sua originalità. Gli sceneggiatori esplorano poche varianti sulla formula, consegnando un film di certo efficace, sebbene piuttosto convenzionale. La transizione di Jann dall’eSport al mondo delle corse automobilistiche suscita reazioni prevedibili tra i colleghi, dall’iniziale scetticismo nei confronti dell’outsider fino all’aperta ostilità.

Anche suo padre (interpretato da Djimon Hounsou), un ex calciatore professionista, non ci aspettiamo altro che fatichi ad accettare la passione del figlio, suggerendogli di abbandonare i videogiochi per trovare un lavoro “reale”.

In termini di messa in scena, Gran Turismo si posiziona assolutamente nella media. Anche se non raggiunge la tensione di film come Rush, crea una progressione crescente che coinvolge lo spettatore in modo naturale, man mano che salgono i giri. Alla fine, infatti, siamo tutti inevitabilmente nell’abitacolo durante l’ultima corsa del team Nissan.

Gran Turismo: La storia di un sogno impossibile potrebbe non essere il miglior film sportivo di tutti i tempi, ma riesce comunque a centrare i suoi obiettivi principali: celebra la mitica saga di Gran Turismo e offre un’esperienza coinvolgente che può appagare sia gli appassionati delle corse automobilistiche che il profano pubblico generale.

I Personaggi di Gran Turismo oltre Jann

Sia Danny Moore, il team manager, che Jack Salter, il burbero mentore di Jann, sono personaggi nati dalla fantasia degli sceneggiatori. Tuttavia, mentre Moore può avere qualche similitudine con Darren Cox, fondatore della GT Academy, nel caso dell’istruttore non ci sono elementi per ricondurlo a qualcuno di realmente esistente.

Recensione Gran Turismo: La storia di un sogno impossibile

Proprio il personaggio di David Harbour, Jack Salter, è uno dei punti di forza del film. Un ex pilota che dopo aver abbandonato le corse diventa meccanico e ingegnere capo, Jack inizialmente appare burbero e distante. Tuttavia, nel corso del film, si apre emotivamente a Jann, mostra le proprie fragilità e i due insieme, seppure entrambi introversi, riescono a tessere un filo con cui legarsi dando vita a una relazione maestro-allievo, anch’essa tipica ma molto efficace.

Danny Moore, interpretato da Orlando Bloom, manager della squadra Nissan, risulta molto meno sviluppato (come tutti gli altri personaggi secondari), ma contribuisce con alcuni dialoghi interessanti che mettono in luce la complessità del progetto e, talvolta, l’ipocrisia dietro le logiche di marketing. Ad esempio, dubitare di Jann, non per il suo innegabile talento, ma a causa della sua mancanza di fotogenia rispetto agli altri piloti.

Gran Turismo: La storia di un sogno impossibile RECENSIONE | Vale la pena guardarlo?

Inutile negare che potrebbe non entusiasmare. Tuttavia, anche se non si è esperti di Gran Turismo o di macchine da corsa, il film offre momenti di intrattenimento e gli amanti dei motori probabilmente lo apprezzeranno.

Alcuni aspetti sono prevedibili, ma la storia vera a cui si ispira aggiunge profondità alla narrazione. Hall e Baylin, gli sceneggiatori, riescono a ottenere un risultato apprezzabile malgrado abbiano scritto in modo prudente, lasciando le sfumature più interessanti in mano alla regia di Neill Blomkamp, noto più nella fantascienza con Elysium, Humandroid e District 9. La sua mano infatti si vede: nei primi piani con sfondo sfocato, pistoni e parti del motore esplose nella mente di Jann, ma anche nelle corse, negli incidenti e nelle gare che non sono mai talmente caotiche da non risultare chiare.

Prodotto da Sony Pictures, Gran Turismo: La storia di un sogno impossibile è al cinema da mercoledì 20 settembre distribuito da Eagle Pictures.

6.5
Gran Turismo è avvincente, ha un ritmo incalzante al quale non ci si può sottrarre. Sebbene segua cliché del genere, il film è supportato da una regia che ha catturato l'essenza delle corse.

Pro

  • Le scene di gara sono ipnotiche e girate benissimo
  • David Harbour e Archie Madekwe sono in perfetta sintonia
  • Videogiochi e motori, ma non manca di sentimenti autentici

Contro

  • Personaggi secondari poco approfonditi
  • C'è un abuso di cliché di genere
  • La trama manca di originalità
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