Zerocalcare, Questo mondo non mi renderà cattivo: da Zero a cento.

Netflix e Zerocalcare sono riusciti ancora una volta ad emozionarci e farci ragionare strappandoci un sorriso.

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Specifico subito che questo articolo cercherà di creare il minor numero di spoiler possibile e non si parlerà citando scene della nuova serie di Zerocalcare, Questo mondo non mi renderà cattivo, data la sua recente uscita, ma sarà più un modo per comunicarti ciò che è stata capace di trasmettermi e cosa ne penso.

Iniziamo parlando delle cose più semplici: lo stile rimane ovviamente quello di Michele Rech, in arte Zerocalcare, che ancora una volta farà innamorare e sorridere sia chi ha apprezzato Strappare lungo i bordi, sia gli appassionati delle sue opere fumettistiche come Kobane Calling, Ogni maledetto lunedì su due e il più recente No sleep till Shangal.

La colonna sonora, come nella serie precedente, assolve sempre la giusta funzione, sia per sottolineare un momento struggente, sia per un momento ironico, tanto da sembrare sempre scritta per quella scena nonostante non sia così; anzi per chi non lo sapesse Questo mondo non mi renderà cattivo è un brano di Path e il fumettista stesso lo ha ringraziato in un post sui suoi social.

Zerocalcare: concetti complessi in parole semplici

L’autore di origini aretine riesce ancora a toccare le giuste corde e ogni volta suscitando emozioni diverse, tanto che poche volte mi è capitato di essere in lacrime e iniziare subito a ridere guardando una serie; Strappare lungo i bordi e Questo mondo non mi renderà cattivo ci sono riuscite entrambe le volte.

La nuova serie per certi versi riesce ad andare… oltre. Se in quella del 2021 avevamo visto come un individuo sia più complesso di quel che sembra e che noi siamo il centro del nostro mondo ma non dell’universo (per quanto sia difficile concentrare in poche parole una serie per certi versi così complessa), qui il concetto si estende.

Questo mondo non mi renderà cattivo riesce non solo ad analizzare la complicatezza dei singoli individui, ma anche a mostrare come non sia sempre così semplice correlare una problematica sociale ad un singolo pensiero, poiché ognuno di noi agisce per motivazioni diverse che difficilmente possono essere associate a un concetto assoluto di bene o male.

Proprio affrontando la varietà delle problematiche umane Zerocalcare riesce a sottolineare l’importanza dell’ascolto e delle diverse prospettive con cui un problema si può osservare perché, nonostante ci siano valori che bisognerebbe sempre rispettare, “A vita non è come l’hai vista al cinematografo” citando Nuovo Cinema Paradiso e difficilmente si è totalmente cattivi o buoni nei propri punti di vista.

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La capacità di ironizzare seriamente

Una delle peculiarità dello stile di Michele Rech è la capacità di strappare un sorriso anche parlando di situazioni molto serie, e proprio questa abilità intrinseca nella sua narrazione rende il prodotto fruibile per chiunque senza esonerare spettatori e spettatrici dal riflettere sul tema trattato, ma non appesantendo mai neanche un singolo episodio.

Ogni minuto della serie riesce a costruire un climax che parte con una risata e, passando per una riflessione, diventa pian piano una spina nel petto, fino a terminare in qualche lacrima dovuta all’abilità di Zerocalcare nel farci empatizzare anche con situazioni lontane da noi, e che magari neanche pensavamo di poter comprendere o capire.

Il climax portato all’estremo insieme al processo di empatia porta ad una conclusione comune sia agli spettatori e alle spettatrici che si approcciano per la prima volta ad un’opera di Michele Rech sia ai più navigati/e: la centralità dell’umanità e della comprensione verso chiunque ci circondi, che abbia una cultura diversa o ideali agli antipodi rispetto ai nostri.

L’ironia e l’importanza delle parole usate da Zerocalcare

La parlata romana del protagonista e dei suoi amici può risultare simpatica e non comprensibile ad alcuni, cosa su cui lo stesso autore ironizza, e aiuta far sentire lo spettatore in un clima familiare, ma uno dei focus della serie sono proprio i termini usati, sia a livello di tematiche che nel contesto del loro utilizzo.

Se infatti a livello di temi trattati ci si interroga sul perché sarebbe meglio non utilizzare alcuni termini, e anche qui Zerocalcare riesce a dare risposte semplicissime a quesiti spinosi e difficili, sul piano dell’uso della parola è interessante vedere come mai vengano usati termini d’intolleranza verso il singolo individuo che ha pensieri contrapposti al protagonista e anche all’autore.

Grazie a questa particolare attenzione il fumettista d’origine aretina riesce a non scadere mai in una dialettica che banalizzerebbe l’importanza della singola persona indipendentemente dal suo pensiero, effettuando anzi una comparazione, con la giusta dose d’ironia, tra figure di schieramenti opposti e così simili in alcuni dettagli.

Zerocalcare e Netflix ripartono da…Zero

Un aspetto interessante della serie che aveva impressionato sin dall’annuncio è stata la volontà di non fare un sequel di Strappare lungo i bordi ma qualcosa di nuovo, con conseguente spostamento dei temi trattati, chiara dimostrazione di coraggio da parte del colosso statunitense sia per la scelta di argomenti, sia perché un sequel avrebbe avuto più appeal a livello di marketing.

Netflix infatti sembra aver dato molta fiducia e libertà autoriale all’artista, magari anche per gli ottimi risultati della prima serie, ma sicuramente facendo centro visto i risultati.

I trailer avevano già mostrato la presenza di visi conosciuti come Sarah, Secco e l’Armadillo e, con il lavoro effettuato sui primi due, Zerocalcare riesce ancora una volta a sorprendere creando personaggi ancora più sfaccettati, ritornando sulla tematica delle mille sfumature di ogni persona; l’Armadillo, invece, avendo una funzione chiara all’interno della narrazione, non poteva subire grandi cambiamenti.

L’unica cosa accomunabile a Strappare lungo i bordi è probabilmente la funzione del nuovo personaggio, che però verrà raccontato in maniera totalmente diversa e incredibilmente matura.

Quindi è ovvio a questo punto un incoraggiamento a vedere la serie animata e, se vi trovate a passare da Roma, anche a visitare l’evento di cui vi abbiamo parlato in questa notizia.

Informazione di certo non ultima per importanza riguarda i ringraziamenti fatti da Michele Rech (proprio per parlare della persona dietro l’artista) a tutti i suoi collaboratori sia su Instagram sia sul profilo Facebook, gesto molto bello e per niente scontato soprattutto per il modo in cui è stato “fatto”.

Uno dei due trailer della nuova serie di Zerocalcare.

Uno dei trailer che potete trovare sul canale Youtube di Netflix Italia insieme a un video di sei minuti circa con lui e Valerio Mastandrea, interprete dell'Armadillo, che funge da presentazione di Questo mondo non mi renderà cattivo.

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Questo mondo non ci renderà cattivo è probabilmente un prodotto unico e che solo Zerocalcare poteva fare. Toccare problematiche così serie e di cui non ci piace parlare nella vita di tutti in questo la rende un must non solo per gli appassionati di animazione, ma per chiunque abbia tre ore libere nella sua vita.

Pro

  • Lo sviluppo di alcuni personaggi già visti in Strappare Lungo i Bordi è impressionate per le sfumature caratteriali che vengono aggiunte.
  • La capacità di ironizzare anche in momenti tristissimi riesce a rendere la serie molto più leggera.
  • La cura e l'attenzione alla sensibilità di chiunque si possa approcciare alla serie è strabiliante, considerando le tematiche affrontate.
  • Una serie che fa ridere ma fa riflettere davvero tanto su tutto ciò che ci circonda.
  • Traspare molto delle idee di Zerocalcare, pur senza il tentativo d'imporle o inculcarle allo spettatore.

Contro

  • L'autore esprime chiaramente i suoi pensieri sociali e politici, per quanto non sia stato per niente problematico per la nostra visione, qualcuno potrebbe non gradire.
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