Doom, una leggenda che compie 20 anni (e un giorno)

Potremmo mentire dicendo che attendevamo fosse il 10 dicembre negli Stati Uniti, ma dobbiamo ammettere che quasi l’avevamo perso, e ci sentiamo terribilmente in colpa per questo. Stiamo parlando del ventesimo anniversario dalla data di uscita del primissimo Doom.



Chiunque conosca Doom sa che cosa rappresenta. Per gli altri: vi siete persi la più grande rivoluzione videoludica dei primi anni 90. In un mondo dove l’idea di videogioco era generalmente associata ai cabinati delle sale giochi e alle console giapponesi, il PC era una seconda scelta, qualcosa relegato ad un occidente non in grado di competere. Poi, una piccola software house chiamata id Software, che già si era fatta conoscere per nomi come Commander Keen e Wolfenstein, creò qualcosa fuori dall’immaginario di chiunque: Doom.

Un gioco scioccante, dotato di una grafica che per l’epoca era la cosa più vicina al realismo, coinvolgente in ogni suo aspetto, ricco di dettagli, violento – tutti elementi che non solo lo hanno reso un videogioco fantastico da giocare (persino oggi), ma una pietra di paragone per gli anni a venire. Nessuno prima di lui aveva raggiunto tale livello di complessità tecnica e di design, nessuno aveva osato tanto nell’andare fuori dagli schemi e controtendenza.

Senza Doom, oggi non esisterebbero i first person shooter, senza Doom non esisterebbe il deathmatch, senza Doom oggi il mondo sarebbe diverso.
E quindi, anche oggi, a distanza di ventanni: grazie id Software, grazie John Carmack, grazie John Romero, grazie American McGee, grazie Tom Hall, e grazie a tutti gli altri grandi che hanno partecipato a creare un genere e continuato a trasformare l’industria videoludica con le loro creazioni.

Buon compleanno Doom.

Caricamento in corso...
Ti è piaciuto quello che hai letto? Vuoi mettere le mani su giochi in anteprima, partecipare a eventi esclusivi e scrivere su quello che ti appassiona? Unisciti al nostro staff! Clicca qui per venire a far parte della nostra squadra!