Death Stranding 2: Hideo Kojima soddisfatto per il successo

"Sono felice dei voti, grazie", il game designer giapponese commenta le recensioni entusiastiche durante il tour mondiale

Death Stranding 2
Non sappiamo cosa stia succedendo... ma è impossibile smettere di guardare. Bentornati in Death Stranding 2

Hideo Kojima ha finalmente rotto il silenzio sulle prime recensioni di Death Stranding 2: On the Beach, dichiarandosi <<felice dei voti>> ricevuti dal nuovo capitolo della sua opera più personale. Il titolo, atteso e discusso fin dalla sua prima presentazione, ha raggiunto uno straordinario 90 su Metacritic, suscitando una reazione calorosa da parte della community e della stampa specializzata.

Durante una tappa del World Strand Tour 2 tenutasi a Londra il 30 giugno. Kojima ha ringraziato i fan e commentato così l’accoglienza ricevuta <<È andata bene. Sono felice dei voti, grazie>>. Una dichiarazione semplice ma significativa, soprattutto considerato i dubbi che lui stesso aveva espresso in fase di sviluppo: temeva che il gioco fosse “troppo apprezzabile”, al punto da risultare poco provocatorio.

Death Stranding 2 conquista critica e pubblico senza perdere la sua anima autoriale

Secondo Kojima, i test interni avevano mostrato una reazione “quasi troppo positiva”, tanto da farlo riflettere se non stesse perdendo quella componente divisiva che ha sempre contraddistinto i suoi progetti. Non a caso, alcune sequenze del gioco sono state riscritte per aumentare l’impatto emotivo e mantenere una certa ambiguità narrativa.

Eppure i risultati parlano chiaro: Death Stranding 2 è stato elogiato per la sua narrazione profonda, l’atmosfera immersiva e una regia che unisce cinema e interattività. Il cast, che include Norman Reedus, Léa Seydoux, Elle Fanning e Troy Baker, è stato uno degli elementi più apprezzati. La colonna sonora – in parte curata anche da Woodkid – ha aggiunto un ulteriore livello di intensità al viaggio.

Pur mantenendo la sua inconfondibile cifra stilistica, Kojima sembra aver trovato un equilibrio raro: un gioco autoriale che riesce comunque a conquistare il grande pubblico. Non è un compromesso, ma una crescita. Se il primo Death Stranding divideva per la sua lentezza e il suo essere criptico, questo sequel appare più consapevole, più raffinato, ma senza diventare “mainstream”.

In un’industria dove spesso si premia la standardizzazione, Kojima dimostra che si può diventare ambiziosi, strani e acclamati allo stesso tempo. E forse, proprio in questa apparente contraddizione, si nasconde il vero successo di Death Stranding 2.

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