Lo scrittore di Alan Wake elogia il rapporto con i game designer

Mikko Rautalahti, scrittore della trama di Alan Wake, continua a rilasciare interviste dalle quali emergono interessantissimi spunti di discussione. Nella più recente, rilasciata allo staff di Destructoid.com, Rautalahti ha parlato di storytelling. Eccovi alcuni stralci delle sue parole:

"Ritengo la storia importantissima in un videogioco. Personalmente la pongo prima di tutto, ma è logico dal momento che io sono uno scrittore. Allo stesso modo i game designers mettono al primo posto il gameplay, perchè è il loro lavoro. Quano scrivo qualcosa che crea loro problemi durante la realizzazione me lo fanno sapere e vice versa, e cerchiamo di trovare un punto d’incontro… niente è così semplice come sembra alla prima occhiata! Ovviamente cerchiamo sempre di anticipare le richieste dell’altro, e la comunicazione tra il team di scrittori e gli sviluppatori è fondamentale per lavorare serenamente e ottenere risultati. Loro devono sapere a che genere di scena stanno lavorando, e noi dobbiamo essere informati se la scena che abbiamo scritto può presentare dei problemi a livello di gameplay: per questo parliamo molto tra noi.

Alla Remedy cerchiamo di porre la narrazione prima di tutto. Non necessariamente la storia, ma la narrazione, ovvero non cosa raccontiamo, ma COME lo raccontiamo. Alan Wake è basato sull’atmosfera, e tutti i nostri sforzi si sono concentrati sul mantenerla dall’inizio alla fine. Non si può scrivere una bella storia e basta: la grafica, il gameplay, l’audio, il modo in cui decidi che si svolgeranno gli eventi, l’interazione con l’ambiente… porre attenzione a tutto questo significa porre attenzione al come si racconta la storia. Tutto ciò significa interazione e cooperazione tra tutti quelli che lavorano allo sviluppo del gioco.

Ci sono validi esempi di giochi che hanno fuso molto bene gamplay e storytelling: Heavy Rain è l’esempio più ovvio. Poi c’è anche Uncharted 2, che è basato moltissimo sul carisma di Nathan Drake e non lascia mai la personalità del protagonista in secondo piano. Quando un gioco è ben scritto si vede subito: HR ed Uncharted sono due titoli che offrono una sana dose di avventura con grandi personaggi.

Non sto dicendo che un grande gioco necessiti per forza di una grande storia alle spalle: Tetris o Team Fortress 2 non hanno bisogno di una storia per funzionare. Ma provate ad immaginare Uncharted 2 senza la storia: avanzereste solo una bella grafica e nient’altro."

Ancora dichiarazioni molto interessanti quindi, soprattutto se pensiamo a come Mikko Rautalahti citi spesso senza problemi i blockbuster della concorrenza che senza dubbio si contendono il successo con il suo Alan Wake. Ancora una volta, quindi, non possiamo far altro che trovarci d’accordo con le sue parole. Che sia davvero l’inizio di una nuova era per la convergenza multimediale tra film e videogiochi?

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