PUBG: dieci arresti in India

Lo stato indiano del Gujarat ha bandito PUBG accusato di diffondere violenza tra i giovani locali.

Il tema dei videogiochi e del rapporto con la violenza continua a far parlare di sè, in questo caso tramite una serie di arresti avvenuti nello stato del Gujarat, nell’India nord-occidentale.

L’imputato in questo caso è PlayerUnknown’s Battlegrounds, o più semplicemente PUBG, il noto titolo shooter MMO per PC, Xbox One e PlayStation 4.

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Probabilmente per via delle sue peculiarità da Battle Royale le autorità dello stato del Gujarat si sono convinte della “pericolosità” del titolo, accusato di diffondere atteggiamenti violenti tra i giovani locali.

La polizia ha infatti giustificato questa decisione spiegando che “a causa di questi giochi, l’educazione dei bambini e dei giovani viene influenzata e minaccia il comportamento, i modi, il linguaggio e il loro sviluppo“.

Il divieto per i giovani di giocare al titolo, attivo da una settimana, è stato perentorio e ha avuto risvolti pratici, come riportato dal The Guardian.

Di conseguenza la polizia locale ha proceduto all’arresto di dieci giovani per poi procedere al loro rilascio con un avvertimento.

Questo divieto è una diretta conseguenza dei commenti del Primo Ministro indiano Narendra Modi che, a gennaio, citando PUBG e Fortnite ha dichiarato che stanno mettendo in difficoltà i genitori di tutta l’India.

Nonostante queste parole, lo stato del Gujarat ha posto il divieto esclusivamente su PUBG ma per il momento non lo ha esteso a Fortnite.

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