[TGS 2010] Intervista a Fumito Ueda
Tramite Playstation.blog vi riportiamo l’intervista che è stata fatta a Fumito Ueda, Direttore e Designer di The Last Guardian, nuovo titolo appartenente al Project Trico, esso è il terzo capitolo del progetto dopo Ico e Shadow of The Colossus.
Dopo aver annunciato The Last Guardian all’E3 che cosa avete fatto?
Abbiamo lavorato al Final Concept del gioco e sono lieto di poter dire che adesso ci siamo sbloccati e siamo passati in piena produzione del gioco. Abbiamo imparato dalle nostre esperienze in materia, sviluppare il gioco al tempo stesso di ICO e Shadow of The Colossus renderebbe il processo più lento e si bloccherebbe spesso, per questo ci siamo soffermati per prima cosa sull’ R&S, abbiamo testato le varie tecnologie e meccaniche prima di passare alla piena produzione.
Sarà in grado di rivelare al TGS qualcosa che i lettori già non sanno?
Due nuove informazioni: la bestia che accompagnerà il protagonista del gioco si chiamerà Trico e il gioco verrà fuori in tempo per Natale 2011.
Cosa sta cercando di dimostrare a noi con questo nuovo trailer?
L’ultimo trailer rilasciato sul web ha scatenato voci di una triste fine, a causa delle frecce conficcate sulla schiena di Trico, la gente ricorda bene i finali di ICO e Shadow of The Colossus. Volevamo neutralizzare qualsiasi ipotesi sulla direzione del gioco, inoltre volevamo mostrare un po più di attaccamento emotivo tra il bambino e Trico. La relazione tra questi due soggetti è basilare per il gioco.
Ci dica qualcosa sul rapporto tra L’eroe e Trico, dove si trova l’equilibrio nella forza?
La risposta più semplice è che è molto alla Morra Cinese ci saranno momenti in qui Trico sarà la carta, il nostro eroe il sasso e il nemico le Forbici. Questo è un rapporto triangolare in cui la forza è relativa alle situazioni, come infatti vedete nel video, Trico non può entrare in posti piccoli e il nostro Eroe non può salire in posti alti, in questo modo si aiuteranno a vicenda.
Si può confrontare il rapporto tra il Ragazzo e Trico con Agro e Wander di Shadow of The Colossus?
Ai fan è piaciuto molto di più il rapporto tra Agro e Wander. La differenza però sta nel fatto che i due avevano già stabilito un legame mentre il rapporto tra Trico e il ragazzo è nuovo e si sviluppa durante il gioco.
Rispetto ad Agro che era adulto e dal carattere domato Trico è più selvaggio è quasi un bambino e questo difatti aggiunge anche una componente umoristica al gioco grazie anche alla sua personalità espressiva.
Come si sente a rivedere ICO e Shadow of The Colossus?
Essi sono qualcosa che ho sempre desiderato rivedere su PS3, e sono felice di poterlo fare aggiungendo valori di produzione più elevati. Sono molto contento di come è andata a finire. Purtroppo a differenza del campo cinematografico, per i videogame quando si ci sposta di generazione la gente si dimentica, quindi questa è un opportunità per rendere felici i fan della serie ma soprattutto per proporre questi giochi ad un nuovo pubblico.
Cosa ha convinto di aggiungere a questi titoli l’esperienza del 3D Stereoscopico?
Prima di tutto aggiungo subito che il 3D Stereoscopico non è necessario per godersi l’esperienza di questi giochi. L’elemento HD da già abbastanza vita ai videogame, il 3D porterà solo qualcosa di più.
Sia ICO che Shadow of The Colossus sono stati sviluppati con una profondità di campo enorme, questo l’hanno dimostrato i vari paesaggi, anche se la tecnologia 3D a quel tempo non era come lo è ora, era già qualcosa che avevamo considerato. Ora che la tecnologia lo permette questo darà più frutti, ho già sperimentato a costruire durante il processo di sviluppo e il risultato è stato sopraffatto.
Quali sono le sue influenze più forti?
Ci sono molte cose, è difficile scegliere quale, soprattutto quando pensi di creare un gioco a cui vuoi giocare e che attualmente non esiste, voglio far accadere ciò e in quanto creatore credo che lo sviluppo di un esperienza davvero coinvolgente con una realtà credibile anche all’interno di un mondo immaginario è molto importante per un gioco.