THQ avvia le pratiche per la bancarotta
THQ, rinomato publisher di titoli come Homefront, Metro 2033, de Blob, Saints Row, Darksiders, ha aperto oggi le pratiche di bancarotta, seguendo il capitolo 11 della legge fallimentare statunitense. Il capitolo 11, a differenza del capitolo 7, prevede che la compagnia sia ristrutturata, e non immediatamente liquidata.
Tale pratica è generalmente attuata quando si pensa che sia possibile avere un miglioramento dei conti, e dunque una liquidazione immediata sarebbe meno fruttifera – nella fattispecie, THQ ha ancora 2 o 3 giochi che dovrebbero uscire a breve, tra cui South Park.
L’azienda sarà ora sotto stretto monitoraggio dei tribunali statunitensi, ma, di fatto, tutti i suoi asset, compresi i suoi 4 studio e i titoli in sviluppo, passeranno alla Clearlake Capital Group – gruppo finanziario che nulla ha a che fare col settore dei videogiochi. Clearlake, di fatto, aprirà un’asta per verificare se ci sono altre compagnie interessate all’acquisizione. Qualora non vi siano offerte migliori, gli asset della compagnia verranno definitivamente trasferiti a Clearlake stessa. Nel frattempo, le azioni della compagnia – ormai già a valori minimi – sono state congelate e non è più possibile venderle o comprarle: verranno rimosse dal NASDAQ entro 9 giorni.
A questo punto, concretamente, per THQ si aprono solo due strade: arriva un’offerta esterna (es.: EA decide di comprare gli asset) e la compagnia viene ristrutturata, risolve i debiti e riprende ad operare. Oppure, gli asset vengono venduti a Clearlake che decide di fare il suo ingresso nel mercato videoludico, un’ipotesi al momento forse poco probabile, considerato che solo sommando gli ultimi due anni fiscali THQ aveva riportato perdite per oltre 350 milioni di dollari – non proprio un’azienda in odore di utile. Non è detto, comunque, che non vi siano compagnie disposte a investire e che ritengono di poter utilizzare gli IP attuali ancora a disposizione per tracciare una strada di ritorno agli utili.
La seconda strada, invece, prevede semplicemente che l’offerta di Clearlake venga superata tramite la somma delle varie offerte per gli assets, e quindi la compagnia non venga rilevata da nessuno, distribuendo i propri IP pezzo per pezzo. Da notare che, in tempi recenti, Ubisoft aveva espresso "interesse" per alcuni IP della compagnia.