Unity il CEO si dimette dopo gli ultimi Backlash

John Riccitiello si è dimesso dal suo ruolo di CEO,presidente,Chairman e un membro della Board of The Director

Scandalo Unity lettera di scuse
Unity ha finalmente cambiato significativamente le nuove policy introdotte

Unity ha annunciato che il CEO dell’azienda nonchè presidente, direttore generale e membro della Board Of Directors John Riccitiello, si dimetterà da tutti i suoi ruoli. L’annuncio arriva dopo l’enorme backlash ricevuto dalla compagnia dopo l’annuncio delle sue ultime politiche sulla runtime Fee.

Unity il CEO si dimette.

Con le dimissioni di Riccitiello, ora il ruolo di CEO,presidente e anche quello di membro della Board of Directors ricadrà su James M. Whitehurst, Invece il ruolo di direttore generale ricadrà ricadrà su Roelof Botha, l’attuale direttore della Unity Board. sarà da vedere come queste decisioni si rifletteranno sul futuro dell’azienda.

Unity è noto sopratutto per essere uno degli engine per creare videogiochi più famosi e durante lo scorso settembre ha annunciato dei nuovi Runtime Fee, che altro non sono che una tassa in aggiunta ad ogni installazione di un eventuale software creato in engine, oltre alla normale parte che unity si prende dopo tot soldi guadagnati con il prodotto.

La tassa equivaleva più o meno a 20 centesimi per installazione, perciò una tassa che non tutti gli sviluppatori sopratutto quelli Indie potevano permettersi di pagare, visto le vendite contenute rispetto ai tripla A. tutto questo ha portato ad un enorme backlash da parte della community degli sviluppatori.

I vari studi hanno pubblicato sui loro account X dei comunicati stampa, in cui dicevano che se unity non avesse cambiato le sue politiche sulla Runtime Fee avrebbero cambiato Engine per i loro futuri software e alcuni hanno anche minacciato di togliere i loro titoli da store come Steam.

Fortunatamente per tutti, l’azienda ha deciso di fare marcia indietro prima di finire senza utenti, ma questo non ha riportato la sua reputazione a come era prima di questo “scandalo”.

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