Omensight – Recensione

Recensito su PlayStation 4

C’era una volta un regno governato da un imperatore dal pugno di ferro e un’eroina che deve salvare tale regno dalla fine incombente“: questo potrebbe essere l’incipit di Omensight, seguito spirituale di Stories: The Path of Destinies della casa indipendente Spearhead Games, se fosse una favola.

In effetti Omensight, della favola, ne ha tutti gli elementi, avendo come personaggi principali animali esattamente come si confà con questo antico genere letterario di stampo moralistico.

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“Uccelli, topi e…”

Siamo ad Ullaria, regno diviso in due grandi tribù: quella degli uccelli, i regnanti di nome Pygaria e Rodentia, terra di roditori che scalpitano per l’indipendenza. Le due specie sono in un’aspra guerra tra di loro da anni, guidati rispettivamente dal severo Imperatore Indrik e dalla giovane topolina Ratika. La guerra volge al culmine, a causa del brutale omicidio di Vera, gufo Sacerdotessa-senza-Dio, che accelera il conflitto.

Ovviamente, essendo Omensight un videogioco, diventiamo parte attiva della narrazione, nei panni dell’Araldo (Harbinger), una figura femminile muta ed eterea dai capelli azzurri raccolti in una lunga coda, ultima di una lunga scia di Araldi il quale compito è salvare il mondo quando la situazione si fa critica e ora la morte della Sacerdotessa sconvolge l’equilibrio del mondo. Infatti, se il nostro scopo sarà quello di investigare su chi si sia macchiato di tale onta e riportare l’anima della Sacerdotessa all’Albero della Vita (un moderno Yggdrasil) per permetterne la reincarnazione, il gioco, pur concentrandosi su quello, aggiunge un po’ di pepe alla favola: evitare la distruzione del mondo a causa del risveglio del serpente Voden, purpurea incarnazione del Vuoto.

L’Araldo arriverà durante gli ultimi attimi del conflitto, e attraverso un legame con l’anima degli altri protagonisti caduti potrà viaggiare nel tempo, più precisamente nei ricordi di ogni singolo personaggio, per scoprire e cambiare il corso degli eventi.

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L’Araldo ne L’Albero della Vita

Il mistero di Vera ci accompagnerà dall’inizio alla fine del gioco, attraverso numerosi viaggi nei ricordi all’ultimo giorno dei personaggi che diventeranno alleati (o nemici) e compagni di gioco attivi, con proprie abilità combattive e dialoghi nel corso della “loro” storia.

I personaggi che accompagneranno l’Araldo sono cinque, le cui storie e passati sono intrecciati tra loro: Indrik, uccello sovrano di Ullaria dal pugno di ferro, che ha ereditato il trono; Draga, leale e assennata generale felino dell’esercito reale; Ratika, giovane e scanzonata topolina scelta come comandante delle truppe di Rodentia che, strimpellando la balalaica ricevuta in dono, utilizza la cosiddetta magia bardica; Ludomir, nerboruto orso con il vizio del bere e con un legame con la Sacerdotessa-senza-Dio; Vera, al fianco di sua maestà e dal compito fondamentale di equilibrio delle forze del mondo. Il gioco ruota attorno a queste sei figure, più una di contorno, la Strega, che guida (e salva) l’Araldo. Sparsi per il mondo di gioco, con un po’ di sana esplorazione, sarà possibile trovare ricordi di ciascun personaggio, che letti nel menù apposito si riveleranno come estratti di un grande romanzo che esplora i singoli animali: scopriremo, ad esempio, come per i felini come Draga è difficile scalare i ranghi sociali, essendo malvisti dalla società, come Ratika entra in possesso della balalaica, l’infanzia di Indrik e altre piccole chicche.

Il mondo di gioco è diviso in cinque aree tra cui, ad esempio, la Prigione o la Foresta. Dovendoci spostare dall’inizio alla fine tra questi cinque luoghi, finiremo per conoscerli a menadito, perché si sa come funzionano i viaggi temporali e Omensight non fa eccezione: ripetere gli stessi eventi finché un cambiamento, una scoperta, non cambia l’ultimo giorno (centro nevralgico degli eventi e “tempo” massimo in cui si muove l’Araldo) per arrivare più vicino alla verità. Da questo punto di vista, essendo le aree sempre quelle (ma percorse con personaggi ed eventi leggermente diversi) il gioco può risultare un po’ ripetitivo. C’è da dire che non tutta la mappa dei cinque luoghi sarà immediatamente disponibili con un personaggio: spesso dovremo attendere un diverso corso degli eventi per “sbloccare” parti a malincuore ignorate prima.

Ad aumentare la rigiocabilità ci sono i Sigilli, vere e proprie serrature magiche legate ai diversi personaggi che si sbloccano con intuizione nel corso dell’avventura. Spearhead Games cerca di dare varietà ai luoghi attraverso queste trovate e se in parte ci riesce, per un’altra parte maggiore i luoghi sono comunque sempre gli stessi, finendo la maggior parte delle volte per rivelare collezionabili in più, comunque meritevoli di raccolta (in particolar modo i ricordi). Omensight, a ogni modo, premia l’esplorazione, tanto da aggiungere un bonus esperienza a fine livello se siamo stati bravi esploratori.

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Pygaria e Rodentia: la mappa di gioco

“La verità ti distruggerà l’anima”

A cambiare il corso degli eventi ci sono gli omensight, rivelazioni che – oltre a dare il nome al gioco – troveremo durante le nostre indagini e potranno essere date ai personaggi già incontrati per farli comportare in maniera diversa, giacché l’omensight è una verità che viene trasmessa dall’Araldo a un personaggio come tale e senza possibilità di dubbio. Gli omensight sono anche responsabili nel dividere il gioco in Atti, diradando man mano la nebbia sulla morte di Vera (allontanando, quindi, la minaccia di Voden).

Omensight è descritto un Action Murder-Mystery, pur possedendo elementi da gioco di ruolo e basilare platforming: dall’Albero della Vita, verso cui potremo tornare in ogni momento, potremo salire di livello attraverso l’esperienza accumulata e acquisire nuove abilità come scattare in maniera fulminea o rallentare il tempo attorno a noi; attraverso l’Ambra, invece, trovata sfasciando tutto quello che ci troveremo davanti e aprendo scrigni sparsi per le diverse mappe, sarà possibile acquistare potenziamenti per aumentare la salute, l’energia, diminuire i tempi di ricarica delle abilità e addirittura aggiungere danni bonus per alcuni dei nostri alleati.

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Le fasi di combattimento con Ludomir l’Orso

Con la possibilità di scegliere tra tre diverse difficoltà (ovviamente, abbiamo giocato in modalità difficile) i combattimenti risultano essere molto serrati con la possibilità di schivare all’ultimo secondo per evitare di essere soverchiati dai nemici, premiando il rischio della concatenazione di combo per ambra ed energia extra, che sblocca attacchi esclusivi a seconda del contatore. Ad aiutarci, come accennato, ci saranno i personaggi dei ricordi nei quali decidiamo di addentrarci, e saranno molto utili a tale riguardo, coerenti con le loro abilità. In generale, il combattimento è più tattico di quanto può apparire a primo acchito, e bisognerà essere cauti per non cadere, anche utilizzando oggetti nelle vicinanze come barili o colonne. Da segnalare, come prova della consapevolezza di Spearhead Games, i commenti dei personaggi quando cercheremo di colpirli con la nostra lama o cincischieremo troppo a distruggere oggetti, divertenti e calzanti, più un gustoso dettaglio ruolistico di un personaggio in particolare. Per quanto riguarda i boss, essi non saranno mai davvero difficili: l’Araldo è una forza della natura, soprattutto se si abusa di una certa abilità ma i boss non sono certo la componente su cui il gioco vuole puntare.

Oltre a una difficoltà di gioco, è presente anche una difficoltà narrativa: il gioco ci permetterà di scegliere tra una modalità detective “assistita” e una modalità “vero detective”. La differenza sostanziale sta nel fatto che giocando con la seconda modalità ci verrà impedito di consultare una sfera delle intuizioni con cui è possibile tener traccia degli indizi (in verde) che estrapoliamo dai dialoghi di gioco, divisi per personaggio e linea temporale. Una feature completamente assente in modalità vero detective, in cui il gioco abbandona al proprio destino il giocatore, permettendogli di fare i collegamenti da sé, ma senza un vero premio finale. In parole povere, la modalità vero detective perché non aggiunge nulla, se non il dover segnarsi gli indizi ed i vari collegamenti su un quaderno. La modalità “assistita” non rovina l’esperienza né la facilita più di tanto, è più un rapido aiuto visuale ed il consiglio è consultarla quando necessario.

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La modalità detective consigliata: quella “assistita”

“Una corsa contro e nel tempo, ma…”

Omensight è localizzato in italiano, sottotitoli compresi, ed è presente solo il doppiaggio inglese del titolo. Esso ci ha molto colpito e non ci ha fatto sentire la mancanza di quello italiano: i personaggi hanno voci coerenti al loro carattere (menzione d’onore per le doti canore di Ratika) e aiutano a immergerci nel mondo di gioco e affezionarci ai personaggi, sebbene la componente “ruolistica” del titolo viene presto a scemare visto che l’Araldo, pur di mandare avanti le indagini, non si farà scrupoli sull’aiutare o – a volte – uccidere in maniera piuttosto brutale chi cinque minuti fa definiva alleato. L’Araldo è una figura super partes dedito a salvare il mondo, certo, ma avremmo apprezzato una possibilità effettiva di scelta e soprattutto di immedesimazione con il protagonista in questo contesto.

Le musiche sono molto degne e fanno la loro parte; ammoniamo, invece, per la scarsità di impostazioni (è possibile cambiare solo la luminosità e la vibrazione controller) e lo schermo non ritagliato perfettamente, che non è possibile modificare (che inficia l’esperienza solo vicino le statue dei personaggi in vista di addentrarci nei loro ricordi). La traduzione italiana è di buon livello, ma sono presenti piccoli errori di battitura qua e là. Prima di approdare su PlayStation 4, il gioco soffriva nell’avere un solo (deludente) finale nonostante la natura di viaggio temporale del gioco che invece invita a multipli finali. Anche grazie alle lamentele dei giocatori, Spearhead Games ha sbloccato un finale alternativo e successivo ai titoli di coda, con cui ha riparato a un errore di fondo e dato giustizia al titolo.

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Un esempio di interazione: Ratika è il personaggio più divertente di Omensight

L’impegno di Spearhead Games nel creare un mondo di gioco coerente e accattivante è lampante: Omensight è un titolo meritevole e divertente, dalla giusta durata e dal giusto prezzo, e molto più profondo di quanto appaia in superficie. Gli amanti della narrativa troveranno pane per i loro denti attraverso i ricordi. Il ritmo del gioco è incalzante, anche grazie a un mistero costellato con diversi colpi di scena, sebbene giocando nei panni dell’Araldo ci siamo sentiti detective solo in parte, perché il gioco segue un’apparente linearità. Anche attraverso il particolare uso dell’Unreal Engine 4, nitido e colorato, Omensight finisce per diventare una “piccola grande favola”.

8

Pro

  • Profondità narrativa attraverso i ricordi
  • Storia e personaggi intriganti
  • Buona rigiocabilità
  • Ottimo doppiaggio inglese
  • Sistema di combattimento serrato e tattico
  • È divertente giocare attraverso l'Araldo...

Contro

  • ... ma è un avatar in cui è difficile immedesimarsi
  • Può risultare un po' ripetitivo
  • La modalità vero detective è superflua
  • Scarsità di impostazioni
  • Sporadici errori di battitura in italiano
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