Beneath Recensione

Recensito su PC

Beneath recensione

Beneath è il nuovo survival horror in prima persona sviluppato da Camel 101 e pubblicato da Wired Productions. Il titolo, attualmente in attesa dell’uscita ufficiale prevista per il 28 ottobre, punta a distinguersi grazie a un’ambientazione inedita: gli abissi oceanici. Atmosfera soffocante, creature mostruose e orrore cosmico sono gli ingredienti principali di un’esperienza che mira a lasciare il segno nel genere.

Il protagonista di Beneath è Noah Quinn, un sub esperto catapultato in un’avventura segnata da segreti oscuri e creature spaventose. Gli sviluppatori hanno scelto il mare come scenario narrativo e psicologico. Le profondità oceaniche, da sempre misteriose e ostili, diventano un perfetto veicolo per l’orrore, offrendo un mix di isolamento e vulnerabilità unico.

Ambientare un survival horror sott’acqua significa amplificare la paura. Il mare è uno degli spazi più inaccessibili e minacciosi per l’uomo, con la sua oscurità totale e le pressioni schiaccianti. Beneath sfrutta questi elementi non solo come sfondo, ma come strumenti per alimentare l’ansia e la tensione costante del giocatore.

Beneath: il nostro eroe incontra uno dei mostri del gioco
Beneath: il nostro eroe incontra uno dei mostri del gioco

Beneath e Lovecraft

Quando si parla di lovecraftiano, non si intende soltanto “mostri tentacolari”, ma un’intera filosofia dell’orrore. È il terrore dell’ignoto, l’insignificanza dell’uomo davanti al cosmo, la follia che nasce dall’incomprensibile e Beneath raccoglie queste suggestioni, con creature innominabili, ambientazioni oppressive e una costante minaccia di perdere il controllo mentale.

La direzione artistica privilegia il buio, le ombre e l’oppressione degli spazi chiusi mentre i giochi di luce e le ambientazioni subacquee creano scenari suggestivi e inquietanti. Anche il comparto sonoro gioca un ruolo fondamentale: scricchiolii, rumori metallici e suoni distorti aumentano la tensione e ogni passo può anticipare un pericolo imminente.

Sul piano tecnico, Beneath utilizza l’Unreal Engine 4, garanzia di solidità e di effetti di luce realistici. Su PC, il gioco punta ai 60 FPS in 4K con impostazioni alte, mentre i requisiti minimi parlano di 1080p a 30 FPS. Su PlayStation 5 e Xbox Series X|S, il team punta a prestazioni stabili a 60 FPS.

Il motore grafico consente anche ambienti parzialmente distruttibili: vetri che si frantumano, tubi che esplodono, oggetti che reagiscono ai colpi mentre l’intelligenza artificiale è pensata per creare scontri dinamici, con nemici umani che coordinano le loro azioni. Le animazioni sfruttano motion capture, aumentando il realismo visivo e il senso di immersione.

Gameplay tra azione e sopravvivenza

Il gameplay unisce sparatorie, esplorazione e gestione delle risorse infatti le munizioni e cure sono limitate, obbligando il giocatore a ponderare ogni scelta. “Mi conviene sparare o nascondermi?”, vi chiederete molto spesso. L’arsenale include armi da fuoco e strumenti improvvisati, mentre l’ambiente stesso può diventare un alleato. Come nei classici survival, ma con un tocco moderno.

Nel gioco ogni scelta conta infatti, le sue risorse limitate costringono il giocatore a pianificare ogni passo che compie, persino una semplice ricarica, nel momento sbagliato può risultare fatale. La stessa acqua, diventa nemica del protagonista, confondendo Quinn, rallentandolo, isolandolo. L’obiettivo è sopravvivere, non sterminare.

Oltre alla canonica salute fisica, Beneath introduce anche elementi di stress mentale. Oscurità, suoni indistinti e mancanza di ossigeno affievoliscono la lucidità del protagonista. Non esistono barre di sanità visibili ma il deterioramento mentale si percepisce in ogni aspetto del gioco.

Come detto, il mare non è solo scenografia è una vera e propria arma a doppio taglio. Mentre da un lato funge da ostacolo ai movimenti del protagonista, dall’altro può aiutarlo a creare percorsi alternativi, diversificare ed inoltre, gli oggetti, essendo distruttibili, contribuiscono ad un gameplay dinamico e ad una varietà che il titolo offre per continuare nell’avventura.

Grazie al motore grafico, Beneath offre un comparto grafico suggestivo e realistico, certo, su un PC di media potenza, bisogna mettersi a smanettare per trovare il giusto equilibrio tra grafica e prestazioni, ma tutto sommato il titolo è godibile. Le particelle di sabbia, i riflessi dell’acqua, la densità della nebbia, creano un suggestivo senso di profondità. Inoltre l’interfaccia minimalista tende a rafforzare la connessione tra giocatore e protagonista.

Giocando a Beneath ho percepito immediatamente quella sensazione di vulnerabilità che solo i survival “fatti bene” riescono a darti anche in situazioni apparentemente statiche. Ogni corridoio sommerso è un incubo silenzioso, dove il respiro del protagonista diventa il tuo. Le luci che filtrano nell’acqua ed i suoni ovattati infine creano un’atmosfera opprimente che cattura il giocatore sin dai primi minuti.

Un survival horror vive normalmente dell’equilibrio tra tensione e ricompensa. In Beneath se le munizioni sono troppo scarse, il rischio è un’esperienza punitiva e se invece sono abbondanti, l’atmosfera perde mordente. Si deve trovare la giusta via di mezzo per soddisfare sia i fan più hardcore che i giocatori in cerca di tensione accessibile. Vero è che allo stato attuale del gioco, un ribilanciamento della difficoltà verso il basso, renderebbe tutto meno frustrante.

Il fatto che Wired Productions abbia avviato un playtest pubblico è un segnale positivo. Significa che il team è disposto a ricevere feedback e correggere il tiro prima del lancio ufficiale (a brevissimo), un approccio trasparente che potrebbe fare la differenza, trasformando Beneath da buona promessa a titolo di riferimento per gli appassionati.

copertina di cronos new dawn
copertina di Cronos: The New Dawn

Confronto con Cronos: The New Dawn

Un confronto interessante è con Cronos: The New Dawn, altro survival horror recente. Cronos adotta un’ambientazione fantascientifica e aliena, mentre Beneath sceglie il terrore marino. Entrambi condividono la scarsità di risorse e l’uso dell’ambiente, ma Beneath preferisce una tensione psicologica continua e un’estetica più realistica e cupa.

Cronos: The New Dawn gira su Unreal Engine 5 e punta ai 60 FPS costanti, con effetti particellari e volumetrici più spinti. Beneath, invece, privilegia la stabilità e l’atmosfera, rinunciando a certi eccessi grafici per mantenere fluido il gameplay. Anche il ritmo cambia: Cronos è più dinamico, Beneath più opprimente e contemplativo.

Il pubblico ideale di Beneath è composto dagli amanti dell’horror psicologico e dei survival old-school. Chi ha apprezzato titoli come SOMA o Amnesia troverà in questo progetto un’esperienza familiare ma con elementi freschi. Non è pensato per chi cerca azione frenetica, ma per chi ama immergersi in atmosfere oppressive e disturbanti.

A me, ad esempio, ha dato tanto l’idea di Still Wakes the Deep, intrappolato su una piattaforma petrolifera a combattere qualcosa di sconosciuto e più grande di noi.

La narrativa potrebbe essere l’arma segreta di Beneath. Se la storia saprà intrecciare mistero, orrore cosmico e introspezione psicologica, il titolo potrà distinguersi dai concorrenti e l’ambientazione subacquea, inoltre, è ancora poco esplorata nel genere videoludico, e questo gli conferisce un vantaggio in termini di originalità e impatto emotivo.

8
Se tutto verrà rifinito, potremo trovarci davanti ad uno dei migliori horror del prossimo anno.

Pro

  • Ambientazione suggestiva
  • Survival horror di impatto

Contro

  • Qualche sbavatura nel gameplay
  • Necessario un ribilanciamento della difficoltà
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