Chaos Legion – Recensione Chaos Legion

Gli anni d’oro

L’annata 2003/2004 è stata veramente piena per i programmatori di Capcom; con pezzi come: Devil May Cry 2, Resident Evil Outbreak, Dino Crisis 3 e Clock Tower 3. Nello stesso anno però, la software-house nipponica famosa per le atmosfere ricche di suspense e horror, rilascia un titolo piuttosto anonimo ma non meno bello dei sopracitati, tale Chaos Legion. L’idea iniziale era quella di proporre un’alternativa ai classici giochi d’azione e agli hack’n slash; generi di cui console come la Playstation 2 o la Xbox sembravano già saturarsi. Ma nonostante l’obbiettivo fosse piuttosto atipico, il risultato fu piuttosto soddisfacente, ma vediamo bene di che si tratta.

Colui che un tempo chiamavo amico

La storia in questione, narra le vicende di Sieg Wahrheit, cavaliere dei simboli oscuri dell’Ordine di Santa Overia.
Sieg e Delacroix, un tempo erano amici inseparabili, ma dopo lo scontro con il demone Azrail che costò la vita alla loro amica Siela, il loro rapporto s’incrinò drasticamente. Delacroix accusò Sieg di essere la causa della morte di Siela, e poco tempo dopo scomparve, lasciando dietro di sé solo morte e devastazione. Quattro anni più tardi qualcuno s’introduce nella cattedrale dell’Ordine per rubare gli scritti apocrifi di Yzarc, e nell’episodio, Sir Clovis, uno dei membri più considerevoli dell’Ordine, viene assassinato. Sieg è sempre più convinto che dietro l’attacco ci sia il suo vecchio amico, ormai posseduto da una qualche oscurità, e comincia a indagare sotto preciso comando dell’ordine.

Da solo contro tutti ? Forse no

Definire Chaos Legion un semplice hack’n slash non è propriamente giusto: gli elementi che lo contraddistinguono sembrano presi qua e là da altri prodotti di stampo Capcom e non solo; immaginate di prendere Devil May Cry, Onimusha e Dynasty Warriors, metterli dentro un frullatore e vedere cosa esce fuori: il risultato sarà un titolo d’azione frenetica e combattimenti estenuanti, con sfumature da gioco di ruolo e una trama all’apparenza complessa.
Sieg potrà avvalersi del supporto di 6 differenti Legioni del Caos: Spada, Arco, Scudo, Artiglio, Bomba e Potere, ed eventualmente di una settima (Gigante) nel caso si riesca a ritrovare tutti e nove i frammenti dell’emblema, distrutto durante il prologo da Delacroix.
Ogni Legione avrà diverse caratteristiche, punti di forza e debolezze: ad esempio, la Legione della Spada permetterà di evocare degli spadaccini (inizialmente solo 3) per darci una mano nei combattimenti contro i mostri di tipo organico, permettendoci di fare delle combo astronomiche e farci strada nelle mischie furibonde; per gli avversari di tipo meccanico invece, sarà più consigliabile utilizzare la Legione dell’Artiglio o quella dell’Arco, che con i suoi attacchi a distanza si rivela essere un’efficace metodo difensivo contro i nemici più tosti. 
Maciullare creature del Caos a destra e a manca, ci farà accumulare esperienza, che una volta completato il livello potrà essere utilizzata per potenziare i parametri e perfino la forma delle nostre Legioni; in questa maniera non solo avremo degli alleati più potenti, ma anche lo stesso Sieg otterrà dei benefici, quali: l’aumento delle caratteristiche di attacco e difesa, e perfino nuove devastanti mosse.



Verso la vittoria

Solitamente titoli del genere non brillano troppo per la varietà d’azione, e Chaos Legion purtroppo non è un’eccezione alla regola.
I livelli sono una quindicina circa, tutti lineari, divisi in sezioni e farciti a dismisura di mostri di ogni tipo; la cosa peggiore è che purtroppo non si farà altro che combattere dall’inizio alla fine, il che potrebbe risultare alquanto frustrante, specialmente se vorrete sbloccare tutti i poteri delle Legioni; in questo caso, sarete obbligati a visitare più volte le aree per accumulare abbastanza esperienza ed eventuali power-up, mettendo la vostra pazienza a rischio in più di un’occasione.
Il sistema di controllo è una delle cose maggiormente riuscite; basteranno pochi minuti per prendere confidenza con i comandi, che non si distaccano troppo dai soliti canoni dei giochi d’azione: un tasto per l’attacco principale, salto, lock-on, e i vari tasti dorsali per evocare e comandare le Legioni, ma nonostante questa semplicità gestionale, dovremo sudare non poco per poter superare le aree di volta in volta, data l’enorme ferocia dei nostri antagonisti e soprattutto degli enormi boss.
Seppur la ripetitività regni sovrana, il resto dell’aspetto tecnico è abbastanza curato, soprattutto per quanto concerne l’atmosfera; cattedrali gotiche, città deserte e rovine disabitate creano uno scenario cupo e suggestivo, anche se a qualcuno potrebbero non piacere; la grafica gode di un ottimo character design, e i modelli poligonali delle diverse tipologie di mostri presenti sono animati con cura e riempiti con textures di buona qualità; purtroppo lo stesso discorso non vale per il level design: troppo lineare e scarno di fondali, con un costante effetto fogging, che però rende possibile la presenza di un’infinità di nemici su schermo senza il minimo rallentamento, facendo girare il motore a 60 fps costanti; in più le musiche d’accompagnamento fatte di cori e Dark Rock si sposano perfettamente con l’ambiente e col ritmo di gioco.

La resa dei conti

L’esperimento di Capcom non dà i frutti sperati, o meglio, li dà in parte, cosa principalmente dovuta alla monotonia e ripetitività, ma del resto non ci si può aspettare nulla di diverso da un titolo che si basa principalmente sul sistema hack’n slash; ma attenzione, non si tratta di un titolo da scartare a priori, ha i suoi punti di forza e potrebbe far appassionare molti giocatori, soprattutto quelli che hanno amato giochi come Devil May Cry e affini. L’unico consiglio che si potrebbe dare è quello di provarlo prima dell’acquisto.

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