Chime – Recensione Chime

Molti dei cosiddetti indie games (videogiochi amatoriali o semi-amatoriali prodotti a basso budget, ndr) sono ormai così diffusi e popolari tra le varie piattaforme da poter essere considerati un genere di massa. Quello che ci apprestiamo a recensire è Chime, prodotto dalla Zoë Mode e definibile come una via di mezzo tra gioco musicale e puzzle.


Siete pronti?

Tetris musicale?

L’obbiettivo di Chime è fare punti formando dei rettangoli. Come? Per darvi un’idea più chiara, pensate di giocare a Tetris piazzando i blocchi liberamente all’interno di un reticolo. Ogni volta che formate un rettangolo (o un quadrato), ottenete punti, e più questo viene allargato più punti vi donerà. Abbiamo però detto che si tratta anche di un gioco musicale, difatti ogni livello è basato su un brano, e il tempo della musica è costituito da una barra che scandaglia il reticolo e genera diversi suoni ogni volta che tocca un blocco, arricchendo così la melodia di base. Il tempo è altresì parte integrante del gameplay: la barra fa sì che i rettangoli completati si dissolvano lasciando solo un alone, che forma così una superficie coperta del reticolo su cui è possibile piazzare nuovi blocchi. Inoltre, per aumentare la sfida, tutti i pezzi di blocco rimasti esclusi da un rettangolo inizieranno a schiarirsi ogni volta che la barra passa, e quando inizieranno a brillare a intermittenza dovremo agire velocemente e riciclarli, pena la scomparsa di tutti i rimasugli dal reticolo e l’azzeramento del moltiplicatore di punti.


Still Alive, popolare brano tratto da Portal, è presente in Chime

 

Pochi ma buoni

L’offerta di Chime è così formata: esistono due modalità, una a tempo, con limiti di 3, 6 e 9 minuti, e una libera, dove non c’è nessun conteggio di punti o moltiplicatore; cinque sono i brani e relativi reticoli su cui giocare, di difficoltà crescente e differente composizione, e nella versione provata, quella distribuita tramite Steam, sono anche disponibili 15 obbiettivi da sbloccare. Numeri piuttosto esigui che rendono il gioco decisamente breve per chi si aspetta una caterva di brani utilizzabili, come avviene in titoli quali Audiosurf o Beat Hazard, ove è possibile selezionare i brani direttamente dal proprio hard disk. Graficamente il titolo è molto spartano, ma gradevolissimo ed efficace allo scopo.


Qualcuno ha detto Trollface?
 

Dulcis in fundo

Il motivo ovvio per il quale ogni persona legge una recensione è scoprire se un prodotto vale la pena di essere giocato. La risposta per Chime è sì. È meritevole dell’attenzione di chiunque cerchi uno svago senza impegni, un ottimo passatempo di piccole proporzioni ma compensato da un prezzo davvero esiguo.

 

Giocami!

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