Cthulhu Saves the World – Recensione Cthulhu Saves the World

Cosa non si inventano i piccoli sviluppatori pur di fare un videogioco? Nulla, e Cthulhu Saves the World è la prova. Chi avrebbe mai immaginato di vedere il male supremo creato dalla fantasia malata di H.P. Lovecraft protagonista di un gioco di ruolo – ma soprattutto di *questo* gioco di ruolo…

Cthulhu, inaspettato eroe
L’ambiguità del gioco è evidente già dal nome: "Cthulhu salva il mondo". Per quale motivo la più antica e oscura divinità dovrebbe salvare il mondo? Per distruggerlo, ovviamente! Non ha senso, dite? In effetti no, ma nulla in questo titolo ne ha. In una introduzione tra il delirante e il geniale, si scopre che Cthulhu, risvegliatosi dal suo sonno millenario, è stato privato dei suoi poteri distruttivi da un generico ed ignoto paladino del bene. Ma la voce narrante rivela anche come riaverli: diventare un eroe. Con questo incipit, lo spavaldo mostro mette da parte orgoglio e desideri apocalittici e parte in cerca di persone bisognose di aiuto, in un viaggio di una decina di ore che porta il giocatore ad incontrare personaggi assurdi e situazioni ricche di sarcasmo e citazioni, mettendone a dura prova la sanità mentale.

La vecchia scuola
Chi ha esperienza con i jrpg dei primi anni ’90 può facilmente comprendere meccaniche ed aspetto audio-visivo del prodotto, che potrebbe essere paragonabile ad un Final Fantasy IV con combattimenti in prima persona – ed è su questo e a tanti altri classici che si basa, pur non mancando di apportare qualche elemento di sfida personale. Per esempio, i combattimenti sono a difficoltà crescente: per impedire al giocatore di basare la propria strategia sul banale "attacca e curati", ad ogni turno i nemici aumentano percentualmente la propria potenza, costringendo ad eliminarli prima che diventino imbattibili, ed esistono anche pochissimi oggetti curativi. Per chi teme che questo si traduca in lunghe sessioni di grinding, niente paura: esistono vari livelli di difficoltà per il gioco e per ridurre l’esperienza da raccogliere, e c’è anche un limite fissato a 20 per gli incontri casuali, oltre il quale solo il giocatore può decidere di farne altri.

Salvare il mondo, ne vale la pena?
Valutare Cthulhu Saves the World su una base esclusivamente ludica ne comprometterebbe il giudizio, ma è palese come esso sia in tutto e per tutto una parodia di videogioco, non basando il proprio divertimento sul gameplay ma sull’ironia, mirata soprattutto ai crismi del suo genere di appartenenza. Pertanto, il vero motivo per dedicarvi qualche ora della propria vita è godersi della malsana comicità in salsa Lovecraft, e per il prezzo a cui si può trovare (meno di un euro) è più che accettabile. L’unico motivo per evitarlo è che non siate in grado di capirlo, vuoi per ignoranza in materia o innato pessimo umore – peggio per voi.

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