Disgaea: Hour of Darkness – Recensione Disgaea: Afternoon of Darkness

Nippon ichi software è un’azienda produttrice di videogames di recente fondazione, che ha saputo meritatamente ritagliarsi i favori del pubblico e della critica grazie a un genere videoludico particolare, che è l’RPG strategico: titoli come La Pucelle: Tactics, Phantom Brave e Atelier Iris sono validissimi esempi della produzione di questa software house, il cui indiscusso capolavoro è Makai Senki, o come è conosciuto nel mondo occidentale, Disgaea. Dopo i primi due fortunati titoli a portare questo nome (Hour of Darkness e Cursed Memories), usciti tra il 2003 e il 2006 , alla fine del 2007 è giunto nel vecchio continente il porting per PSP di Disgaea: Hour of Darkness, con il sottotitolo (neanche troppo differente dall’originale) "Afternoon of Darkness". In attesa del terzo Disgaea, previsto per l’ammiraglia di casa Sony, e un capitolo per Nintendo DS, vediamo insieme perché Nippon ichi Software ha le carte in regola per lasciare il segno  anche nella softoteca di Playstation Portable.

Un pomeriggio di Tenebre

Il temibile Re Krichevskoy, Overlord di Netherworld, è morto, e il regno dei Demoni è piombato nel caos più totale: quando viene risvegliato dalla (poco) fedele vassalla Etna dal suo "sonnellino" durato due anni, il principino Laharl ritrova il suo castello assediato da miriadi di demoni che ambiscono ad usurpare il trono di Netherworld che gli spetta di diritto, dovendo quindi liberarsene con la forza per succedere all’ambitissimo titolo di Overlord lasciato vacante dal defunto re suo padre. Trama banale? Niente affatto. Perché da un punto di  partenza così semplicistico, il plot di base si arricchisce, nel corso dei 14 capitoli che compongono la storia, di sottotrame, colpi di scena e soprattutto di personaggi tanto assurdi quanto indimenticabili: a partire dallo stesso principe: Laharl, irascibile e presuntuoso, è poco più di un bambino ed è la vittima preferita delle pungenti frecciatine di Etna, l’esuberante diavoletta che, invece di servirlo lealmente, complotta alle sue spalle; A completare il trio (comico) dei protagonisti, l’angioletta apprendista Flonne, inviata dalle alte sfere di Celestia per assassinare Krichevskoy, ma rimasta a Netherworld perchè convinta che anche i demoni possono provare amore (tanto che viene soprannominata Love Freak  dal dispettoso Principe). Tra i "comprimari" è impossibile non citare il vanesio Vyers, (autoproclamatosi con somma modestia "Dark Adonis") prontamente ribattezzato Mid-Boss; Captain Gordon, la procace assistente Jennifer e il robottino Thursday, parodie dei supereroi americani, e gli esplosivi Prinny, pinguini di pezza contenenti le anime di ladri, assassini e marmaglia varia, nonché schiavizzati servitori di Etna, protagonisti indiscussi dei più esilaranti siparietti comici. La magistrale caratterizzazione dei personaggi è impreziosita da brillanti script arricchiti da massicce dosi di humour nero. Una "sana" follia permea tutta la storia, rendendo il gioco gradevole e appassionante anche dal solo punto di vista narrativo.


Benvenuti all’Inferno!

Il punto di partenza è il castello del Principe Laharl, nel quale si ritroverà tutto il necessario per l’avventura: negozi di armi e armature, l’ospedale dove curare i feriti (sotto compenso ovviamente), il portale attraverso il quale accedere alle varie location di battaglia, ma anche alla Assemblea oscura e al Mondo degli oggetti, di cui si parlerà nei paragrafi successivi.
Il primo livello è fattivamente un semplice ma utile tutorial per entrare nel vivo del gioco, in cui prendere dimestichezza con le features tipiche di Disgaea: il campo di battaglia è, come di consueto nel genere, un’area tridimensionale isometrica ricca di dislivelli e ostacoli vari, sulla quale collocare i membri del party (scegliendoli da un apposito base panel), fino ad un massimo di dieci per volta; ogni personaggio, durante il proprio turno, avrà la possibilità di muoversi per un certo numero di caselle per avvicinarsi/allontanarsi dall’avversario, attaccare con l’arma equipaggiata o eseguire una mossa speciale a disposizione a discapito degli SP (o special point), che varierà in base al livello, all’arma o alla "professione" del personaggio stesso. Fin qui, nulla che si discosti in maniera radicale dai clichés del genere strategico: fortunatamente Disgaea è un gioco reso profondo da diverse caratteristiche, che metteranno alla prova i giocatori, costringendoli ad elaborare strategie di combattimento sempre differenti e pianificare con grande attenzione le mosse. Un grande valore ha il gioco di squadra, grazie alla possibilità di performare un team attack coi compagni vicini (in base all’affinità) incatenando combo di colpi sempre più letali.  Più alto è il danno inferto in combo, più si riempirà una bonus gauge (barra dei bonus), che al termine dello scontro sbloccherà degli oggetti-premio sempre più rari e utili. Inoltre non bisogna dimenticare la caratteristica del lift and throw (letteralmente solleva e lancia) tipica dei personaggi "umani", tramite la quale "lanciare" alleati o avversari sul campo di battaglia a seconda delle necessità, fare prigionieri mostri nemici,e , nel caso venissero lanciati dei malcapitati Prinny, provocare delle esplosioni devastanti che coinvolgono tutti i personaggi disposti nelle caselle adiacenti all’area di collisione del povero Prinny-kamikaze.
Ulteriore tratto distintivo del gameplay di Makai senki, sono i Geo Panel, croce e delizia per chi si cimenta col titolo Nippon-Ichi: praticamente, in alcuni livelli certe caselle dell’area di gioco avranno un colore distintivo (rosso, blu, giallo, verde e viola); se in queste zone multicolore sono posti dei Geo Symbol, il tutto si complica decisamente, perchè in base al tipo di Geo Symbol presente, le aree cromatiche saranno "afflitte" da uno status differente che influenzerà il personaggio che vi si trova al di sopra. In un primo momento, questo è poco ma sicuro, i Geo Panel potrebbero far venire la voglia di lanciar via l’UMD di gioco anche al videogamer più paziente, ma una volta presa la mano e capito bene il meccanismo, diventeranno parte integrante delle miglior strategie di battaglia.
La profondità di Disgaea riguarda anche la crescita del personaggio,  la personalizzazione degli oggetti, quest’ultima con combinazioni pressoché infinite, e la possibilità di far "reincarnare" qualsiasi character per renderlo quanto più potente, o di ricominciare lo stesso gioco mantenendo oggetti e potenziamenti raggiunti. Non c’è da stupirsi infatti nello scoprire che il tetto massimo per quanto riguarda il livello, tocca la ragguardevole cifra di 9999.


Il Parlamento Infernale

No, il titolo del paragrafo non è un riferimento alla situazione politica del nostro Paese, bensì riguarda una delle peculiarità più azzeccate del franchise Disgaea, ovvero la Dark Assembly ( o Assemblea oscura, per chi non avesse dimestichezza con la lingua di Albione). In questa sorta di Senato degli Inferi infatti, passeranno alcune "proposte di legge" davvero utili ai fini del gioco: ad esempio, se si vorrà aumentare la probabilità di contrattacco o avere nel negozio oggetti più rari, ma anche per sbloccare nuovi mondi opzionali o creare dei personaggi di maggiore potenza da aggiungere al party, bisognerà ottenere il consenso della maggioranza dei senatori. Questi ultimi potrebbero essere o dalla nostra parte, neutrali o, ancora peggio, completamente avversi alle nostre idee e ribaltare in maniera sgradita l’esito delle votazioni. Non si dimentichi che però si impersona nientemeno che il Principe dell’Inferno, e che quindi sarà ben più che lecito ricorrere a mezzucci quali la corruzione dei senatori votanti per ottenerne i favori. Ma attenzione, perché anche i membri dell’assemblea sono demoni, e per questo motivo, poco affidabili e imprevedibili fino all’ultimo. se poi le "buone" non sono sufficienti, si può sempre tentare di convincerli  con le maniere forti. Il divertimento è indubbiamente assicurato.
Come accennato poco sopra, attraverso la Dark Assembly, oltre a incrementare di rango, si potranno creare nuovi character che arricchiranno il nostro variegato rooster: c’è da aggiungere la precisazione che per fare ciò bisogna avere un sufficiente quantitativo di Mana, ottenibile mietendo più vittime possibile in battaglia. Qualsiasi personaggio può quindi crearsi uno o più "allievi" con in quali instaurerà un rapporto mentore-discepolo che durante gli scontri non solo aumenterà la percentuale di riuscita di un team attack, ma che permetterà allo stesso mentere di eseguire ( e di apprendere) alcune mosse speciali dell’allievo, a patto che questi si trovi nella casella accanto alla sua.

Laharl nel paese degli oggetti

Solitamente, in ogni buon gioco di ruolo che si rispetti, per potenziare o "customizzare" un ‘arma o un qualsiasi pezzo dell’equipaggiamento, ci si serve di officine specializzate o di leggendari oggetti da incastonare, e via dicendo; mai si è sentito di personalizzare l’item in questione entrando al suo interno! E’ questo che avviene nel’universo  di Disgaea, e in particolare nell’Item World, accessibile dal castello di Laharl parlando con un NPC. Una volta scelto l’oggetto da potenziare, comincerà una serie di livelli random da superare, riuniti in gruppi di dieci per volta: le dinamiche di gioco saranno pressoché identiche a quelle dei normalissimi scontri, ad eccezion fatta per alcuni portali , la cui strada spesso è sbarrata da un gatekeeper, attraverso i quali si può passare allo stage successivo senza faticare particolarmente. "Dentro" gli oggetti inoltre, saranno presenti dei "Residenti", ovvero degli avversari speciali che ne determinano le caratteristiche: "ucciderli" equivale ad aver portato uno o più parametri (che siano HP, SP, attacco, difesa o quant’altro) al massimo possibile. Questi residenti inoltre, possono essere trasferiti da un oggetto all’altro: sperimentare è un’ottima cosa, dato che c’è una quasi totale libertà di personalizzazione di tutti gli item disponibili, dai più banali oggetti curativi alle armi più ricercate. Un vero e proprio gioco nel gioco.

Come se non fossero già sufficienti le caratteristiche sopracitate, lo sbloccaggio di tutte le categorie dei personaggi e delle loro mosse speciali,  o la raccolta di ogni tipo di oggetto offrono al giocatore ulteriori ore di gioco ad un titolo che dire longevo è molto poco. Per non parlare poi della possibilità , esclusiva della versione PSP, di rigiocare tutta l’avventura nei panni di Etna, o di sbloccare tutti i finali disponibili, c’è da menzionare anche il gioco in multiplayer, con la quale sfidare  via wifi gli amici in diverse modalità ("defeat the leader", "capture the flag",e la più tradizionale "Battle") . Il livello globale di sfida tuttavia è altalenante, con picchi di difficoltà davvero mostruosi, che   potrebbero distogliere facilmente l’attenzione dei meno esperti.
Dal punto di vista tecnico, nulla da eccepire: I dettagliati sprites dei personaggi in super deformed sono piacevolissimi e ben curati, così come di buona  fattura sono gli sfondi. Davvero eccellente invece il character design, apprezzabile nell varie cut scene: bello e azzeccato, con uno stile umoristico tipicamente nipponico ( da notare come Etna e Flonne sembrano copiare le mode delle ragazzine giapponesi, vestite da Kogal la prima e da gothic lolita la seconda) Praticamente assenti rallentamenti o altri difetti grafici, anzi sono particolarmente performanti le deflagrazioni ed altri effetti particellari. Non si può parlare così bene però del design dei livelli, spesso troppo poco curati o comunque spogli, pecca che comunque non pregiudica in alcun modo l’esperienza ludica.
Varia e orecchiabile la colonna sonora che riesce a non stancare mai anche durante lunghe sessioni di gioco: si ricordi inoltre la possibilità di riascoltare tutte le BGM dopo averle acquistate in cambio di una discreta somma di HL ( si legge Hell ed è la valuta di Netherworld) al "negozio" di musica, anch’esso raggiungibile attraverso un personaggio non giocante del castello di Laharl.
Un doveroso plauso va fatto alle parti recitate delle cut scene, interpretate egregiamente e soprattutto con timbri vocali perfettamente calzanti allo spirito dei personaggi; una su tutti, la doppiatrice di Etna, che ha sostituito la precedente attrice che prestava la sua voce alla diavoletta in Hour of Darkness, per coerenza con la serie tv di recente produzione. Assente in questo porting il brano cantato dalla punkrock band statunitense Tsunami Bomb, "The Invasion from Within", poichè è ATLUS, che si occupò della distribuzione negli USA del capitolo per PS2, a detenerne i diritti. Stessa sorte è toccata a "One with the Stars", presente esclusivamente in Hour of Darkness.


Disgaea: Afternoon of Darkness è nel suo genere, un capolavoro; secondo forse solo al Final Fatntasy Tactics di Squaresoft è un un perfetto titolo in cui la profondità e la longevità tipiche di uno strategico si legano indissolubilmente ad una trama irresistibile e comica (anche se non scevra d momenti di riflessione) e a dei personaggi insuperabili per stile e simpatia. Un gioco straconsigliato a tutti, ma data una certa complessità di fondo, vero MUST solo per i fanatici del gdr strategico. Ci vediamo all’Inferno.

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