Donkey Kong Bananza Recensione
Dopo un’attesa spasmodica, abbiamo finalmente messo le mani sulla versione completa di Donkey Kong Bananza, il nuovo titolo Nintendo Switch 2 che promette di ridefinire il genere platform. Le premesse erano alte, e la versione finale non solo le ha mantenute, ma è riuscita persino a superarle, confermando le sensazioni iniziali di potenziale gioco dell’anno 2025. Preparatevi a scoprire tutto in Donkey Kong Bananza Recensione!
Donkey Kong Bananza Recensione | Un Platform Incredibile
La nostra odissea nel mondo di Donkey Kong Bananza ha preso il via, proprio come durante la prova in anteprima, con il prologo del gioco. Fin dai primi istanti, è apparso chiaro che gli sviluppatori questa volta hanno deciso di scommettere su un elemento che, nelle precedenti iterazioni della serie e nel genere platform in generale, è spesso relegato a un ruolo secondario: la narrativa.
Storia e Gameplay: un connubio (quasi) perfetto
DK, immerso nell’oscurità di una miniera, è intento nella sua passione più grande: l’estrazione di quantità industriali delle sue amate banane. Questa apparente tranquillità, tuttavia, è solo la quiete prima della tempesta (nel vero senso della parola), un’introduzione intelligente a un’avventura ben più articolata di quanto ci si potesse aspettare.
L’antagonista principale di Donkey Kong Bananza è la Void Company, un’entità malvagia intenta a impossessarsi di tutte le banane del mondo, che causa una terribile tempesta in cui DK viene risucchiato. Questa catastrofe catapulta il nostro eroe in uno strano e affascinante mondo sotterraneo. Quello che però DK non sa è che questo è solo il primo passo del suo epico viaggio verso il centro della terra.
La storia, pur non essendo epica nel senso tradizionale del termine, fornisce un contesto solido e una motivazione costante per continuare l’avventura e giustificare le azioni del nostro eroe. Non è infatti solo un pretesto mentre si va in giro a spaccare tutto e raccogliere risorse, ma un filo conduttore che si dipana attraverso ogni livello, arricchendo l’esperienza complessiva.
Ed è proprio in questi primi, concitati minuti che ci troviamo di fronte ad una rivelazione che ridefinisce le fondamenta stesse del gameplay di Donkey Kong Bananza: la totale, o quasi, distruttibilità dell’ambiente circostante. Questa caratteristica, che pad alla mano vi posso assicurare sembra quasi magia nera, ci accompagnerà per tutto il gioco e renderà l’intera esperienza una vera gioia.
L’interazione con l’ambiente non è infatti una semplice orpello visivo; è una meccanica intrinseca che permea ogni aspetto del gioco. DK non si limita a interagire con lo scenario in modo prestabilito; lo modifica, lo frantuma, lo plasma secondo le sue esigenze. Ogni roccia, ogni parete, ogni blocco di terra può essere ridotto in frantumi, aprendo nuove vie, rivelando passaggi segreti o scoprendo tesori nascosti.
L’angusta miniera iniziale si è rivelata il terreno di prova perfetto per familiarizzare con questa meccanica. Era un ambiente apparentemente lineare, ma ogni sua fessura, ogni suo angolo, celava banane, oro e innumerevoli segreti. E ovviamente questo era solo l’inizio, perché i livelli successivi si sono dimostrati ancora più intricati e meravigliosi da esplorare.

Un Level Design sopraffino
Questo aspetto dimostra quanto il mondo di Donkey Kong Bananza sia incredibilmente reattivo e misterioso, capace di catturare l’attenzione e premiare la curiosità del giocatore. Non si tratta quindi solo di “andare avanti” passivamente tra un livello e l’altro, risolvendo enigmi e sconfiggendo nemici, ma di creare a tutti gli effetti “la propria strada”, una sensazione di libertà che ben pochi altri titoli del genere riescono a offrire.
Questa enfasi sulla distruttibilità ha un impatto molto profondo sul gameplay del gioco. Il giocatore è costantemente incentivato a sperimentare, a provare a distruggere anche una roccia apparentemente innocua, a cercare un passaggio dietro una cascata. Le ricompense sono tante ed immediate, e rafforzano un ciclo di gameplay estremamente gratificante.
È un approccio questo che incoraggia la creatività e il senso di scoperta, rendendo ogni sessione di gioco unica e imprevedibile. L’ambiente stesso diventa infatti un puzzle dinamico, con soluzioni multiple e percorsi alternativi che si svelano solo a chi è disposto a cercarle. Una delle punte di diamante di Donkey Kong Bananza è proprio questo suo level design fuori scala, che stupisce ad ogni passo.
Un Paradiso di Esplorazione e Segreti Nascosti
Senza voler anticipare troppo la trama del gioco, l’avventura di DK si dipanerà attraverso una serie di biomi incredibilmente vari e suggestivi; da una lussureggiante laguna ad un arido e rosso canyon, da una foresta pluviale ad un villaggio interamente coperto di neve e ghiaccio. Ogni livello del sottosuolo in Donkey Kong Bananza ha la sua cifra stilistica, la sua identità visiva e, soprattutto, il suo approccio al gameplay.
Anche in questo ovviamente caso non si tratta solo di una revisione visiva di quanto visto nei livelli precedenti; ogni mondo infatti ha le sue regole, le sue meccaniche, e trova modi sempre freschi e stimolanti di mettere alla prova il giocatore con tutti i mezzi a sua disposizione. In Donkey Kong Bananza ogni livello è rappresentato da ampie aree aperte senza soluzione di continuità.
La mappa, a cui si può accedere premendo il tasto “-” del Joy-Con 2 sinistro, è una rappresentazione 3D 1:1 di quella reale, ed è utilissima per farsi un’idea delle zone già esplorate e di dove si potrebbero nascondere le ricompense più succose. Non bisogna dimenticare inoltre che DK è uno scimmione, e oltre alla forza bruta possiede un arsenale di abilità che lo rendono un esploratore senza pari.
Ogni tipo di terreno ha un proprio grado di durezza, che cresce man mano che si scende verso il nucleo del pianeta, e presenta caratteristiche particolari: può essere di fango, rallentando i movimenti; velenoso, richiedendo attenzione per la salute; o semplicemente più difficile da distruggere, mettendo alla prova la potenza di DK.
Nonostante quindi l’apparente caos e la totale distruttibilità di ogni elemento, il tutto funziona alla perfezione, in un equilibrio quasi magico. Il risultato è un senso di libertà, scoperta e conquista difficilmente riscontrabile in altri titoli del genere. La fisica incredibile del gioco contribuisce inoltre a questa sensazione: tutto si può spaccare, e l’ambiente reagisce in modo realistico a ogni impatto, anche durante i combattimenti più concitati con i nemici.
DK può nuotare con agilità attraverso le correnti, saltare con una buona precisione tra le piattaforme, e, cosa ancora più importante, arrampicarsi praticamente ovunque. Sembra scontato, ma la capacità di DK di scalare praticamente ogni superficie presente nel gioco è di per sé una meccanica rivoluzionaria per un platform 3D, e apre le porte a soluzioni sempre nuove.

Banane, Abilità e Risorse a non finire
Ma a cosa serve spaccare tutto ed esplorare a fondo il vasto mondo di gioco creato dagli sviluppatori? In prima battuta, a raccogliere risorse ovviamente, tante risorse, presenti in quantità generosa lungo il corso di tutta l’avventura. Le risorse in Donkey Kong Bananza sono principalmente 4: l’oro, le banane, i “gettoni” e i fossili. Le banane ovviamente sono il cibo preferito del nostro scimmione, e servono infatti a potenziarlo.
Raccogliendone 5 si otterrà un punto abilità, spendibile in uno speciale albero che ricorda da vicino quello dei giochi di ruolo, da cui poter potenziare un’abilità già appresa o sbloccarne una nuova. Parliamo in questo caso di punti salute, durata delle trasformazioni aumentata, forza dei colpi migliorata ecc. Questo sistema di potenziamento aggiunge uno strato di profondità e personalizzazione, consentendo ai giocatori di adattare DK al proprio stile di gioco.
L’oro si presta invece a molteplici utilizzi: creare rifugi all’interno delle aree dei livelli dove riposarsi per recuperare salute; costruire scorciatoie per raggiungere agilmente specifici punti della mappa; comprare oggetti consumabili, come i palloncini che riportano DK sulla piattaforma precedente ad una caduta mortale; donarlo a speciali piante così da farle crescere ed ottenere banane in cambio; e sarà inoltre necessario per tornare in gioco dopo il game over.
I gettoni, che sono a conti fatti delle fette di banana, si possono scambiare per banane complete presso un apposito negozio; i fossili invece servono come merce di scambio per acquistare abbigliamento speciale per DK e Pauline, indumenti che portano con sé effetti particolari in base al terreno in cui ci si trova; e DK può anche acquistare una speciale vernice per cambiare il colore del suo pelo.
Non abbiamo ancora citato alcune abilità utilissime di DK: può afferrare oggetti e zolle di terra e scagliarli in avanti con forza, un’ottima tattica offensiva o per superare ostacoli; inoltre, la capacità di sbattere i pugni a terra per individuare e raccogliere istantaneamente le risorse circostanti rende il farming un processo fluido e integrato nel gameplay.
Bananza! L’Equilibrio tra Platforming e i Poteri Speciali
Ogni mondo all’interno di Donkey Kong Bananza, come già accennato, introduce e permette di imparare una nuova meccanica di gioco in modo naturale, attraverso il suo level design impeccabile. Il gioco infatti mette subito alla prova il giocatore, costringendolo a sfruttare le nuove abilità acquisite, alimentando così un senso di progressione e sfida costante, e rendendo al contempo l’apprendimento un’esperienza fluida, divertente e mai forzata.
Ed è finalmente arrivato il momento di parlare dei poteri speciali di cui è dotato DK, ovvero quelli della Bananza, che permettono allo scimmione di trasformarsi prendendo per un breve periodo le sembianze di altri animali così da sfruttarne caratteristiche ed abilità uniche. Per poterlo fare è necessario però raggiungere il Venerabile di ogni livello, ossia il saggio che governa quell’area, così da chiedergli anche aiuto per procedere nell’avventura.
Anche se in realtà saranno i Venerabili, imponenti figure animalesche con la passione da DJ, a chiedere il nostro, perché la Void Company ha messo a soqquadro il loro mondo e distrutto il disco musicale di cui vanno tanto fieri. Ed è nel momento in cui avremo recuperato e ricomposto il disco che avremo finalmente accesso alla trasformazione e le abilità di quello specifico animale.
Nella laguna, ad esempio, il Venerabile era un enorme gorilla che ci ha regalato il potere Bananza Kong, che trasforma DK in una macchina da guerra, capace di sferrare pugni a una velocità folle e di spaccare quasi ogni cosa che gli si pari davanti con un singolo colpo devastante.
Per attivare la trasformazione servirà però l’aiuto di Pauline, catturata inizialmente dalla Void Company e ricongiunta a DK nella forma di una roccia viola parlante. Grazie alla sua voce e alla forza della musica, Pauline è in grado di infondere in DK gli incredibili poteri della Bananza. Oltre a Bananza Kong ci saranno altre trasformazioni, come quella in struzzo e in zebra, e vi basti sapere che non è finita.

Ovviamente però, una tale potenza ha un prezzo: la trasformazione durerà solo pochi secondi, consumando l’energia raccolta durante il livello. Ma non c’è da preoccuparsi: esplorando e spaccando tutto ciò che ci circonda, recupereremo energia in men che non si dica, potendo attivare nuovamente la trasformazione con una frequenza sorprendente.
L’ingresso di Pauline nel party non è inoltre solo un evento narrativo, ma ha anche un impatto profondo sul gameplay. Infatti la ragazza potrà essere controllata da un secondo giocatore, sfruttando la modalità mouse del Joy-Con 2, introducendo una divertente e dinamica modalità cooperativa. In alternativa, potrà essere utilizzata in single player per innescare le trasformazioni di DK.
Il potere della musica di Pauline si estende anche oltre le trasformazioni, permettendo di trovare la rotta da seguire in punti cruciali del gioco e di aprire l’accesso a speciali livelli bonus, svelando un legame indissolubile tra la musica e la progressione dell’avventura all’interno di Donkey Kong Bananza.
Livelli Speciali: Il Cuore della Varietà
Dopo aver parlato dell’esplorazione dinamica e stimolante realizzata dagli sviluppatori e delle sue meccaniche di gameplay principali, potreste pensare che Donkey Kong Bananza non abbia ormai più frecce al suo arco. In realtà, c’è ancora moltissimo da dire; è infatti il momento di parlare dei livelli bonus, speciali sezioni di puro platforming che arricchiscono e donano ulteriore varietà all’esperienza.
Esplorando il vasto mondo di gioco infatti, ci si imbatte di tanto in tanto in particolari portali triangolari, o altri che sembrano delle botole sul terreno. Questi portali sono spesso sigillati da speciali nastri che ne bloccano l’accesso, e che possono essere rimossi solo grazie al potere della musica di Pauline, che rafforza ulteriormente il legame tra la co-protagonista e l’esplorazione.
Una volta attraversati, DK e Pauline si ritrovano all’interno di una dimensione alternativa, e il giocatore davanti ad un’esperienza completamente diversa dal gameplay principale del gioco. Qui infatti l’obiettivo è superare specifiche sfide, spesso a tempo, per ottenere quante più banane possibili; la particolarità di questi livelli è che sono a tutti gli effetti dei minigiochi a sé stanti.
Questa introduzione dona grande varietà all’intera esperienza, evitando qualsiasi senso di ripetitività: le sfide più brevi, da 30 secondi, ricompensano con una sola banana e sono perfette per mettere alla prova i riflessi del giocatore; le vere gemme però sono quelle da 3 banane, più lunghe e impegnative, che si trasformano in veri e propri livelli platform complessi e stimolanti.
Alcuni di questi livelli inoltre riprendono a piene mani dalla sua lunga storia del franchise, portando una ventata di nostalgia all’interno del capitolo più innovativo di sempre. I fan di vecchia data quindi apprezzeranno i numerosi richiami e le citazioni presenti in Donkey Kong Bananza, mentre i nuovi giocatori scopriranno un design creativo e originale.

Il Comparto Tecnico
Passando al comparto tecnico del titolo, uno dei dubbi maggiori che avevamo avuto al primo contatto con il titolo era legato principalmente alle performance e alla sua stabilità, che non ci erano parse soddisfacenti durante la prova con la prima build. Questo perché il gioco spinge molto sul fronte puramente tecnico, con una notevole quantità di risorse a schermo e una gestione della fisica di tutto rispetto.
Poter distruggere e plasmare il terreno a proprio piacimento, creando strade inedite e montagne di detriti lungo la via, pesa infatti non poco sulla potenza computazionale di Nintendo Switch 2, ma il team è riuscito a rifinire ed ottimizzare il gioco in modo convincente. Donkey Kong Bananza vanta infatti pochissimi caricamenti, limitati alla transizione tra un livello e l’altro, il che garantisce una fluidità quasi ininterrotta e un’immersione costante.
Sia chiaro, il titolo non è comunque perfetto sotto questo punto di vista, e si assistono a sporadici cali di framerate nelle situazioni più concitate e all’interno dei villaggi più affollati, ma nulla che possa compromettere in modo sensibile l’esperienza di gioco. Anche sul fronte bug è stato fatto un ottimo lavoro, e personalmente non sono mai incappato in crash o bug importanti.
Le animazioni inoltre sono davvero belle da vedere, e alle volte sembra quasi di osservare un film d’animazione in movimento, con una fluidità e un’espressività dei personaggi che danno vita a DK e alle altre creature del mondo, non solo nelle cutscenes ma durante l’intera avventura. Ogni movimento, ogni espressione facciale, sono curate nei minimi dettagli.
Anche l’interfaccia utente di Donkey Kong Bananza si dimostra sufficientemente chiara e pulita. L’unica piccola nota dolente sotto questo punto di vista riguarda le impostazioni, che risultano essere un po’ scarne; manca, ad esempio, la possibilità di configurare le impostazioni audio in modo dettagliato, un’opzione che personalmente davo per scontata.
Infine, la colonna sonora è incalzante e perfettamente in tema con l’atmosfera di ogni livello del gioco. Le melodie si adattano dinamicamente all’azione, supportando l’esplorazione, l’azione e i momenti di tensione, senza mai risultare troppo grave o invadente, sottolineando la leggerezza generale e giocosa che permea l’intera avventura.
È un accompagnamento musicale che arricchisce l’esperienza senza mai distrarre, con le ottime canzoni di Pauline durante le trasformazioni di DK come ciliegina sulla torta, che in pochi minuti ti entrano in testa e ti ritrovi a canticchiarle anche a console spenta.
Donkey Kong Bananza è Troppo Facile?
Passando alla difficoltà del titolo, Donkey Kong Bananza mette a disposizione due modalità, Normale e Classica, ma anche selezionando la prima il gioco risulta fin troppo semplice per quasi tutta la sua durata. Non sono mai stato sconfitto in combattimento, con i diversi boss di fine livello che non si sono mai rivelati una vera minaccia e sono crollati a terra dopo giusto una manciata di colpi ben assestati.
A salvare però questo aspetto ci pensa l’esplorazione, già lodata a più riprese, e il genere stesso del titolo, pieno di puzzle e fasi platforming. Queste infatti rappresentano la vera essenza e la vera sfida di Donkey Kong Bananza, con enigmi ben congeniati e man mano più intricati e stimolanti, e da soli riescono a reggere l’intero impianto ludico del titolo.
Personalmente avrei apprezzato una difficoltà più elevata per quanto riguarda il combattimento, in modo da sfruttare a dovere tutte le abilità a disposizione di DK. Gli scontri infatti, pur essendo comunque divertenti, si sono rivelati fin troppo rapidi da portare a termine, proprio a causa della difficoltà troppo contenuta del titolo.

Donkey Kong Bananza Recensione | Un Capolavoro Inaspettato
Dopo aver trascorso innumerevoli ore in compagnia di Donkey Kong Bananza, posso infine affermare, senza alcuna riserva, che ci troviamo di fronte a un’opera che ha il potenziale per ridefinire un genere. Donkey Kong Bananza è infatti un serissimo candidato per il titolo di gioco dell’anno 2025.
Le premesse a seguito dell’anteprima di un paio di settimane fa erano quelle di un potenziale capolavoro, e il prodotto finale è riuscito a mantenerle. Donkey Kong Bananza non è solo un platform, è un’avventura che premia la curiosità, l’ingegno, la scoperta e la voglia di interagire con un mondo vivo e pulsante.
L’attenzione alla narrativa, la libertà di esplorazione senza precedenti, il level design magistrale che integra perfettamente azione e platforming, le abilità variegate di DK che evolvono durante l’avventura e l’interazione con Pauline creano un’esperienza di gioco indimenticabile.
Ogni singolo aspetto di Donkey Kong Bananza è stato curato con una dedizione quasi maniacale, dalla fisica realistica alle animazioni fluide e cinematografiche che danno vita ai personaggi, fino alla colonna sonora coinvolgente che accompagna perfettamente ogni momento dell’avventura.
La varietà di biomi, i livelli speciali e le infinite possibilità offerte dal gameplay di poter plasmare l’avventura secondo i propri ritmi e preferenze rendono Donkey Kong Bananza un’esperienza completa e appagante per ogni tipo di giocatore. Donkey Kong Bananza è quindi un vero trionfo per Nintendo, ed eleva il genere platform a nuove vette.
Sono quindi certo che ne sentiremo parlare ancora a lungo, e ricordate che Donkey Kong Bananza uscirà domani, 17 luglio 2025, in esclusiva Nintendo Switch 2. Potete preordinarlo direttamente dall’eShop Nintendo. Preparate le vostre banane quindi, l’avventura è appena iniziata!
Donkey Kong Bananza RECENSIONE: Il nuovo punto di riferimento del genere Platform
Donkey Kong Bananza è un'esperienza che ridefinisce il concetto stesso di platform, sfiorando il capolavoro. In questa recensione ti sveliamo tutti i motivi per cui non puoi assolutamente fartelo scappare!
Il nuovo punto di riferimento del genere.
Pro
- Distruggere tutto non è solo divertente, è una meccanica rivoluzionaria
- Esplorazione senza limiti
- Mappe ricche di segreti tesori
- Level design di altissimo livello
- Tecnicamente solido
Contro
- Sporadici cali di framerate
- Difficoltà troppo bassa
- Le impostazioni utente sono un po' scarne