LEGO Star Wars III: The Clone Wars – Recensione LEGO Star Wars III: The Clone Wars

Quella di LEGO Star Wars è una sega longeva che ha visto il suo primo capitolo approdare sugli scaffali dei negozi nel lontano 2005, più precisamente con una raccolta dei primi tre capitoli della celeberrima saga ideata da George Lucas, ed in seguito nel 2006, con i tre della trilogia classica: senza fermarci sul discorrere di quali siano effettivamente i primi capitoli, dunque, proseguiamo con la nostra linea del tempo ed arriviamo al 2008, anno di pubblicazione di LEGO Star Wars: The Complete Saga. Giovata dal portare un nome altisonante, questa serie di videogiochi ha saputo attirare a sè un numero congruo di sostenitori, più affezionati al brand di Guerre Stellari che all’effettiva qualità delle produzioni proposte: al di là di un gameplay semplice ed adatto ad un pubblico giovanissimo, infatti, i limiti di un level design spesso riciclato più volte per capitolo e di un game design per l’appunto estremamente user-friendly hanno relegato i titoli di qui sopra alla nicchia degli appassionati e degli utenti più giovani.
 

Il primo capitolo della serie

Il presente The Clone Wars è ambientato durante l’epoca delle Guerre dei Cloni (con quel titolo… ndr), e si colloca temporalmente tra gli eventi che prendono luogo tra i lungometraggi "L’attacco dei Cloni" e "La vendetta dei Sith", eventi peraltro già narrati dall’omonima serie televisiva trasmessa da Cartoon Network: le promesse fatte da LucasArts sono quelle di un gameplay maggiormente appagante, di più azione a schermo e di una longevità garantita sia dalla solita impressionante presenza di extra e collezionabili che da un game design che proporrà molta più varietà che in passato. La fatidica e quanto mai comune domanda è: saranno riusciti gli sviluppatori a tener fede alla loro parola? Scopriamolo.

Tanto Tempo Fa, in una Galassia Lontana Lontana…

Come già anticipato, le vicende narrate da questo Clone Wars si collocano tra il secondo ed il terzo capitolo della trilogia cinematografica di George Lucas, aprendo le danze con un tutorial evocativo e caotico ambientato nell’arena del pianeta Geonosis (una delle scene finali de L’attacco dei Cloni, per intenderci), in cui potremo familiarizzare con i semplici ma ben studiati comandi ed ammirare la bontà del nuovo comparto animazioni: piroette, avvitamenti, stuoli di nemici che volano via, The Clone Wars non si risparmia in nulla e getta in faccia al giocatore battaglie epiche in cui l’immagine del Jedi è quella di un letale ballerino che fa strage di nemici, munito di spada laser in grado di deviare i proiettili e rispedirli al mittente, rendendo ancor più facile il massacrare indiscriminatamente decine e decine di inermi (in tutti i sensi, vista la pessima IA implementata) avversari.
 

I Jedi sono i protagonisti indiscussi dell’azione, specie durante le battaglie campali

E proprio nella gestione dei combattimenti, e specialmente delle forze Jedi, si notano le più grandi innovazioni rispetto ai precedenti capitoli: il combattimento occupa ora un consistente ammontare del tempo che trascorreremo nei vari livelli (circa 18, più qualche bonus), aggirandoci per aree quanto mai vaste e ricche di elementi interattivi che richiederanno la presenza di determinate unità per essere esplorate in ogni anfratto; le già elogiate nuove animazioni svolgono un lavoro eccellente nel rendere molto più divertenti i combattimenti corpo a corpo, andando a sminuire quelle che sono le armi dalla distanza e rendendone l’utilizzo quanto mai noioso se paragonato al divertimento che si prova nel lanciarsi in folle di nemici riuscendo a decimarne il numero senza alcun problema. 
Proprio parlando di difficoltà giungono le note dolenti: la musica non è cambiata ed il Game Over è dunque ancora un "traguardo" irraggiungibile. Ad ogni morte del proprio personaggio seguirà difatti la semplice perdita di parte dei mattoncini raccolti fino a quel momento nel livello, contribuendo, ancora una volta, a relegare il titolo in una nicchia fatta di appassionati come quelli già citati in sede d’apertura. Va inoltre fatto notare che malgrado il divertimento non manchi, è l’assenza di un sistema di crescita del proprio personaggio a pesare su quello che è comunque un gameplay sì svecchiato, ma comunque estremamente ripetitivo, graziato dalle piccole introduzioni al sistema di combattimento e dal fascino di certi livelli: l’introduzione di un qualcosa che permettesse di sentire un effettivo senso di "progressione" non avrebbe di certo fatto male ad un gameplay che dopo alcune ore rischia di diventare eccessivamente stantio, nonostane sia offerta la possibilità di giocare con un amico in splitscreen ottenendo così il massimo del divertimento che il titolo può offrire.
 

Non mancheranno scontri con i seguaci del Lato Oscuro

Lato Chiaro VS Lato Oscuro

Il nuovo motore grafico di LEGO Star Wars è ottimo. Al di là di una generale cura per i modelli di amici e nemici, è la gestione delle luci a lasciar stupefatti: le spade laser illuminano l’oscurità di certi livelli in modo più che convincente, la loro luce si riflette in modo differente a seconda della superficie su cui viene puntata e la spettacolarità delle talvolta numerosissime esplosioni a schermo è garantita.
Purtoppo, però, non è tutto oro quel che luccica e difatti il comparto tecnico di questo The Clone Wars zoppica vistosamente durante le situazioni più confusionarie, quelle in cui sono presenti decine e decine di unità a schermo (le cosiddette "Battaglie campali") con cali di framerate non indifferenti che vengono accentuati in modalità cooperativa, quando lo schermo si divide al distanziarsi eccessivo dei due giocatori.
Ottima invece l’effettistica sonora, con campionamenti dei medesimi effetti sentiti al cinema e la solita assenza di doppiaggio (a voi scegliere se sia o meno un difetto) durante le divertenti cut-scenes.
 

Come sempre, la spada laser si adatta a molteplici situazioni

In Conclusione

Tirando le somme, si può affermare che le promesse di LucasArts siano state mantenute solo parzialmente: le fasi action risultano molto meno macchinose che in passato e le situazioni di gioco proposte risultano spesso spettacolari, ma manca ancora un senso di naturalezza nel far progredire il giocatore in livelli che sono tutti molto simili e che non domandano approcci particolarmente elaborati per essere portati a termine. Ancora una volta LEGO Star Wars è un titolo che conduce per mano il giocatore, che lo guida e lo aiuta nella risoluzione di sè stesso e che si rivolge al pubblico degli affezionati e dei più giovani, pur senza negare l’accesso ad un’utenza più smaliziata tramite l’introduzione di una modalità competitiva per confrontarsi con amici e qualche banale tentativo d’introdurre elementi RTS nelle battaglie campali attraverso la possibilità di costruire piccoli accampamenti per produrre unità. In definitiva, ponderate bene questo acquisto se quello che cercate è un gioco tanto appagante quanto impegnativo; se invece avete voglia di passare qualche ora di svago e di farvi qualche risata, accomodatevi: non rimarrete delusi.

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